17 novembre: giornata di sciopero e mobilitazione. Contro il genocidio dei palestinesi, usciamo dall’angolo, blocchiamo tutto! [in continuo aggiornamento]

Prima, l’appello dei sindacati palestinesi a fare della lotta contro l’apartheid imposto dallo Stato di Israele «una leva per la liberazione di tutti gli sfruttati e i diseredati». Poi, l’appello dei Giovani Palestinesi in Italia (GPI) a occupare scuole e università ovunque e a bloccare tutto, a partire dal 17 novembre. Giusto ieri (venerdì 10 novembre) i blocchi dei varchi portuali o di interi porti da Genova a Barcellona, da Oakland all’Australia (a Sidney, la nave da carico israeliana ZIM non ha potuto attraccare). Adesso, la proclamazione dello sciopero in solidarietà agli oppressi palestinesi da parte del SI cobas.
Un’occasione da cogliere: per non assistere impotenti all’orrore in corso; per uscire dall’angolo in cui i padroni ci hanno relegato tutti e tutte da troppo tempo.
Appoggiamo la mobilitazione, anche documentandone la preparazione e lo sviluppo con il nostro sito.
Fermiamo il genocidio COMUNICATO DA BALBI 4 OCCUPATA – 18 NOVEMBRE 2023 GENOVAperpetrato dallo Stato d’Israele! Fermiamo tutte le guerre dei padroni! Solidarietà internazionalista agli oppressi palestinesi! Blocchiamo tutto!

UN APPELLO URGENTE DAI SINDACATI PALESTINESI: PORRE FINE A OGNI COMPLICITÀ, FERMARE L’ARMAMENTO D’ISRAELE

APPELLO ALL’AZIONE

Israele pretende che 1,1 milioni di palestinesi evacuino la metà settentrionale di Gaza, sottoponendoli nel frattempo a un costante bombardamento. Questa mossa spietata fa parte del piano di Israele, supportato da un sostegno incondizionato e dalla partecipazione attiva degli Stati Uniti e dalla maggior parte degli Stati europei, che consiste nel portare avanti un atroce massacro senza precedenti contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza. Una vera e propria pulizia etnica. Da sabato Israele ha bombardato in modo indiscriminato e intensivo Gaza, tagliando il rifornimento di carburante, elettricità, acqua, cibo e forniture mediche. Israele ha ucciso più di 2.600 palestinesi, inclusi 724 bambini, radendo al suolo interi quartieri, cancellando intere famiglie e ferendo più di 10.000 persone. Esperti di diritto internazionale hanno cominciato a mettere in guardia la comunità internazionale riguardo gli atti genocidio compiuti da Israele.

In altre parti, il governo di estrema destra di Israele ha distribuito più di 10.000 fucili ai coloni estremisti nella Palestina del ’48 e nei territori occupati della Cisgiordania per facilitare i loro attacchi e i pogrom contro i palestinesi. Le azioni, i massacri e la retorica di Israele indicano l’intenzione di attuare una seconda Nakba, espellendo il maggior numero possibile di palestinesi e creando un “Nuovo Medio Oriente” in cui i palestinesi vivano in perpetua sottomissione.

La risposta degli Stati occidentali è stata di completo e totale sostegno allo Stato di Israele, senza nemmeno un cenno all’applicazione del diritto internazionale. Ciò ha amplificato l’impunità di Israele, concedendogli il via libera per condurre la sua guerra genocida senza limiti. Oltre al sostegno diplomatico, gli Stati occidentali stanno fornendo armamenti a Israele, autorizzando le attività delle aziende d’armi israeliane entro i loro confini.

Mentre Israele intensifica la sua campagna militare, i sindacati palestinesi fanno appello ai nostri corrispettivi a livello internazionale e a tutte le persone di coscienza affinché pongano fine a qualsiasi forma di complicità con i crimini di Israele – e in modo urgente fermare il commercio di armi con Israele, così come tutti i finanziamenti e la ricerca militare. Il momento per l’azione è adesso: è in gioco la vita di milioni di palestinesi.

Questa situazione critica e genocida, può essere evitata solo attraverso il supporto e la crescita della solidarietà internazionale con il popolo palestinese, in modo da frenare la macchina da guerra israeliana. Abbiamo bisogno che agiate immediatamente – ovunque siate nel mondo – per impedire l’armamento dello Stato israeliano e delle aziende coinvolte nell’infrastruttura del blocco. Ci ispiriamo alle mobilitazioni precedenti dei sindacati in ItaliaSudafrica e negli Stati Uniti e a simili mobilitazioni internazionali contro l’invasione italiana dell’Etiopia negli anni ’30, la dittatura fascista in Cile negli anni ’70 e altrove, dove la solidarietà internazionale ha posto un freno alla brutalità coloniale.

Ci appelliamo a tutti i sindacati nei settori industriali pertinenti di:

  1. Rifiutare di costruire armi destinate a Israele.

  2. Rifiutare di trasportare e agevolare il trasporto di armi verso Israele.

  3. Approvare mozioni nel loro sindacato in tal senso.

  4. Intraprendere azioni contro le aziende coinvolte nell’attuazione del brutale ed illegale assedio Israeliano, specialmente se hanno contratti con le vostre istituzioni.

  5. Fare pressione sui governi per porre fine al commercio militare con Israele e, nel caso degli Stati Uniti, per fermare i finanziamenti.

Facciamo questo appello poiché vediamo tentativi di vietare e zittire ogni forma di solidarietà con il popolo palestinese. Vi chiediamo di prender parola e agire di fronte all’ingiustizia, come hanno fatto storicamente i sindacati. Facciamo questo appello nella convinzione che la lotta per la giustizia e la liberazione palestinese non sia solo una lotta regionale e internazionale. È una leva per la liberazione di tutti i popoli oppressi e sfruttati del mondo.

Palestinian General Federation of Trade Unions, Gaza:
General Union of Public Service and Trade Workers
General Union of Municipal Workers
General Union of Kindergarten Workers
General Union of Petrochemicals Workers
General Union of Agricultural Workers
Union of Palestinian Women’s Committees
Generation Union of Media and Print Workers

Palestinian General Federation of Trade Unions (PGFTU)

General Union of Palestinian Teachers

General Union of Palestinian Women

General Union of Palestinian Engineers

Palestinian Accountants’ Association

Professional Associations Federation including:
Palestinian Dental Association – Jerusalem center
Palestinian Pharmacists Association – Jerusalem Center
Medical Association – Jerusalem Center
Engineers Association – Jerusalem Center
Agricultural Engineers Association – Jerusalem Center
Veterinarians Syndicate – Jerusalem Branch.

Palestinian Journalists’ Syndicate

Palestinian Bar Association

Palestinian Nursing and Midwifery Association

Union of Kindergartens Workers

Palestinian Postal Services Workers Union

Federation of Unions of Palestinian Universities Professors & Employees

The General Federation of Independent Trade Unions, Palestin

The Palestine New Federation of Trade Unions

Palestinian General Union of Writers

Palestinian Contractors Union

Federation of Health Professionals Syndicates

Palestinian Union of Psychologists and Social Workers

To get involved, contact us at:
workersinpalestine@gmail.com
[Twitter]WorkersinPales1
Insta: workersinpalestine

[ottobre 2023]


APPELLO ALLA MOBILITAZIONE STUDENTESCA NAZIONALE PER LA PALESTINA 

IL 17 NOVEMBRE BLOCCHIAMO SCUOLE ED UNIVERSITÀ! BLOCCHIAMO LA GUERRA!

C’erano una volta le scuole e le università, epicentro di ogni scossa politica nel mondo.

Oggi, invece, è calma piatta. 

È inquietante constatare che in Italia e in Europa si sia arrivati alla completa depoliticizzazione e alla normalizzazione dell’appiattimento della coscienza critica nella Scuola e nell’Università.

Il declino della politica e della conflittualità non si è verificato perché è migliorata la situazione dell’istruzione o della società in generale, anzi il mondo intorno a noi peggiora a vista d’occhio, inesorabilmente. 

Si continua a farneticare di sapere critico, di coscienza, eppure scuole e università sono fabbriche che non si possono più fermare, non perché non sia possibile, ma perché noi giovani corriamo fino allo sfinimento, come criceti nella ruota, inseguendo un futuro che non esiste. Se nemmeno la guerra è riuscita a smuovere le cose, dovremmo chiederci che cosa facciamo sui banchi. A questo punto le ore di studio sono buttate, a questo punto sarebbe meglio buttare i libri, visto che evidentemente sono letti ma non capiti, visto che ormai non sono più utili alla vita ma solamente ad alimentare la macchina che la schiaccia e la rende miserabile, come miserabili ci rende il lavoro che dovrebbe nobilitarci.

Dal 7 ottobre gli Israeliani hanno ucciso, solo a Gaza, oltre diecimila persone, di cui oltre 2.600 studenti di vario ordine e grado. L’aviazione sionista ha colpito, solo a Gaza, 212 scuole rendendone 45 completamente inagibili. 

Deve essere chiaro a tutti i giovani in Occidente che questi avvenimenti non saranno privi di conseguenze, che prima o poi la guerra tornerà ai confini della cosiddetta civiltà che si ritiene pacificata e che continua a vivere nell’indifferenza della sua sicurezza, costruita sulle guerre in Palestina e in Ucraina e su ogni impresa coloniale tentata o compiuta contro il resto del globo. 

Raccogliamo perciò l’appello dei nostri fratelli e delle nostre sorelle dell’Università di Birzeit, in Cisgiordania, che chiede agli studenti di tutto il mondo di lottare contro l’aggressione subita dal popolo palestinese e da tutti i popoli oppressi. Ormai non bastano più le manifestazioni, le azioni dimostrative, occorre una mobilitazione totale, UNA LOTTA SENZA TREGUA CONTRO LA GUERRA.

È necessario che noi studenti, insieme ai lavoratori, riprendiamo il nostro posto nella storia, cessando di giocare la parte dei nati vecchi, già arresi alle ingiustizie del mondo. Per inceppare la macchina della guerra, è fondamentale restituire dignità all’organizzazione dal basso, alla solidarietà tra studenti e lavoratori. Dobbiamo bloccare insieme sia le fabbriche della cultura che forniscono alla guerra la giustificazione ideologica e gli strumenti scientifici, sia le vere fabbriche, che sfruttano il nostro tempo e la nostra forza per alimentare la macchina economica del capitalismo imperialista e della guerra.

CHIEDIAMO AD OGNI STUDENTE, AD OGNI CLASSE, A TUTTI GLI ORDINI E I GRADI DELL’ISTRUZIONE, DI PROCLAMARE OCCUPAZIONI E SCIOPERI AD OLTRANZA IN OGNI SCUOLA E UNIVERSITÀ FINCHÈ L’ITALIA NON SI RITIRERÀ DALLA GUERRA IN PALESTINA.

Il ritiro consiste in: 

Rescissione di ogni accordo accademico con l’Entità coloniale sionista, ovvero con lo Stato di Israele;

Fermare la vendita e l’invio di armi all’Entità coloniale sionista;

Impedire ai cittadini italiani di andare in Palestina e arruolarsi nell’esercito israeliano;

Rescissione di ogni accordo militare con l’Entità coloniale sionista;

Sospendere la propaganda di guerra attuata in ogni canale d’informazione e nei luoghi della formazione;

Ritirare ogni provvedimento repressivo e di censura a cui viene sottoposto chi si schiera al fianco del popolo palestinese.

Giovani Palestinesi in Italia

[8 novembre 2023]

Qui una versione più breve in formato manifesto:

Appello Giovani Palestinesi


Il SI cobas proclama sciopero per il 17 novembre e lancia una manifestazione nazionale a Bologna:

https://pungolorosso.wordpress.com/2023/11/09/il-si-cobas-sciopera-venerdi-17-novembre-a-sostegno-del-popolo-palestinese-per-fermare-il-genocidio-a-gaza-nostra-intervista-al-compagno-aldo-milani-coordinatore-nazionale-del-si-cobas/


Presidio indetto a Lecco:

https://ilrovescio.info/2023/11/14/lecco-17-novembre-presidio-contro-la-guerra-al-fianco-dei-palestinesi/


Chiamata a un PRESIDIO NOTTURNO ai Mercati Generali di Grugliasco (Torino) dalla MEZZANOTTE tra giovedì 16 e venerdì 17 novembre,  da parte del SI cobas torinese:


Occupazioni di università a Torino e Napoli:

https://www.infoaut.org/conflitti-globali/torino-palazzo-nuovo-occupato-per-la-palestina

https://contropiano.org/regionali/emilia-romagna/2023/11/15/bologna-hercolani-occupata-fuori-israele-e-guerra-dalluniversita-0166420


Indetto presidio per venerdì mattina al porto di Salerno, quando dovrebbe attraccare la nave israeliana ZIM:

https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=734561598696390&id=100064276706266


Modena, per il 17 novembre indetto presidio davanti all’azienda collaborazionista Tekapp:

2023-11-13 presidio di venerdi

PRESIDIO DAVANTI A TEKAPP ven 17 nov – ore 14.00 Via Gatti, 3.28 Formigine (1)


Trento: sciopero di 24 ore nel settore privato e in tutta la provincia autonoma indetto da CUB ed SBM, e corteo dalle 17 nel centro della città:


Apprendiamo che in questo momento il porto di Salerno è effettivamente bloccato dai portuali per impedire le operazioni di carico e scarico della compagnia israeliana ZIM:

https://www.salernonotizie.it/2023/11/17/porto-di-salerno-bloccato-lingresso-per-impedire-il-traffico-darmi-verso-israele/

 


Occupata anche Balbi 4 a Genova. Qui il comunicato dell’occupazione:

COMUNICATO DA BALBI 4 OCCUPATA – 18 NOVEMBRE 2023 GENOVA