Firenze, 15 aprile: Corteo al fianco di Alfredo, contro 41bis, stato di guerra e repressione

Riceviamo e diffondiamo:

 

CONTRO LA TORTURA E IL 41 BIS

CORTEO A FIRENZE
SABATO 15 APRILE ORE 16.00
PIAZZA DELL’ISOLOTTO

Siamo al fianco di Alfredo Cospito.
La sua battaglia contro il 41bis è anche la nostra.
Viviamo in un sistema che legittima in ogni momento ingiustizie,
disuguaglianze e barbarie: il 41 bis ne è una delle espressioni massime.
Il 41 bis è lo specchio della società che lo produce, quella dei morti sul
lavoro, dei morti in mare, dei morti nelle caserme o durante i fermi di
polizia. Il 41 bis è lo specchio della società della tortura di Stato.
Mentre la crisi soffia sui venti guerra e la guerra aggrava la crisi, chi
ormai con sempre maggiore difficoltà riesce a pagare affitto e spesa ha
davanti sempre meno possibilità.
Puoi assuefarti a tutto ciò. Rifuggire nell’isolamento sociale in cui vieni
spinto. Arrenderti alla precarietà che altri scelgono per te.
Puoi però anche scegliere di provare a rompere quella gabbia assieme a chi
come te non è più disposto all’assuefazione e alla passività.
Quando lo fai ti accorgi da subito che il conto da pagare è più alto degli
aumenti che ci siamo trovati in bolletta e corrisponde all’azione che lo
Stato ti riversa addosso in ogni ambito: scuola, lavoro, socialità.
Il tentativo è quello di spingerti ancora all’isolamento. Un isolamento
sociale che passa attraverso la criminalizzazione, la punizione,
l’allontanamento dai luoghi dove costruisci le tue relazioni: non a caso la
logica del DASPO è ormai applicata all’intera società.
Di contro, se cedi, “il premio” corrisponde all’allentamento di queste
misure.
Ad ogni figura sociale considerata “incompatibile” con questa società
corrisponde la minaccia di una pena da infliggere: militante politico,
ultras, immigrato… di volta in volta ognuna di queste figure è corrisposta
ad una nuova “emergenza” utile solo a creare i presupposti per sempre
maggiori restrizioni delle libertà di tutti e tutte.
Con la pandemia abbiamo scoperto che anche “ i giovani” sono diventati una
categoria su cui scaricare le responsabilità di un sistema che non riesce
più neanche a garantire la cura della salute collettiva con il risultato di
ordinanze e chiusura delle piazze intese come luoghi pubblici.
Se invece non desisti e magari scioperi bloccando i cancelli del tuo
stabilimento, se occupi una scuola, una casa, un edificio abbandonato,
rischi allora il carcere.
Il carcere è il luogo che questa società utilizza come discarica sociale.
Anche all’interno di quelle mura lo Stato cerca di garantirsi
l’assuefazione dei prigionieri.
Se non ci riesce i circuiti speciali e di differenziazione salgono fino
alla chiusura del cerchio.
L’isolamento totale. La deprivazione sensoriale. La tortura. Il 41 bis.
Alfredo Cospito con lo sciopero della fame non sta parlando soltanto a chi
come lui è prigioniero politico. Non sta parlando soltanto alle altre
centinaia di internati al 41 bis.
Sta parlano a tutti e tutte noi!
Mettere in discussione il 41 bis vuol dire mettere in discussione l’intera
società che lo produce.
Con Alfredo nel cuore, per una società che rifiuti il carcere e i suoi
meccanismi, che superi le logiche di sfruttamento dell’uomo sull’uomo,
sulla donna e sull’ambiente.