Valore e violenza. Sabotare la logistica di guerra

Valore e violenza. Sabotare la logistica di guerra

«Questo novissimo ordigno [il sabotaggio] – secondo il mio parere – in confronto dello sciopero, dell’ostruzionismo, del boicottaggio e di altri strumenti di difesa e di offesa che sono in potere dei lavoratori, ha la stessa superiorità che il ju-ji-tsu giapponese ha sulla boxe inglese o sulla lotta greco-romana.

E come il ju-ji-tsu, valendosi di uno studio più scientifico dell’anatomia umana, va alla ricera dei centri nervosi e muscolari più sensibili per premere su quelli provocando con uno sforzo minimo (basta la stretta di due dita) un dolore acutissimo che paralizza totalmente l’avversario, così il sabotaggio, fondandosi su di una più razionale valutazione della potenza capitalistica, va alla ricerca dei legamenti più vitali e dei supporti essenziali, per introdurre tra di essi una biella la quale, con una manovra relativamente facile, costringe l’avversario alla resa a discrezione».

Con queste parole un certo Notari presentava la prima edizione italiana (1911) de Il Sabotaggio, l’opuscolo scritto dall’anarchico e sindacalista francese Emile Pouget.

Segnaliamo questo approfondimento andato in onda su radio black-out a proposito di logistica di guerra. Dai porti alle autostrade, dalle ferrovie alle basi militari, dalle fabbriche di armi a quelle convertibili in tale direzione con una semplice mossa nel quadrante finanziario e politico, come mettere in pratica un efficace ju-ji-tsu antimilitarista e internazionalista? Quando la polizia – è cronaca di questi giorni a Berlino e anche in queste interviste raccontata – presenta una lista di concetti che non si possono esprimere in solidarietà con la Palestina, prima di staccare la luce a un congresso e infine procedere a degli arresti, l’urgenza della risposta è sempre meno aggirabile.

https://radioblackout.org/2024/04/valore-e-violenza-sabotare-interrompere-bloccare-la-logistica-di-guerra/