Da Hebron a Venezia. Il lato oscuro delle smart city

Riceviamo e pubblichiamo più che volentieri questa analisi, documentata e puntuale, sulle città “intelligenti” in costruzione anche alle nostre latitudini. Come mostra in modo paradigmatico il caso di Hebron, non solo le tecnologie di segregazione e controllo riflettono e aggravano i pregiudizi e le pratiche dominanti di una società, ma i dispositivi di cattura della vita sono l’altra faccia della guerra. Se oggi un embrione di opposizione radicale alla terza guerra mondiale – cioè quanto di più necessario e urgente ci sia da mettere in campo – si può intravedere nel movimento internazionale in solidarietà agli oppressi palestinesi, l’intreccio tra apparato bellico e tecnoscienze è ancora troppo sullo sfondo. Non solo i “nostri” governi e i “nostri” capitalisti collaborano attivamente al genocidio in corso a Gaza, ma è il “modello-Israele” che torna indietro contro di noi, “testato sul campo”. Ci auguriamo che queste analisi contribuiscano a dare alla parola “solidarietà” una maggiore consistenza e forniscano all’azione diretta dei terreni d’intervento sempre meno sganciati dalla critica pratica della nostra alienazione quotidiana. Buona lettura.

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