Wellcome Leap, un “salto” verso la distruzione dell’umanità
Pubblichiamo questo articolo, molto documentato, uscito diverse settimane fa sul sito inglese di contro-inchiesta unlimitedhangout.com
L’autrice è la stessa a cui si deve – in collaborazione con Jeremy Loffredo – l’inchiesta Developers of Oxford-AstraZeneca Vaccine tied to UK Eugenetics Movement, di cui avevamo ripreso ampi stralici nel nostro Ingegneria genetica. Dalla cronaca alla storia, e viceversa.
Questo studio sul Wellcome Leap (l’equivalente inglese della statunitense DARPA, cioè l’Agenzia del Pentagono che si occupa di tecnologie di punta) non solo fornisce ampia documentazione per cogliere la portata della fusione, avvenuta da tempo, tra piattaforme digitali, ricerca bio- e nano-tecnologica e complesso militare-industriale, ma spiega bene come la conquista hi tech di menti e corpi proceda in senso sempre più apertamente transumanista. Nello sviluppo delle terapie digitali e della connessione uomo-macchina, l’attuale sperimentazione di massa dei “vaccini” a m-RNA svolge un ruolo decisivo: le misure “anti-Covid-19” vengono non a caso definite il «momento Sputnik» di una nuova èra.
A chi trovasse questa contro-inchiesta esagerata, “complottista” o comunque lontana dall’italietta in cui viviamo, suggeriamo due esercizi abbastanza semplici: leggere le pagine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dedicate alla “medicina di precisione, personalizzata e predittiva” e ascoltare la conferenza – disponibile su Internet – Nanotecnologie per l’essere umano, che l’attuale ministro alla “transizione ecologica” Roberto Cingolani – direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia e consigliere di Leonardo-Finmeccanica – aveva tenuto nel 2014 presso l’Università degli Studi di Milano.
Se non ci rendiamo conto che siamo in mezzo a uno scontro ultimativo tra organico e inorganico, tra vita e merce, tra essere umano e macchina, «allora è rimasto ben poco della nostra umanità da cedere». Buona lettura.
Wellcome Leap, un “salto” verso la distruzione dell’umanità
Una no-profit britannica che ha fatto comunella con la corruzione globale durante la crisi COVID-19 e che ha legami storici e attuali con il movimento eugenetico britannico, ha lanciato l’anno scorso l’equivalente della DARPA per la salute globale. La mossa è passata in gran parte inosservata, sia da parte dai media tradizionali che da quelli indipendenti.
Il Wellcome Trust, probabilmente secondo solo a Bill Gates come capacità di influenzare gli eventi durante la crisi della COVID-19 e la conseguente campagna di vaccinazione, lo scorso anno ha inaugurato il proprio equivalente globale dell’agenzia di ricerca segreta del Pentagono, ufficialmente per combattere le “sfide sanitarie più pressanti del nostro tempo.” Anche se concepita per la prima volta nel 2018, questa particolare iniziativa del Wellcome Trust, lo scorso maggio, è stata scorporata dal Trust, con un finanziamento iniziale di 300 milioni di dollari. Per gestire e pianificare il suo portafoglio progetti ha subito arruolato due ex dirigenti della DARPA, che avevano precedentemente servito nelle alte sfere della Silicon Valley.
Questa DARPA per la salute globale, nota come Wellcome Leap, ha l’obiettivo di raggiungere entro il 2030 “soluzioni scientifiche e tecnologiche rivoluzionarie,” con un’attenzione particolare alle “complesse sfide sanitarie globali.” Il Wellcome Trust non è affatto reticente su come Wellcome Leap applicherà gli approcci della Silicon Valley e delle imprese di venture capital al settore della salute e delle scienze della vita. Non sorprende che i loro tre programmi attuali vogliano sviluppare tecnologie mediche incredibilmente invasive incentrate sulla tecnologia e, in alcuni casi, apertamente transumaniste, tra cui un programma esclusivamente focalizzato all’uso dell’intelligenza artificiale (AI), sensori mobili e tecnologia indossabile per la mappatura del cervello dei bambini di tre anni e anche meno.
Questa indagine di Unlimited Hangout esplora non solo i quattro programmi attuali di Wellcome Leap, ma anche le persone dietro di esso. Il quadro che ne risulta è quello di un progetto incredibilmente sinistro che non solo rappresenta una grande minaccia alla società attuale, ma anche al futuro dell’umanità stessa. Una prossima indagine di Unlimited Hangout esaminerà la storia del Wellcome Trust insieme al suo ruolo negli eventi recenti e attuali.
La leadership di Leap: L’integrazione uomo e macchina per i militari e la Silicon Valley
Le ambizioni del Wellcome Leap sono evidenti nella scelta della persona che dovrà guidarlo, l’ex direttricee dell’agenzia DARPA del Pentagono, Regina Dugan. La Dugan aveva iniziato la sua carriera alla DARPA nel 1996; aveva guidato una task force antiterrorismo nel 1999, prima di lasciare la DARPA circa un anno dopo. Dopo aver lasciato la DARPA, aveva co-fondato una sua società di venture capital, la Dugan Ventures; in seguito era stata consigliere speciale del vice capo di stato maggiore dell’esercito americano dal 2001 al 2003, periodo che aveva coinciso con le invasioni dell’Afghanistan e dell’Iraq. Nel 2005, aveva creato un’azienda tecnologica focalizzata nel settore della difesa, denominata RedXDefense, che aveva contratti con l’esercito, in particolare con la DARPA.
Nel 2009, durante l’amministrazione Obama, la Dugan era stata nominata dal segretario alla difesa, Robert Gates, direttrice della DARPA. C’erano state molte discussioni sul fatto che si trattava della prima donna a dirigere l’agenzia, ma di lei si ricorda soprattutto il cosiddetto approccio innovativo alle “Forze Speciali.” Durante il suo mandato, aveva creato l’ormai defunto Transformational Convergence Technology Office della DARPA, che si era concentrato sui social network, la biologia sintetica e l’intelligenza artificiale. Molti dei temi precedentemente gestiti da quell’ufficio sono ora supervisionati dal Biological Technologies Office della DARPA, che era stato creato nel 2014 e che si interessa di tutto, “dai microbi programmabili alla simbiosi uomo-macchina.” Il Biological Technologies Office, come Wellcome Leap, persegue un mix di programmi biotecnologici incentrati su salute e sforzi transumanisti.
Subito prima di lasciare il suo incarico al vertice della DARPA, la Dugan aveva iniziato il coinvolgimento dell’agenzia nella tecnologia dei vaccini mRNA, che, come passo successivo, aveva portato agli investimenti della DARPA in Pfizer e Moderna. Lo scienziato della DARPA che aveva fatto pressioni sulla Dugan affinché sostenesse questo programma, Dan Wattendorf, ora lavora come direttore di Innovative Technology Solutions alla Bill & Melinda Gates Foundation.
Anche se il lavoro della Dugan alla DARPA è ricordato con piacere dai rappresentanti dello stato di sicurezza nazionale (e anche da quelli della Silicon Valley), la Dugan, durante il suo periodo come direttrice della DARPA, era stata indagata per conflitti di interesse, in quanto la sua azienda, la RedXDefense, durante il suo mandato aveva acquisito milioni in contratti con il Dipartimento della Difesa. Anche se, mentre era alla guida della DARPA, si era ritirata da qualsiasi ruolo formale nella società, aveva comunque continuato a detenervi una significativa partecipazione finanziaria e un’indagine militare aveva poi scoperto che aveva violato le regole etiche in misura significativa.
Invece di essere chiamata a rispondere del suo operato, la Dugan era poi diventata un alto dirigente di Google, dove aveva gestito l’Advanced Technology and Products Group (ATAP), che era stato scorporato da Motorola Mobility nel 2012, dopo l’acquisizione di quella società da parte di Google. L’ATAP di Google era stato modellato sulla DARPA e vi avevano lavorato altri funzionari ex-DARPA, oltre alla Dugan.
In Google, la Dugan aveva supervisionato diversi progetti, tra cui quello che è ora la base del business della “realtà aumentata” di Google, allora conosciuto come Project Tango, così come l’abbigliamento “intelligente,” con sensori tattili inseriti direttamente nel tessuto. Un altro progetto della Dugan aveva riguardato l’uso di un “tatuaggio digitale” per sbloccare gli smartphone. Ancora più controverso, quello della creazione di una “pillola di autenticazione digitale”. Secondo la Dugan, quando la pillola viene ingoiata, “tutto il tuo corpo diventa il tuo ‘gettone’ di autenticazione”. la Dugan aveva descritto il programma della pillola e molti degli altri suoi progetti in Google come un’attività per risolvere “la mancata corrispondenza meccanica tra gli esseri umani e l’elettronica” e aveva cercato di mettere a punto una tecnologia che, a vari livelli, fondesse il corpo umano con le macchine. Mentre ricopriva questo incarico in Google, la Dugan, nel 2013, aveva tenuto un seminario alla Clinton Global Initiative dal titolo Game-Changers in Technology e aveva partecipato alla riunione del Bilderberg del 2015, dove l’IA era stata l’argomento principale di discussione.
Nel 2016, la Dugan aveva lasciato Google per Facebook, dove aveva assunto la direzione dell’agenzia di ricerca di Facebook equivalente alla DARPA, allora conosciuta come Building 8. I legami tra DARPA e Facebook sono stati discussi in un recente articolo di Unlimited Hangout. Sotto la Dugan, Building 8 aveva investito molto nella tecnologia di interfacciamento cervello-macchina, da cui sono scaturiti i braccialetti “neurali indossabili” della società, che sarebbero in grado di anticipare i movimenti della mano e delle dita captando i segnali cerebrali. Facebook ha mostrato i prototipi del progetto all’inizio di quest’anno.
La Dugan aveva lasciato Facebook solo diciotto mesi dopo il suo ingresso a Building 8, annunciando i suoi piani “per concentrarsi sulla costruzione e la guida di una nuova impresa”, in un apparente riferimento a Wellcome Leap. La Dugan aveva poi detto che era come se si fosse allenata per il suo ruolo in Wellcome Leap fin da quando aveva iniziato a lavorare, descrivendo l’incarico come l’apice della propria carriera. Quando, in un’intervista all’inizio di quest’anno, le era stato chiesto chi sono i clienti di Wellcome Leap, la Dugan si era dilungata molto, ma, essenzialmente, aveva risposto che il progetto serve le industrie biotecnologiche e farmaceutiche, le organizzazioni internazionali come l’ONU e il parternariato pubblico-privato.
Oltre al suo ruolo in Wellcome, la Dugan è anche membro della task force sponsorizzata dal Council on Foreign Relations nel 2019 sulla politica statunitense in materia di tecnologia e innovazione. Altri membri includono Reid Hoffman di LinkedIn, il presidente del McKinsey Institute Global, James Manyika, l’ex capo di Google, Eric Schmidt e il principale e controverso consigliere scientifico del presidente Biden, Eric Lander.
L’altro dirigente di Wellcome Leap, il direttore operativo (COO) Ken Gabriel, ha un background strettamente legato a quello della Dugan. Gabriel, come la Dugan, è un ex program manager della DARPA, dove aveva guidato la ricerca sui sistemi microelettromeccanici (MEMS) dell’agenzia dal 1992 al 1996. Aveva poi avuto l’incarico di vice direttore della DARPA dal 1995 al 1996 ed era stato direttore dell’Ufficio di tecnologia elettronica dal 1996 al 1997, con la responsabilità di circa la metà di tutti gli investimenti federali in tecnologia elettronica. Alla DARPA, Gabriel aveva lavorato a stretto contatto con l’FBI e la CIA.
Gabriel aveva lasciato la DARPA per la Carnegie Mellon University, dove, all’indomani dell’11 settembre 2001, aveva ricoperto la carica di responsabile dell’Ufficio per le tecnologie di sicurezza. Quell’ufficio era stato creato dopo l’11 settembre specificamente per aiutare a soddisfare le esigenze di sicurezza nazionale del governo federale, secondo il comunicato della Carnegie Mellon sul programma. Più o meno in quello stesso periodo, Gabriel era stato considerato “l’architetto dell’industria MEMS,” sia per il suo lavoro alla DARPA che per aver fondato, nel 2002, la società di semiconduttori MEMS Akustica. Aveva quindi ricoperto la carica di presidente e chief technology officer di Akustica fino al 2009, momento in cui era tornato a lavorare alla DARPA come vice direttore dell’agenzia, lavorando direttamente alle dipendenze di Regina Dugan.
Nel 2012, Gabriel aveva seguito la Dugan all’Advanced Technology and Products Group di Google, che era stato praticamente una sua creazione. Secondo Gabriel, i cofondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, gli avevano dato l’incarico di creare da Motorola Mobility “un modello privato di DARPA partendo da zero”. L’incarico era stato dato a Regina Dugan, con Gabriel nuovamente suo vice. Nel 2013, la Dugan e Gabriel avevano scritto un pezzo per l‘Harvard Business Review su come la spinta all’innovazione delle “Forze Speciali” di DARPA avrebbe potuto rivoluzionare sia il settore pubblico che quello privato se applicato in modo più esteso. Gabriel aveva lasciato Google nel 2014, ben prima della Dugan, per servire come presidente e CEO dei Charles Stark Draper Laboratories, meglio conosciuti come Draper Labs, che sviluppano “soluzioni tecnologiche innovative” per la comunità di sicurezza nazionale, con particolare attenzione ai sistemi biomedici, energia e tecnologia spaziale. Gabriel aveva ricoperto questa posizione fino al 2020, quando si era bruscamente dimesso per andare alla direzione del Wellcome Leap con la Dugan.
Oltre al suo ruolo alla Wellcome, Gabriel è anche un “pioniere tecnologico” del World Economic Forum e siede nel consiglio di amministrazione della Galvani Bioelectronics, una joint venture di GlaxoSmithKline, intimamente legata al Wellcome Trust, e [nel consiglio di amministrazione] della Verily, controllata da Google. La Galvani si concentra sullo sviluppo di “medicine bioelettroniche” che coinvolgono “la modulazione basata sull’impianto di segnali neurali”, un evidente tentativo dell’industria farmaceutica e della Silicon Valley per la normalizzazione delle “medicine” transumaniste. Presidente di lunga data del consiglio di amministrazione della Galvani, di cui Gabriel fa parte, è Moncef Slaoui, che ha guidato il programma Operazione Warp Speed per lo sviluppo e la distribuzione del vaccino COVID-19 negli Stati Uniti. Slaoui era stato sollevato dalla sua posizione alla Galvani lo scorso marzo a causa di denunce ben circostanziate di molestie sessuali.
Jeremy Farrar, manager narrativo di Pandemic
Anche se, apparentemente, a dirigere l’iniziativa sono la Dugan e Gabriel, Wellcome Leap è il frutto della mente di Jeremy Farrar e Mike Ferguson, che ricoprono la carica di direttore. Farrar è il direttore del Wellcome Trust stesso, e Ferguson è vice presidente del consiglio dei governatori del Trust. Farrar è direttore del Wellcome Trust dal 2013 ed è stato attivamente coinvolto nel processo decisionale critico a livello globale fin dall’inizio della crisi COVID. È anche un collaboratore dell’agenda del World Economic Forum e, nel 2019, aveva co-presieduto la riunione del WEF sull’Africa.
Il Wellcome Trust di Farrar è anche un partner strategico del WEF e, sempre con il WEF, [Farrar] ha cofondato la COVID Action Platform. Più di recente, Farrar è stato anche coinvolto nell’iniziativa COVID-Zero di Wellcome, anch’essa legata al WEF. Farrar ha inquadrato quell’iniziativa come “un’opportunità per le aziende di far progredire una scienza che, alla fine, potrà ridimensionare le influenze negative per il business”. Finora ha convinto i titani della finanza, tra cui Mastercard e Citadel, ad investire milioni in ricerca e sviluppo presso le organizzazioni favorite dal Wellcome Trust.
Alcuni dei controversi progetti di ricerca medica di Wellcome in Africa, così come i suoi legami con il movimento eugenetico britannico, sono stati esplorati nel mese di dicembre in un articolo pubblicato su Unlimited Hangout. Quel rapporto esplora anche le intime connessioni di Wellcome con il vaccino COVID-19 di Oxford-AstraZeneca, il cui uso è stato ora limitato o vietato in diversi Paesi. Come accennato nell’introduzione, il Wellcome Trust stesso sarà il soggetto di un prossimo articolo di Unlimited Hangout (Parte 2).
Jeremy Farrar, nato a Singapore nel 1961, era stato precedentemente direttore dell’Unità di ricerca clinica dell’Università di Oxford a Ho Chi Minh City, a partire dal 1998. Durante quel periodo, aveva scritto numerosi articoli di ricerca epidemiologica. In un pezzo sul Financial Times del 2014 aveva affermato che la decisione di trasferirsi in Vietnam era dovuta al suo disprezzo per le sale conferenze piene di uomini bianchi.
Il sud-est asiatico era ovviamente un ambiente molto meno regolamentato nel settore della scienza medica per qualcuno che desiderasse svolgere una ricerca innovativa. Anche se la sua sede di lavoro era in Vietnam, Farrar era stato inviato da Oxford in varie località del mondo per studiare le epidemie in tempo reale. Nel 2009, quando l’influenza suina stava devastando il Messico, Farrar era saltato su un aereo per tuffarsi nel vivo dell’azione, cosa che aveva fatto anche per le successive epidemie globali di Ebola, MERS e influenza aviaria.
Nel corso dell’ultimo anno, sono sorte molte domande riguardanti proprio il potere esercitato da Farrar sulla politica di salute pubblica globale. Recentemente, il consigliere medico capo del presidente degli Stati Uniti, Anthony Fauci, su richiesta del Washington Post, è stato costretto a rilasciare le sue e-mail e la corrispondenza di marzo e aprile 2020. Le email rese pubbliche rivelano quella che sembra essere una vera e propria cospirazione di alto livello da parte di alcune delle massime autorità sanitarie degli Stati Uniti per sostenere, falsamente, che la COVID-19 avrebbe potuto essere solo di origine zoonotica, nonostante le indicazioni del contrario. Le e-mail sono state pesantemente censurate come lo sono di solito, presumibilmente per proteggere i dati personali delle persone coinvolte, ma le alterazioni al testo codificate “(b)(6)” proteggono anche gran parte del contributo di Jeremy Farrar a queste discussioni. Chris Martenson, ricercatore economico e studente post-dottorato di neurotossicologia e fondatore di Peak Prosperity, aveva rilasciato alcuni commenti perspicaci sulla questione, tra cui il perché di una simile protezione a Farrar, dato che è il direttore di un “trust caritatevole.” Martenson aveva continuato chiedendosi come mai il Wellcome Trust fosse stato coinvolto in queste discussioni di alto livello.
Una e-mail di Fauci, datata 25 febbraio 2020 e inviata da Amelie Rioux dell’OMS, affermava che il ruolo ufficiale di Jeremy Farrar in quel momento era “agire come punto focale del consiglio sull’epidemia di COVID-19, per rappresentare e guidare il consiglio di amministrazione sugli aspetti scientifici dell’epidemia e sul finanziamento della risposta”.
Farrar aveva in precedenza presieduto il consiglio consultivo scientifico dell’OMS. Le e-mail mostrano anche come, in soli dieci giorni, fosse stato preparato il documento sulle “origini” del SARS-CoV-2, intitolato The Proximal Origin of SARS-CoV-2,che era stato accettato per la pubblicazione da Nature Medicine il 17 marzo 2020. L’articolo sosteneva che il virus SARS-CoV-2 avrebbe potuto provenire solo da fonti naturali, in contrapposizione alla ricerca sul gain-of-function, un’affermazione un tempo ritenuta vangelo dalla stampa mainstream, ma che, nelle ultime settimane, è stata sottoposta ad un notevole riesame critico.
Elaborare una narrativa sull’origine di un virus di importanza globale è un qualcosa in cui Farrar era già stato coinvolto. Nel 2004-5, era stato riferito che Farrar e il suo collega vietnamita Tran Tinh Hien, vice direttore dell’Ospedale per le Malattie Tropicali, erano stati i primi ad identificare la comparsa dell’influenza aviaria (H5N1) negli esseri umani. Farrar aveva raccontato la storia delle origini in molte occasioni, affermando che: “Era una bambina. L’aveva presa da un’anatra domestica, che era morta e che lei aveva disseppellito e riseppellito. È sopravvissuta”. Secondo Farrar, questa esperienza lo aveva spinto a fondare una rete globale, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per “migliorare le risposte locali alle epidemie”.
Un articolo pubblicato nel 2009 dal Rockefeller University Press’s Journal of Experimental Medicine è drammaticamente intitolato: Jeremy Farrar: When Disaster Strikes. Farrar, riferendosi alla storia dell’origine dell’H5N1 aveva dichiarato: “I rappresentanti dell’OMS – e questa non è una critica – avevano deciso che era improbabile che la bambina avesse la SARS o l’influenza aviaria. Se ne erano andati, ma il professor Hien era rimasto a parlare con la bambina e con sua madre. La bambina aveva ammesso di essere stata molto triste nei giorni precedenti a causa della morte della sua anatra domestica. La bambina e il fratello avevano litigato per la sepoltura dell’anatra e, a causa di questa discussione, era tornata indietro, aveva dissotterrato l’anatra e l’aveva riseppellita, probabilmente perché il fratello non sapesse dove era stata risepolta. Avendo saputo la storia, il professor Hien mi aveva telefonato a casa e mi aveva detto che era preoccupato per la bambina. Aveva preso dei tamponi dal naso e dalla gola della bambina e li aveva portati in ospedale. Quella notte, il laboratorio aveva fatto dei test sui campioni, ed erano positivi all’influenza A”.
Dopo essere venuto alla luce che Farrar aveva fatto parte del team che aveva creato la storia ufficiale sulle origini del SARS-CoV-2, le sue affermazioni sull’origine delle epidemie passate dovrebbero essere presa con la dovuta cautela.
Essendo direttore di un “trust caritatevole,” è completamente inspiegabile il coinvolgimento di Jeremy Farrar nella creazione di narrative controverse relative alla crisi COVID. Continua ad essere in prima linea nella risposta globale alla COVID, in parte tramite il Wellcome Leap Fund per “progetti non convenzionali, finanziati su larga scala”, in un tentativo evidente di creare una versione globale e “caritatevole” della DARPA. In effetti, Farrar, nel concepire il Wellcome Leap, si è posizionato per essere altrettanto, se non ancor più, strumentale nel costruire le fondamenta dell’era post-COVID, così come lo era stato nel costruire le basi della stessa crisi COVID. Questo è significativo, perché il CEO di Wellcome Leap, Regina Dugan, ha etichettato la COVID-19 come il “momento Sputnik” di questa generazione, che lancerà una nuova era di “innovazione sanitaria”, proprio come il lancio dello Sputnik aveva iniziato un’era spaziale tecnologica globale. Wellcome Leap ha tutta l’intenzione di guidare il gruppo.
I “sovrani” dell’industria del sequenziamento genico
In contrasto con le evidenti connessioni di tutti questi personaggi con DARPA, Silicon Valley e Wellcome, il presidente del consiglio di amministrazione di Wellcome Leap, Jay Flatley, ha un background diverso. Flatley è il capo di lunga data di Illumina, un gigante californiano di hardware e software per il sequenziamento genetico che, attualmente, domina il campo della genomica. Anche se si era dimesso dal consiglio di Illumina nel 2016, aveva continuato a servire come presidente esecutivo nel suo consiglio di amministrazione. Flatley era stato il primo ad essere scelto per una posizione di leadership a Wellcome Leap, ed era stato lui a proporre Regina Dugan per il ruolo di amministratore delegato dell’organizzazione, secondo una recente intervista rilasciata dalla stessa Dugan.
Come si legge in un profilo di Illumina sulla rivista economica Fast Company, Illumina “opera dietro le quinte, vendendo hardware e servizi alle aziende e agli istituti di ricerca”, tra cui 23andMe. L’amministratore delegato di 23andMe, Anne Wojcicki, sorella dell’amministratore delegato di YouTube, Susan Wojcicki, e moglie del cofondatore di Google, Sergey Brin, ha detto a Fast Company: «È pazzesco. Illumina è il dominatore di tutto questo universo e nessuno lo sa». L’articolo fa notare che 23andMe, come la maggior parte delle aziende che si occupano di sequenziamento e analisi del DNA, utilizza macchinari prodotti da Illumina.
Nel 2016, Illumina aveva lanciato un “aggressivo” piano quinquennale per “portare la genomica dai laboratori di ricerca agli ambulatori medici”. Dato lo stato attuale delle cose, in particolare la spinta globale verso i vaccini e le terapie incentrate sui geni, quel piano, che termina quest’anno, non avrebbe potuto essere più tempestivo. L’attuale CEO di Illumina, Francis DeSouza, aveva precedentemente ricoperto posti chiave in Microsoft e Symantec. Sempre nel 2016, i team esecutivi di Illumina avevano previsto un futuro in cui gli esseri umani sarebbero stati testati geneticamente, dalla nascita alla tomba, sia per scopi medici che commerciali.
Mentre la maggior parte delle aziende ha lottato per sopravvivere finanziariamente durante la pandemia del coronavirus, alcune hanno avuto un massiccio aumento dei profitti. Illumina ha visto il prezzo delle sue azioni raddoppiare dall’inizio della crisi COVID. Il miliardo di dollari di profitti dell’azienda durante l’ultimo anno fiscale è stato ovviamente favorito dalla rapida approvazione delle apparecchiature NovaSEQ 6000, che possono testare un gran numero di campioni COVID più rapidamente di altri dispositivi. Le macchine hanno un prezzo elevato, quasi un milione di dollari al pezzo, e quindi si trovano per lo più in strutture d’élite, laboratori privati e università di alto livello.
Oltre al suo ruolo di leadership di lunga data presso Illumina, Jay Flatley è anche un “membro digitale” del World Economic Forum, nonché il principale direttore indipendente di Zymergen, una società “tech pioneer” del WEF, che sta “ripensando la biologia e reimmaginando il mondo”. Flatley, che ha anche partecipato a diverse riunioni del Club di Davos, si era rivolto al WEF con la “promessa di una medicina di precisione [cioè, gene-specifica]”.
In un’altra riunione del WEF, Flatley, insieme al segretario alla salute del Regno Unito, Matt Hancock, aveva promosso l’idea di introdurre il sequenziamento genomico dei bambini al momento della nascita, sostenendo che la cosa aveva “il potenziale per spostare il sistema sanitario da reattivo a preventivo”. Alcuni partecipanti alla discussione avevano addirittura chiesto l’obbligatorietà del sequenziamento genomico dei neonati.
Oltre a Flatley come individuo, anche Illumina, come azienda, è un partner del WEF e, con la sua piattaforma, avrà un ruolo chiave nel futuro dell’assistenza sanitaria. Un alto dirigente di Illumina è presente anche nel Consiglio sul Futuro Globale del WEF sulla biotecnologia.
Una nuova speranza (HOPE)
Wellcome Leap ha attualmente quattro programmi: Multi-Stage Psych, Delta Tissue, 1KD e HOPE [speranza]. HOPE è stato il primo programma ad essere annunciato da Wellcome Leap e sta per Human Organs, Physiology and Engineering. Secondo la descrizione completa del programma, HOPE mira a “sfruttare la potenza della bioingegneria per far progredire cellule staminali, organoidi e sistemi di organi interi e connessioni che ricapitolano la fisiologia umana in vitro e ripristinano le funzioni vitali in vivo”.
HOPE ha due obiettivi principali in programma. In primo luogo, cerca di “bioingegnerizzare una piattaforma multiorgano, che ricrei le risposte immunologiche umane con sufficiente fedeltà da raddoppiare il valore predittivo di un trial preclinico per quanto riguarda l’efficacia, la tossicità e l’immunogenicità degli interventi terapeutici”. In altre parole, questa piattaforma bioingegnerizzata che imita gli organi umani verrebbe utilizzata per testare gli effetti dei prodotti farmaceutici, compresi i vaccini, il che potrebbe creare una situazione in cui le prove sugli animali verrebbero sostituite da test su organi modificati geneticamente e coltivati in vitro. Anche se un tale progresso sarebbe certamente utile nel senso di ridurre la sperimentazione animale, spesso non etica, la fiducia in un tale sistema innovativo per consentire ai trattamenti medici di passare direttamente alla fase di sperimentazione umana richiederebbe anche la fiducia nelle istituzioni che sviluppano tale sistema e nei suoi finanziatori.
Allo stato attuale, il Wellcome Trust ha troppi legami con attori corrotti nell’industria farmaceutica, visto che aveva iniziato come braccio “filantropico” del gigante farmaceutico britannico GlaxoSmithKline, perché qualcuno possa fidarsi di ciò che stanno producendo senza una reale conferma indipendente, data la storia di alcuni dei loro partner nel falsificare i dati dei test clinici, sia animali che umani, per vaccini e altri prodotti.
Il secondo obiettivo di HOPE è quello di arrivare all’uso di organi ibridi macchina-uomo da trapiantare negli esseri umani. Questo obiettivo si concentra sul ripristino delle “funzioni organiche utilizzando organi coltivati o sistemi ibridi biologici/sintetici”, con l’obiettivo successivo di bioingegnerizzare un organo umano completamente trapiantabile dopo alcuni anni.
Più avanti nella descrizione del programma, l’interesse a fondere il sintetico e il biologico diventa ancora più chiaro quando si afferma: «È il momento giusto per favorire le sinergie tra gli organoidi, la bioingegneria e le tecnologie di immunoingegneria e far progredire lo stato dell’arte della biologia umana in vitro…. costruendo sistemi controllabili, accessibili e scalabili». Il documento descrittivo del programma nota anche l’interesse di Wellcome negli approcci dell’ingegneria genetica per il “miglioramento delle proprietà desiderate e l’inserimento di marcatori tracciabili” e l’ambizione di Wellcome di riprodurre i mattoni del sistema immunitario e dei sistemi di organi umani attraverso mezzi tecnologici.
Bambini transumani?
Il secondo programma che sarà portato avanti da Wellcome Leap si chiama “The First 1000 Days: Promoting Healthy Brain Networks”, abbreviato dall’organizzazione in 1KD. È probabilmente il programma più inquietante perché il suo target di riferimento sono i bambini piccoli, in particolare i neonati dai tre mesi agli infanti di tre anni. Il programma è supervisionato da Holly Baines, che, in precedenza, era stata ai vertici dello sviluppo della strategia per il Wellcome Trust, prima di entrare in Wellcome Leap come leader del programma 1KD.
1KD si concentra sullo sviluppo di “modi oggettivi e scalabili per valutare la salute cognitiva del bambino”, monitorando lo sviluppo e la funzione cerebrale in neonati e bambini, permettendo ai professionisti di “stratificare i bambini in base al rischio” e “prevedere le risposte agli interventi” in cervelli in via di sviluppo.
Il documento di descrizione del programma nota che, fino a questo punto della storia, “le nostre prime fonti di informazione su un cervello in via di sviluppo sono state le tecniche di neuroimmagine e i modelli animali, che possono aiutare ad identificare i biomarcatori quantitativi della salute della rete [neurale] e a caratterizzare le differenze di rete alla base dei comportamenti”. Afferma poi che i progressi nella tecnologia “stanno aprendo ulteriori possibilità nei neonati”.
La descrizione del programma continua dicendo che le reti neurali artificiali, una forma di IA, “hanno dimostrato la fattibilità di modellare il processo di potatura della rete e l’acquisizione di comportamenti complessi in modo molto simile ad un cervello in via di sviluppo”, mentre i miglioramenti nell’apprendimento automatico, un altro sottoinsieme di IA, possono ora essere utilizzati per estrarre “segnali significativi” dal cervello di neonati e bambini piccoli. Questi algoritmi possono poi essere utilizzati per sviluppare “interventi” per i bambini che, secondo altri algoritmi, sarebbero in pericolo di avere funzioni cerebrali sottosviluppate.
Il documento continua con la promessa di “sensori mobili a basso costo, indossabili e di sistemi domestici” per “fornire una nuova opportunità per valutare l’influenza e la dipendenza dello sviluppo del cervello partendo dalle interazioni fisiche e sociali naturali”. In altre parole, questo programma cerca di utilizzare “registrazioni domestiche audiovisive” e dispositivi indossati dai bambini per raccogliere milioni e milioni di dati. Wellcome Leap descrive questi dispositivi indossabili come “distintivi elettronici relativamente discreti e scalabili che raccolgono dati visivi, uditivi e di movimento, nonché caratteristiche interattive (come l’avvicendamento, il ritmo e i tempi di reazione)”. In un altro punto del documento c’è un invito a sviluppare “sensori indossabili per valutare misure fisiologiche predittive della salute cerebrale (ad esempio, l’attività elettrodermica, la frequenza respiratoria e la frequenza cardiaca) e apparecchiature EEG wireless indossabili o tecnologia eye-tracking” per l’uso in neonati e bambini fino ai tre anni
Come altri programmi Wellcome Leap, questa tecnologia è stata sviluppata con l’intenzione di renderla mainstream nella scienza medica entro i prossimi cinque-dieci anni, il che significa che questo sistema – anche se inquadrato come un modo per monitorare il funzionamento del cervello dei bambini per migliorare i risultati cognitivi – è una ricetta per la sorveglianza totale di neonati e bambini molto piccoli, nonché un mezzo per alterare il funzionamento del loro cervello, secondo i dettami degli algoritmi e dei programmatori di Leap.
1DK ha due obiettivi programmatici principali. Il primo è quello di “sviluppare un modello completamente integrato e strumenti di misurazione quantitativa dello sviluppo della rete [neuronale] nei primi 1000 giorni [di vita], sufficiente a prevedere la formazione della EF [funzione esecutiva] prima del primo compleanno del bambino”. Tale modello, si legge nella descrizione, “dovrebbe prevedere i contributi della nutrizione, del microbioma e del genoma” sulla formazione del cervello, così come gli effetti di “interazioni sociali e sensomotorie [o mancanza di esse] sui processi di potatura della rete” e i risultati EF. Il secondo punto chiarisce che l’adozione diffusa di tali tecnologie di monitoraggio neurologico nei bambini piccoli e nei neonati è l’obiettivo finale di 1DK. Si afferma infatti che il programma prevede di “creare metodi scalabili per ottimizzare la promozione, la prevenzione, lo screening e gli interventi terapeutici per migliorare di almeno il 20% l’EF nell’80% dei bambini al di sotto dei 3 anni”.
Fedele ai legami eugenetici del Wellcome Trust (da esplorare più a fondo nella Parte 2), la 1DK di Wellcome Leap nota che “per avere un impatto più ampio, sono di primario interesse i miglioramenti della funzione esecutiva (EF), da sottosviluppata a normale o da normale a ben sviluppata in tutta la popolazione”.
Uno degli obiettivi del 1DK non è quindi curare la malattia o affrontare una “sfida pubblica di salute globale” ma quello di cercare un aumento cognitivo dei bambini utilizzando mezzi sviluppati da algoritmi IA e con una tecnologia invasiva basata sulla sorveglianza.
Un altro aspetto inquietante del programma è il suo piano per “sviluppare un ‘assembloide’ cerebrale 3D in vitro che replichi la formazione temporale” di un cervello in via di sviluppo, simile ai modelli messi a punto monitorando lo sviluppo del cervello di neonati e bambini. Più avanti, la descrizione del programma lo chiama un modello cerebrale di un bambino “in-silico”, un qualcosa di ovvio interesse per i transumanisti, che vedono un tale sviluppo come foriero della cosiddetta singolarità. Oltre a ciò, sembra che questo modello in-silico, e quindi sintetico, del cervello sia progettato per essere usato come il “modello” su cui i cervelli di neonati e bambini verranno riprogrammati dagli “interventi terapeutici” menzionati sopra nella descrizione del programma.
Dovrebbe essere chiaro quanto sia sinistro che un’organizzazione che riunisce le peggiori menti da “scienziato pazzo” sia del mondo delle ONG che della ricerca militare stia apertamente progettando di condurre simili esperimenti sul cervello di neonati e bambini, vedendo loro come un set di dati e i loro cervelli come un qualcosa da far “potare” da una macchina “intelligente”. Permettere a questo progetto di avanzare senza ostacoli, senza che il pubblico lo respinga, significherebbe dare il via libera ad un pericoloso programma che prende di mira i membri più giovani e vulnerabili della società e, probabilmente, farlo progredire fino al punto in cui sarà difficile fermarlo.
Una “macchina del tempo per il tessuto”
Il terzo e più recente programma ad unirsi al Wellcome Leap si chiama Delta Tissue, abbreviato dall’organizzazione in ΔT. Delta Tissue mira a creare una piattaforma per monitorare i cambiamenti nella funzione e nelle interazioni uomo-tessuto in tempo reale, apparentemente per “capire la condizione di una malattia in ogni persona e prevedere meglio come quella malattia potrebbe evolvere”. Riferendosi a questa piattaforma come ad una “macchina del tempo del tessuto”, Wellcome Leap ritiene che Delta Tissue sia in grado di prevedere l’insorgenza della malattia ancora prima che si verifichi, consentendo anche interventi medici “mirati al singolo individuo”.
Ben prima dell’era COVID, la medicina di precisione o medicina “mirata o adattata all’individuo” era una frase in codice per i trattamenti basati sui dati genetici dei pazienti e/o per i trattamenti che alterano la funzione degli acidi nucleici (DNA e RNA). Per esempio, il governo degli Stati Uniti definisce la “medicina di precisione” come “un approccio emergente per il trattamento e la prevenzione delle malattie, che tiene conto della variabilità individuale di geni, ambiente e stile di vita di ogni persona” Allo stesso modo, un documento del 2018 pubblicato su Technology nota che, in oncologia, “la medicina di precisione e personalizzata . . . favorisce lo sviluppo di trattamenti specializzati per ogni specifico sottotipo di cancro, basati sulla misurazione e la manipolazione dei dati genetici e omici chiave del paziente (trascrittomica, metabolomica, proteomica, ecc.)”.
Prima della COVID-19 e del relativo vaccino, la tecnologia mRNA utilizzata dalle aziende finanziate da DARPA, Moderna e Pfizer, era commercializzata come trattamento di medicina di precisione e veniva generalmente descritta come “terapia genica” negli articoli dei media. Questa tecnologia veniva anche promossa come un metodo rivoluzionario per il trattamento del cancro, non sorprende quindi che il programma Delta Tissue a Wellcome Leap usi una giustificazione simile per sviluppare un programma che mira ad offrire terapie geniche personalizzate ancora prima dell’insorgenza della malattia stessa.
Questa piattaforma Delta Tissue lavora per combinare “le ultime tecnologie di profiling di cellule e tessuti con i recenti progressi nell’apprendimento automatico”, cioè l’IA. Date le connessioni di Wellcome Leap con l’esercito americano, vale la pena notare che il Pentagono e Google, entrambi ex datori di lavoro del CEO di Wellcome Leap, Regina Dugan, e del suo COO, Ken Gabriel, lavorano insieme dallo scorso settembre all’uso dell’IA per prevedere l’insorgere delle malattie negli esseri umani, concentrandosi prima sul cancro per poi espandersi alla COVID-19 e a tutte le patologie in mezzo. Il programma Delta Tissue sembra avere ambizioni correlate, in quanto nella descrizione si chiarisce che lo scopo ultimo del programma è quello di utilizzare la sua piattaforma per il trattamento di tutta una serie di tumori e malattie infettive.
L’obiettivo finale di questo programma Wellcome Leap è “sradicare le malattie croniche e impegnative che causano così tanta sofferenza in tutto il mondo”. Ha intenzione di raggiungere questo obiettivo attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, che però non hanno mai una capacità predittiva precisa al 100%, e con trattamenti di editing genetico quasi del tutti nuovi e non testati a fondo. Quest’ultimo punto è importante, visto che numerosi studi hanno rivelato che uno dei principali metodi per l’editing genico negli esseri umani, il CRISPR, causa notevoli danni al DNA, danni in gran parte irreparabili (vedi qui, qui e qui). Sembra plausibile che una persona inserita in un tale percorso di trattamento medico hi-tech continuerà ad avere bisogno di una serie infinita di trattamenti di gene-editing e forse di altri trattamenti hi-tech invasivi per mitigare e gestire gli effetti di uno splicing genico maldestro.
Sorveglianza totale per curare la “depressione”
Il programma più recente di Wellcome Leap, lanciato proprio questa settimana, si chiama “Multi-Channel Psych: Revealing Mechanisms of Anhedonia” ed è ufficialmente focalizzato alla creazione di trattamenti “complessi e biologici” per la cura della depressione.
In Wellcome Leap inquadrano così il problema che intendono affrontare con questo programma:
“Abbiamo capito che le connessioni sinaptiche servono come valuta delle comunicazioni neurali, e che rafforzare o indebolire queste connessioni può facilitare l’apprendimento di nuove strategie comportamentali e modi di guardare al mondo. Attraverso studi su modelli animali e umani, abbiamo scoperto che gli stati emotivi sono codificati in complessi modelli di attività della rete neurale e che cambiare direttamente questi modelli attraverso la stimolazione cerebrale può modificare l’umore. Sappiamo anche che l’interruzione di queste reti delicatamente bilanciate può portare a malattie neuropsichiatriche”.
Aggiungono che i trattamenti per la depressione “basati sulla biologia” “non sono abbinati alla biologia degli esseri umani in cui vengono utilizzati” e che perciò i trattamenti per la depressione dovranno essere adattati “alla biologia specifica” dei singoli pazienti. Affermano chiaramente che quello che bisognerà fare per apportare tali modifiche personali al trattamento è ottenere “un facile accesso al substrato biologico della depressione, cioè al cervello”.
Nella descrizione del programma di Wellcome Leap è scritto che questo sforzo si concentrerà specificamente sull’anedonia, definita come “una compromissione del sistema di ricompensa basato sullo sforzo” e come un “sintomo chiave della depressione e di altre malattie neuropsichiatriche”. In particolare, nel documento, Wellcome Leap afferma:
“Anche se esistono molte definizioni di anedonia, non siamo molto interessati ad una ricerca sulla riduzione del piacere consumistico, sull’esperienza generale del piacere, o sull’incapacità di provare piacere. Piuttosto, come descritto sopra, daremo la priorità alle indagini sull’anedonia in relazione ai danni nel sistema di ricompensa basato sullo sforzo, ad esempio alla ridotta motivazione a completare i compiti e alla diminuita capacità di applicare lo sforzo per raggiungere un determinato obiettivo”.
In altre parole, Wellcome Leap è interessato solo a trattare gli aspetti della depressione che interferiscono con la capacità lavorativa di un individuo, non a migliorare la qualità o il piacere della vita.
Leap, nella discussione dei propri obiettivi, specifica che cercherà di sviluppare modelli per come i pazienti rispondono a trattamenti che includono “modifiche del comportamento nuove o già esistenti, psicoterapia, farmaci e opzioni di neurostimolazione”, determinando allo stesso tempo a livello individuale il “genoma, il fenoma [la somma dei tratti fenotipici di un individuo], la connettività di rete [neurale], il metaboloma [la somma dei tratti metabolici di un individuo], il microbioma, i livelli di plasticità del processo di elaborazione della ricompensa”, tra le altre cose. In definitiva, [Leap] cerca di prevedere la relazione tra il genoma di un individuo e come nel suo cervello opera il meccanismo di “l’elaborazione della ricompensa”. Fa capire che i dati utilizzati per creare questo modello dovrebbero comportare l’uso di tecnologie indossabili, affermando che i ricercatori “dovrebbero cercare di sfruttare i dati ricavati dagli indossabili o dalle registrazioni domestiche, oltre a quelli ottenuti in clinica, in ospedale o in laboratorio”.
Una delle principali aree di ricerca incluse nel programma mira a “sviluppare nuovi strumenti di misurazione scalabili per una quantificazione affidabile e ad alta densità dell’umore (sia riportato soggettivamente che quantificato oggettivamente attraverso la biometria, come il tono di voce, l’espressione facciale, ecc.), il sonno, il movimento, il funzionamento del sistema di ricompensa, i livelli di sforzo/motivazione/energia, l’interazione sociale, l’assunzione di calorie e l’uscita dell’asse HPA in situazioni del mondo reale”. L’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene) è menzionato in tutto il documento e questo è significativo perché si tratta di un sistema di feedback, negativo e positivo, che regola i meccanismi delle reazioni allo stress, l’immunità e anche la fertilità. Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante, visti i legami del Wellcome Trust con il movimento eugenetico britannico. Vale anche la pena notare che alcuni indossabili disponibili in commercio, come l’Halo di Amazon, già quantificano l’umore, il sonno e il movimento.
Gli autori del programma si spingono ancora più in là per quanto riguarda gli obiettivi da monitorare in tempo reale, affermando: «Incoraggiamo specificamente lo sviluppo di tecnologie non invasive per indagare direttamente lo stato del cervello umano». Gli esempi includono “un equivalente spinale non invasivo”, “sonde comportamentali o biomarcatori di plasticità neurale” e “capacità di monitoraggio neurale a sessione singola che definiscano uno stato cerebrale predittivo del trattamento”.
In altre parole, questo programma Wellcome Leap e i suoi autori cercano di sviluppare una tecnologia “non invasiva” e, probabilmente, indossabile in grado di monitorare l’umore di un individuo, le espressioni facciali, le interazioni sociali, lo sforzo, le motivazioni e, potenzialmente, anche i pensieri, al fine di “interrogare direttamente lo stato del cervello umano”. Pensare che un tale dispositivo rimanga confinato al mondo della ricerca è pura utopia, soprattutto se si considera che i luminari del WEF hanno tranquillamente affermato alle riunioni di Davos che i governi prevedono di utilizzare ampiamente una tale tecnologia sulle loro popolazioni come mezzo per colpire il dissenso ancor prima che si manifesti e di inaugurare un’era di “dittature digitali.”
L’attenzione a trattare solo gli aspetti della depressione che interferiscono con l’attività lavorativa della persona suggerisce anche che tale tecnologia, una volta sviluppata, verrebbe utilizzata per garantire il comportamento del “lavoratore perfetto” in settori in cui i lavoratori umani vengono rapidamente sostituiti dall’IA e dalle macchine, il che significa che i governanti potranno essere più selettivi su quali persone continueranno ad essere impiegate e quali no. Come altri programmi Wellcome Leap, se completati, i frutti del programma Multi-Channel Psych saranno probabilmente utilizzati per allevare una popolazione di docili automi i cui movimenti e pensieri saranno pesantemente sorvegliati e monitorati.
L’ultimo salto (Leap) per una vecchia agenda
Wellcome Leap non è impresa da poco, e i suoi direttori hanno i fondi, l’influenza e le connessioni per trasformare i loro sogni in realtà. La leadership dell’organizzazione include l’elemento chiave della spinta della Silicon Valley per la commercializzazione della tecnologia transumanista (Regina Dugan), l’“architetto” dell’industria MEMS (Ken Gabriel) e il “sovrano” della fiorente industria del sequenziamento genetico (Jay Flatley). Beneficia anche del finanziamento della più grande fondazione di ricerca medica del mondo, il Wellcome Trust, che è anche una delle forze principali nel plasmare la ricerca genetica e biotecnologica e la politica sanitaria a livello globale.
Un’inchiesta del Sunday Times del 1994 sul Trust aveva notato che “attraverso le sovvenzioni e le sponsorizzazioni [del Wellcome Trust], agenzie governative, università, ospedali e scienziati vengono influenzati in tutto il mondo. Il Trust distribuisce più soldi alle istituzioni del Medical Research Council del governo britannico”.
Poi notava che:
“Negli uffici al primo piano dell’edificio, si prendono decisioni che influenzano la vita e la salute con effetti paragonabili a quelli di una piccola guerra. Nella sala conferenze, in alto sopra la strada, e nella sala riunioni, nel seminterrato, vengono fatte scelte nel campo della biotecnologia e della genetica che contribuiranno a plasmare la razza umana”.
Poco è cambiato per quanto riguarda l’influenza del Trust da quando era stato pubblicato quell’articolo. Semmai, la sua influenza sui percorsi di ricerca e sulle decisioni che “contribuiranno a plasmare la razza umana” è solo cresciuta. I suoi funzionari ex-DARPA, che hanno costruito le loro carriere promuovendo la tecnologia transumanista sia nel settore pubblico che in quello privato, hanno obiettivi che si sovrappongono a quelli di Wellcome Leap. I progetti commerciali perseguiti dalla Dugan e da Gabriel nella Silicon Valley rivelano che Leap è guidato da persone che hanno a lungo cercato di far avanzare un’identica tecnologia a favore del profitto e della sorveglianza. Questo ridimensione drasticamente la pretesa di Wellcome Leap di voler ora perseguire tali tecnologie unicamente per il miglioramento della “salute globale.”
Infatti, come ha dimostrato questo articolo, la maggior parte di quelle tecnologie inaugurerebbe un’era profondamente inquietante di sorveglianza di massa sulle attività esterne e interne degli esseri umani, compresi i bambini piccoli e i neonati, creando anche una nuova èra di una medicina basata in gran parte su terapie di editing genico, i cui rischi sono notevoli e costantemente minimizzati dai suoi promotori.
Quando si comprende l’intimo legame che esiste da sempre tra eugenetica e transumanesimo, Wellcome Leap e le sue ambizioni hanno perfettamente senso. In un recente articolo su Unlimited Hangout, John Klyczek ha fatto notare che il primo direttore generale dell’UNESCO, nonché ex presidente della UK Eugenics Society, era Julian Huxley, che aveva coniato il termine “transumanesimo” nel suo libro del 1957 New Bottles for New Wine. Secondo Klyczek, Huxley sosteneva che “gli obiettivi eugenetici di ingegneria biologica dell’evoluzione umana dovrebbero essere raffinati attraverso le tecnologie transumaniste, che combinano i metodi eugenetici dell’ingegneria genetica con la neurotecnologia in grado di fondere uomini e macchine in un nuovo organismo”.
Ancora prima, nel 1946, Huxley aveva scritto riguardo al suo progetto sull’UNESCO che era essenziale che “il problema eugenetico sia esaminato con la massima cura e che la mente pubblica sia informata delle questioni in gioco, in modo che molto di ciò che ora è impensabile possa almeno diventare pensabile”, una dichiarazione stupefacente, se pensiamo che era stata fatta subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Grazie in gran parte al Wellcome Trust e alla sua influenza sia sulla politica che sulla ricerca medica nel corso di diversi decenni, il sogno di Huxley di riabilitare la scienza eugenetica nell’era post-Seconda Guerra Mondiale potrebbe presto diventare realtà. Non sorprende che il Wellcome Trust ospiti l’archivio dell’ex Eugenics Society guidata da Huxley e che vanti ancora stretti legami con il suo successore, il Galton Institute.
La domanda fondamentale è: continueremo a farci manipolare e permetteremo che il transumanesimo e l’eugenetica siano apertamente perseguìti e normalizzati, anche attraverso iniziative, come quelle di Wellcome Leap, che cercano di usare bambini e neonati come cavie per portare avanti la loro visione da incubo dell’umanità? Se slogan pubblicitari ben fatti e campagne mediatiche che dipingono visioni utopiche di “un mondo senza malattie” sono tutto ciò che serve per convincerci a cedere il nostro futuro e quello dei nostri figli a operatori militari, dirigenti d’azienda ed eugenisti, allora è rimasto ben poco della nostra umanità da cedere.
Whitney Webb
Nota dell’autrice: a questo articolo ha contribuito Johnny Vedmore.
Fonte: unlimitedhangout.com
Link: https://unlimitedhangout.com/2021/06/investigative-reports/a-leap-toward-humanitys-destruction/
25.06.2021
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