La Sibilla prevede ancora tempesta. Presenza solidale con Alfredo a Perugia il 14 marzo per il nuovo riesame dell’op. “Sibilla” [aggiornato]

[10 marzo 2023] Riceviamo e diffondiamo questo importante aggiornamento:

Aggiornamento sull’udienza di riesame per le misure cautelari
dell’operazione Sibilla: l’udienza è spostata nell’aula bunker del
carcere di Capanne (Perugia, 14 marzo 2023)

Le forze repressive hanno disposto lo spostamento dell’udienza di
riesame per le misure cautelari dell’operazione Sibilla contro gli
anarchici indagati per la pubblicazione di “Vetriolo”, prevista per
martedì 14 marzo. L’udienza si svolgerà non più al tribunale dei giudici
per le indagini preliminari (l’ex palazzina Enel, situata in città),
bensì presso l’aula bunker interna al carcere di Capanne, sempre a
Perugia (fuori dalla città). Si tratta di un palese, ulteriore,
tentativo di ammutolire il nostro compagno, di rendere invisibile il
movimento di solidarietà, rinchiudendosi letteralmente dentro un
bunker. Vorrà dire che porteremo la battaglia di Alfredo anche ai
detenuti che si trovano reclusi a Capanne.

A causa di questo spostamento la presenza solidale con Alfredo Cospito,
in sciopero della fame dal 20 ottobre, si terrà davanti al carcere di
Capanne, in strada regionale 220 Pievaiola n. 252, sempre a partire
dalle ore 08:30.

Fuori Alfredo dal 41 bis! Dimenticare i prigionieri della guerra sociale
significa dimenticare la guerra stessa! Solidarietà rivoluzionaria con
Alfredo Cospito e con tutti gli anarchici e i rivoluzionari
imprigionati!

Scarica il comunicato aggiornato: la sibilla prevede ancora tempesta corretto 2 aggiornato

 

Riceviamo e diffondiamo:

Il 14 marzo si terrà presso il tribunale di Perugia l’udienza di riesame sulle misure cautelari per gli anarchici coinvolti nell’operazione repressiva Sibilla dell’11 novembre 2021, cioè per quei compagni per cui vennero disposte le misure  con l’accusa di istigazione a delinquere (414 c. p.), aggravata dalla finalità di terrorismo, in relazione alla redazione, pubblicazione e distribuzione dei primi sei numeri del giornale anarchico “Vetriolo”. Tra gli indagati ci sono Alfredo Cospito, in sciopero della fame da oltre 130 giorni, e Gianluca, attualmente in custodia cautelare agli arresti domiciliari per l’indagine Diamante, disposta il 16 marzo 2022 dalla procura di Genova. Questo secondo riesame è derivato dall’udienza tenutasi il 22 giugno scorso alla corte di cassazione e conclusasi con l’accoglimento della richiesta del pubblico ministero Manuela Comodi, quindi con l’annullamento del precedente provvedimento del tribunale del riesame, che il 16 dicembre 2021 aveva revocato le misure cautelari. La corte di cassazione, a dispetto di quanto espresso dal procuratore generale (che aveva chiesto il rigetto dell’appello della procura perugina), aveva perciò “riesumato” l’indagine annullando la revoca delle misure e disponendo questa nuova udienza di riesame.

Nel contesto di questa indagine portata avanti dalle forze repressive con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, otto compagni, tra cui lo stesso Alfredo – già precedentemente indagati dal ROS dei carabinieri e dalla procura di Milano in un altro procedimento per 270 bis c. p. e 414 c. p. in relazione alla pubblicazione di “Vetriolo” – erano stati oggetto a settembre 2021, da parte della procura di Perugia, di una richiesta di misura cautelare in carcere con le stesse accuse, più altre a vario titolo inerenti ulteriori articoli, volantini, documenti e un danneggiamento. Contestualmente a tale richiesta d’arresto, veniva disposto per Alfredo Cospito un provvedimento di censura sulla corrispondenza della durata di tre mesi, in seguito rinnovato più volte fino al trasferimento in regime di 41 bis, dove la censura – a differenza dell’Alta Sicurezza 2 – è elemento costitutivo del regime stesso. Le ragioni di questa censura divenivano chiare solo successivamente, quando l’11 novembre “scattava” l’operazione Sibilla e l’originaria richiesta del PM veniva ridimensionata dal Giudice per le Indagini Preliminari in sei misure cautelari per la sola accusa di istigazione a delinquere con l’aggravante della finalità di terrorismo (tra cui un mandato di arresto in carcere per Alfredo, all’epoca recluso nel carcere di Terni). Inoltre, venivano effettuate decine di perquisizioni, sequestrate centinaia di copie giornali e libri e due siti internet erano sottoposti a sequestro preventivo e oscurati (un fatto praticamente inedito per quanto riguarda il movimento anarchico di lingua italiana). Secondo l’antiterrorismo, negli articoli oggetto di indagine «venivano espressi concetti strategici nell’orientamento e nel meccanismo di propaganda istigatoria aventi la concreta capacità di provocare la commissione di specifici delitti non colposi contro la personalità internazionale ed interna dello Stato, al fine di sovvertire attraverso la pratica della violenza il suo ordinamento giuridico, politico, economico e sociale». In questo senso, al fine di evidenziare la «corrispondenza tra i contenuti di “Vetriolo” ed alcune azioni dirette», il ROS – alla ricerca di analogie o coincidenze lessicali e concettuali – aveva intrapreso una comparazione tra gli articoli pubblicati nei primi numeri del giornale e i testi rivendicativi di alcuni attacchi incendiari ed esplosivi avvenuti in Italia e in altri paesi europei.

Assieme al processo Scripta Manent, l’indagine Sibilla ha avuto un ruolo fondamentale nella genesi (e nelle successive molteplici conferme giuridico-politiche da parte del tribunale di sorveglianza di Roma, del ministro della giustizia Nordio e infine della corte di cassazione il 24 febbraio scorso) del provvedimento di detenzione in regime di 41 bis per Alfredo Cospito. Come scriveva il compagno, «quest’ennesima operazione repressiva va a colpire tra le altre cose un giornale anarchico e rivoluzionario come “Vetriolo” che in un periodo pregno di rivolte (e quindi di occasioni da non mancare) e di confusione ideologica ha continuato imperterrito a fomentare lotta di classe in un’ottica anarchica e insurrezionale».

Non riponiamo alcuna fiducia nella giustizia dello Stato e, proprio per questo, restiamo convinti che i rivoluzionari propagano le proprie idee, considerano il precipitare degli eventi come una prospettiva desiderabile, intendono lottare affinché si aprano possibilità di liberazione, gioiscono quando le figure e le strutture dello Stato e del capitale vengono colpite, ma non sono dei meri “istigatori”. Chi agisce contro lo Stato e i padroni ha già maturato una determinazione tale da non avere necessità di essere “istigato”, perché è l’autonomia di pensiero e di azione ad esprimersi, non il gregarismo e la subordinazione a degli ordini. Alfredo Cospito ha dedicato la propria vita ad un’idea che ha continuato ad affermare con risolutezza anche di fronte alle peggiori avversità, come ha fatto a partire dal 5 maggio 2022 con il trasferimento in 41 bis e come sta facendo con ancora più intensità dal 20 ottobre con l’inizio dello sciopero della fame ad oltranza. Non è vittima di un’ingiustizia e non è un “istigatore”, ma un anarchico, un rivoluzionario che si trova in 41 bis perché siamo in un’epoca dove la guerra torna preponderantemente a farsi sentire, dove le stragi (come quella avvenuta sulle coste calabresi il 26 febbraio, con più di 100 migranti annegati) sono parte integrante delle stesse logiche di guerra del capitale, dove i proletari vengono sempre più sfacciatamente impiegati come carne da macello sul lavoro, dove – per guardare più in particolare all’Italia – aumentano costantemente i profitti dell’ENI e di Finmeccanica e dove l’attuale esecutivo, che vede numerosi esponenti della lobby delle armi al suo interno, procede nel proprio avvitamento repressivo e verso la guerra, interna ed esterna, in combutta con gli organismi del capitale internazionale. Ecco perché la vita di Alfredo, le idee che ha sempre sostenuto, le azioni per cui è stato condannato (o che ha rivendicato, come nel caso del ferimento di Adinolfi, dirigente di Ansaldo Nucleare), essendo una radicale espressione della lotta rivoluzionaria, rappresentano le ragioni della rivolta e la necessità della rivoluzione contro le sirene della sottomissione e della rassegnazione a questa realtà sociale.

Per questi motivi siamo solidali con Alfredo Cospito, come lo siamo con Nadia Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma, militanti delle Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente reclusi in 41 bis da oltre 17 anni. Oggi Alfredo si trova nella fase più critica dello sciopero della fame. Noi continuiamo a sostenerlo con la consapevolezza che – dopo tutti questi mesi – niente sarà più come prima.

PRESENZA SOLIDALE CON ALFREDO COSPITO IN OCCASIONE DELL’UDIENZA DI RIESAME PER LE MISURE CAUTELARI DELL’OPERAZIONE SIBILLA: MARTEDÌ 14 MARZO 2023, ALLE ORE 08:30, DAVANTI AL TRIBUNALE DEI GIUDICI PER LE INDAGINI PRELIMINARI (EX PALAZZINA ENEL) IN VIA XIV SETTEMBRE 86, A PERUGIA.

Assemblea di solidarietà con Alfredo Cospito e i prigionieri rivoluzionari
Roma, marzo 2022