Perquisizioni a Trento

Perquisizioni a Trento

Martedì 21 luglio, a Trento, sono stati perquisiti dalla Digos, su mandato dei PM Ognibene e Profiti, l’appartamento di una compagna e lo spazio anarchico “El Tavan”, nell’ambito di un’indagine sul danneggiamento di alcuni sportelli bancomat e postamat avvenuto in città a metà maggio. Gli anonimi autori dei danneggiamenti avevano inviato al sito roundrobin.info il seguente messaggio:

«Sabato 16 maggio a Trento nove sportelli bancomat ed un postamat sono stati messi fuori uso. Contro le banche, che avranno solo da guadagnare dalla crisi che verrà dopo la pandemia, a scapito delle sfruttate e degli sfruttati. In solidarietà ai compagni ed alle compagne colpite dall’operazione
“Ritrovo”. E un saluto complice a chi continua a lottare».


Se al Tavan la polizia politica ha fatto la periodica incetta di caschi e bandiere (più un po’ di sassi e di vernice), nell’altra perquisizione ne ha approfittato per sequestrare computer, telefoni cellulari e parecchia corrispondenza, mentre il pretesto era la ricerca di una originalissima… felpa nera.
Le perquisizioni ad anarchici e anarchiche sembrano una delle attività sbirresche preferite di questo mese.
Per quanto ci riguarda, le azioni diurne o notturne contro le banche sono un modo assai sensato per dire chi dovrà pagare la “crisi”. Se poi sono anche dei gesti di solidarietà con chi viene colpito dalla repressione, i loro autori o le loro autrici si guadagnano tutta la nostra simpatia.


compagne e compagni