Viva la vera agricoltura (sulle proteste degli agricoltori)

Riprendiamo da terraelibertanoblogs.org:

Pubblichiamo questo volantino distribuito il 26 gennaio scorso a Trento, quando circa 200 trattori hanno mandato in tilt il traffico cittadino. Non è stato scritto da compagni, ma da partecipanti a una rete di scambio di beni e lavori senza denaro (“Banca etica del tempo”, si chiama), presenti anche nelle piazze contro il Green Pass e oggi in quelle contro il genocidio del popolo palestinese. Dal momento che la questione del cibo – di come viene prodotto, di quale rapporto con l’ambiente riproduce, di come viene distribuito – è una questione sociale (e rivoluzionaria) decisiva, l’attuale moto internazionale di agricoltori e allevatori merita la massima attenzione. Per lo più autonomo e ostile, almeno in Italia, rispetto ai sindacati di categoria, esso sta facendo esplodere la contraddizione tra “crisi climatica” e “crisi sociale”, e può prendere diverse direzioni a seconda di chi e cosa incontra per strada. Per quel che riquarda le prime iniziative di protesta in Trentino, possiamo segnalare due aspetti. Il primo è che il punto di riferimento di chi ha lanciato gli appuntamenti è il “mondo no green pass” (per il quale il nemico assoluto è il World Economic Forum di Davos). Il secondo è che la piattaforma rivendicativa è oscillata nel giro di qualche ora da obiettivi più universali ad altri più corporativi. Se, in una prima versione, si rifiutava la digitalizzazione (o “agricoltura 4.0”), i nuovi OGM, il cibo da laboratorio, e si proponeva una rilocalizzazione della produzione del cibo più favorevole ai contadini e meno devastante per l’ambiente, nella seconda versione sono comparse le piccole-medie imprese da salvaguardare contro i piani di Bruxelles e delle multinazionali. Non è sbalorditivo. Anche il mondo contadino è diviso in classi. Ma i riflessi delle condizioni di lavoro sulle coscienze non sono unilaterali. Se quasi tutti parlano contro la carne sintetica e la farina di grillo, non è solo per salvaguardare il proprio reddito, ma anche per una certa visione del mondo e dell’umano. Quello che c’è nelle teste, insomma, ha oggi un suo peso specifico maggiore rispetto al passato. È anche sulle idee di società, oltre che sulle forme di lotta, che si disegnano alleanze e complicità. La vasta simpatia che ha accolto il passaggio dei trattori può diventare partecipazione attiva. Come ha scritto un contadino sul suo cartello: «La nostra fine sarà la vostra fame».

VIVA LA VERA AGRICOLTURA

Moltissimi di noi provengono da decine di generazioni di “contadini” e sono secoli di storia famigliare, ma la narrazione di soprusi a cui sono stati sottoposti coloro che si erano dedicati alla terra viene da molto più lontano.

L’agricoltura (dal latino àger: campo / cultura: coltivazione) è la cura dedicata alla terra da parte di chi ama la terra e quindi si riconosce nello svolgimento consapevole di un servizio di alto valore etico sociale.

Così da tanto tempo invece, nello scorrere della storia, è vero che il contadino viene castigato, imbrogliato, deriso, ignorato nelle e delle sue attività di così alto valore per tutta la congerie umana.

Però attenzione, che chi cura la terra è indispensabile per la sopravvivenza di tutta l’umanità, e sembra che nessuno se ne renda conto, così imbambolato da una obnubilante tecnologia ed orrende chimere sintetiche.

Davvero la terminologia “contadino” nel parlare comune è già connotata di mancato valore e malcelato disprezzo: lavoratore della terra, bifolco, persona grossolana, rozzo, villano, abitante del contado; termini in contrapposizione con chi abita nella città o nel castello, persona gentile, benvestita, cittadino…

Anche nelle parole c’è un distanziamento, una separazione sfavorevole, una volontà di sopraffazione e disistima, di manipolazione generalizzata, affinché tutti abbiano un pensiero negativo verso chi invece dovrebbe essere riconosciuto osannato ringraziato con tutti gli onori a furor di popolo.

La cosa peggiore è che la sottile e pervasiva manipolazione è entrata nel pensiero degli agricoltori medesimi che da lungo periodo hanno vissuto assai male tali considerazioni e che col sopravvenire della società mercantile industriale e del consumismo sono pure peggiorate in moltissimi ambiti.

Il guadagno come imperativo ha preso il posto di ogni altra considerazione e questo è il caposaldo di ogni società capitalistica e consumistica come la nostra attuale, che, prima crea false necessità, aspettative, merci sempre nuove e poi le soddisfa succhiando energia vitale da ogni essere umano.

Il tutto passa attraverso il controllo del denaro, guadagno, tornaconto, profitto per un invasivo e capillare esercizio perverso del potere da parte di coloro che sono diventati spaventosamente ricchi, sfruttando gli altri e la terra.

Praticamente tutti nella maggioranza degli esseri umani hanno smarrito il senso della vita e del vivere e (pensando di fare solo il proprio interesse, anche a scapito di altri) corrono come ossessi dietro una macchina infernale che si dirige verso l’auto-distruzione; e corre pure l’agricoltore, che nella “modernità” è diventato imprenditore agricolo, e si prende difetti e vizi del capitalismo.

Ognuno di noi ed in modo particolare colui che si prende cura della terra, se davvero lo vuole, ha in sé la capacità di fermarsi e riflettere per prendere consapevolezza di sé stesso e del proprio valore e di quanto sia insensato correre dietro ad un pifferaio magico come i topi della fiaba.

La terra va onorata e rispettata e non derubata da ladri che poi scappano lasciando il deserto, così come i mercanti ed i capitalisti hanno fatto: costoro hanno osannato il contadino imprenditore trasformandolo in un industriale e propagandando che per nutrire tanti essere umani servivano sempre più merci.

Ma i prodotti della terra sono doni, espressioni vitali e riconoscimenti che la terra offre a chi la prende sotto cura con l’amore che è necessario, come sempre dovrebbe fare e fa il vero agricoltore.

L’industriale contadino imprenditore può anche odiare la terra e disprezzarla: la sua azione di sfruttamento bieco, è di pompare con stimolanti la capacità produttiva della terra fino all’inverosimile, per avere un prodotto unico ed avvelenare tutto il resto, per avere sempre più merce da portare sul mercato (e, quando la merce è troppa, distruggerla per non abbassare il prezzo).

Tutta la filiera dei prodotti agricoli alimentari deve sottostare alle cosiddette leggi di mercato, viene detto, e chi non si sottomette viene di fatto eliminato in mille modi: non ultimi i provvedimenti legislativi iniqui delle istituzioni di vario livello che, prone alle volontà dei “padroni del pianeta”, agiscono sempre per interesse di pochi a scapito dell’interesse generale e del variegato popolo, sempre manipolato con assiduità affinché pensi ed agisca proprio contro i propri interesse e pure contro la vita…

Sarebbe davvero ora di dire BASTA! Dobbiamo dire NO a tutto questo disegno e partire con un grande progetto di ricostituzione dell’Agricoltura della Vita: l’agricoltore deve prendere coscienza del proprio grande valore, assumere la consapevolezza del senso etico del proprio vivere; una consapevolezza positiva del servizio che offre alla terra ed a tutti gli esseri umani.

Nessuno è più vero e più in alto eticamente di chi cura con amore la terra!! Tutte le altre occupazioni vere dovrebbero essere di aiuto e completamento.

Per quanto riguarda poi tutti gli altri “lavori” a servizio della macchina del mercato ed a favore solo di delinquenti criminali assassini, sono così falsi che dovranno essere abbandonati e vituperati per intrinseca inutilità generale.

Ogni essere umano che ama la vita e che nel senso del vivere vuole essere consapevole di sé stesso, può capire la centralità dell’agricoltura come servizio alla terra ed all’umanità aldilà del denaro e del profitto.

Proprio partendo dalla terra e dall’amore in condivisione per essa possiamo riprendere riaffermare e ricostituire i valori fondamentali di ogni essere umano Presente Qui ed Ora, Vivo.

Per Tutti un Mondo Nuovo ARRIVA, Scegliendo Sempre un’Agricoltura VIVA!