Rigettata la richiesta di sorveglianza speciale verso un compagno di Spoleto e aggiornamento sulle misure cautelari [aggiornato al 29/9/2023]

Riceviamo e diffondiamo:

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Riceviamo e diffondiamo questo aggiornamento:

[aggiornamento al 29/09/2023]
Apprendiamo che il riesame di questa mattina, 29 settembre, ha posto nuovamente il compagno agli obblighi di dimora con rientro notturno dalle 21 alle 6. Sono stati riconosciti inoltre i permessi di lavoro precedentemente negati.
La situazione degli anarchici arrestati e sottoposti a misure cautelari nel corso dell’operazione Scripta Scelera ritorna la seguente: quattro arresti domiciliari con tutte le restrizioni, cinque obblighi di dimora con rientro notturno.

 

RIGETTATA LA RICHIESTA DI SORVEGLIANZA SPECIALE NEI CONFRONTI DI UN COMPAGNO DI SPOLETO. AGGIORNAMENTI SULLE MISURE CAUTELARI

Questa mattina (22/09/2023) è stato reso noto il rigetto della richiesta di sorveglianza speciale presentata dal pubblico ministero della procura di Perugia Manuela Comodi, nei confronti di Michele, compagno anarchico spoletino. L’udienza per la determinazione della misura si era tenuta a Perugia, dopo due precedenti rinvii, il 30 giugno scorso. Il tribunale si era riservato 90 giorni di tempo per decidere.
Durante l’udienza del 30 giugno il compagno aveva letto una dichiarazione nella quale, rivendicando la sua militanza rivoluzionaria («io sono un proletario, sono un anarchico, sono un insurrezionalista e non farò mai un passo indietro»), intendeva smascherare la natura politica della richiesta e della storia stessa delle misure di prevenzione:

https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/06/30/giu-la-maschera-dichiarazione-letta-durante-ludienza-per-la-sorveglianza-speciale-del-30-giugno-a-perugia/

Attualmente Michele resta agli arresti domiciliari senza restrizioni a seguito dell’operazione Scripta Scelera, scattata la mattina dell’8 agosto e coordinata dal PM Federico Manotti della procura di Genova contro il quindicinale anarchico internazionalista “Bezmotivny”. Originariamente collocato agli obblighi di dimora con rientro notturno, il compagno ha visto aggravarsi la misura a seguito di una presunta violazione dei confini comunali e di un ritardo di 10 minuti nel rientro.
Su quest’ultima vicenda, una menzione speciale la merita l’attività della Digos di Perugia combinata con i provvedimenti dell’ufficio del GIP di Genova. Ricordiamo che il giorno 28 agosto si è tenuto a Genova il riesame che ha annullato, per quanto riguarda la custodia cautelare, l’ipotesi di reato di associazione sovversiva con finalità di terrorismo (270 bis c.p.), ma ha confermato il reato di istigazione a delinquere (414 c.p.) aggravata dalla finalità di terrorismo e con essa confermava tutte le misure. Nel caso di Michele, il riesame di Genova riteneva, inoltre, doversi procedere per istigazione semplice, senza aggravanti.
Ebbene la Digos di Perugia produceva un’annotazione inerente tali presunte violazioni esattamente il giorno prima (il 27 agosto) del riesame: annotazione nella quale sono contenute delle palesi falsità, mostrando come prova principale una foto del compagno in una località di montagna che in realtà si trova all’interno del comune nel quale il compagno era confinato. A sua volta il GIP di Genova ordinava gli arresti domiciliari il giorno dopo (il 29 agosto) dello stesso riesame.
Non essendo ancora disponibili le motivazioni non sappiamo se questa fortunata combine abbia influito in qualche modo sulle decisioni del riesame; tecnicamente questo si sarebbe trovato a  decidere di un nuovo mandato di arresto che però è stato ordinato il giorno dopo l’udienza, in una sorta di incidente spazio-temporale. Sicuramente il dossier è stato sventolato dal PM Manotti per suggestionare la corte in aula.
Nelle settimane successive l’avvocato del compagno ha prodotto una serie di elementi inequivocabili, ad esempio mappe geolocalizzate del punto esatto della presunta violazione. Non solo, si è reso evidente che il fotogramma presentato dalla Digos avesse una inquadratura ristretta, così da tagliare fuori il cartello stradale contenente il nome della frazione montana e la scritta fra parentesi «comune di…». Nonostante questi elementi per così dire «schiaccianti», il GIP di Genova,  «sentito il parere del PM», come ci ha abituati, si è rifiutato di tornare sui suoi passi praticamente senza motivare.
Il prossimo 29 settembre alle ore 9, presso il tribunale del riesame di Genova, si svolgerà l’udienza di appello del compagno su questa contorta vicenda e sulle esigenze cautelari connesse.

Queste due diverse storie di repressione ci mostrano la solerzia con cui sbirraglia e togati perseguano il nemico di classe. Ci dicono pure, però, che la coerenza rivoluzionaria paga sempre.
Fuoco ai tribunali! Viva l’anarchia!