Il lato del torto. Sulle contestazioni alla Sapienza

Il lato del torto. Sulle contestazioni alla Sapienza

Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo questo testo che alcune studentesse e alcuni studenti hanno distribuito nei giorni scorsi alla Sapienza di Roma. Mentre negli Stati Uniti assistiamo a un movimento di lotta nelle università che non trova precedenti negli ultimi decenni (e che comincia a ricordare la rivolta nei campus contro la guerra del Vietnam), anche in Italia crescono le contestazioni alle collaborazioni tra gli atenei, l’industria bellica e lo Stato d’Israele. Se pensiamo che nel recente passato le proteste contro questa o quella riforma rivendicavano spesso “più fondi per la ricerca”, possiamo dire che il genocidio in corso a Gaza – di cui l’apparato accademico israeliano (e non solo) è parte integrante e attiva – ha rimesso i pendoli all’ora. La dualità civile-militare delle ricerche, invece di essere la foglia di fico per nascondere la produzione di morte, comincia a far mettere in dubbio ogni neutralità del sapere. Se la radicalità delle forme di protesta è un elemento necessario per dar vita a un vero e prorpio movimento di sabotaggio della guerra, la radicale messa in discussione di quel complesso scientifico-militare-industriale che ci sta portando dritti alla catastrofe non ne deriva automaticamente. La rivolta ha bisogno della propria teoria. Ma è altrettanto chiaro che grazie agli scontri con autorità e polizia, e nel vivo delle occupazioni, si pensa meglio. Forza e coraggio!

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