UNA SVOLTA EPOCALE. UN SUICIDIO ANNUNCIATO

Riceviamo e pubblichiamo queste riflessioni urgenti sui nuovi OGM, la cui sperimentazione in campo aperto è stata introdotta nel più totale silenzio e con la completa complicità dei principali sindacati degli agricoltori. I necrotecnologi sono convinti che il tempo dell’accettazione sociale sia ormai maturo? Che torni il tempo delle falciature!

UNA SVOLTA EPOCALE. UN SUICIDIO ANNUNCIATO

La maggior parte della critica sociale ha sempre considerato che gli avanzamenti scientifici e tecnici erano alleati ideali al processo di emancipazione, e non ha mai immaginato che, in quanto creatori di nuove servitù facessero del dominio una cosa insormontabile.

Miguel Amorós

Tre settimane fa le Commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato, con voto unanime, hanno approvato un emendamento al Decreto siccità inserendo coltivazione e sperimentazione in campo delle NGT – nuove tecniche di manipolazione del genoma (New Genomic Techniques), ribattezzate in Italia con il termine Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Questi nuovi OGM vengono considerati dai promotori come biotecnologie “benigne”, capaci di produrre organismi simili in tutto e per tutto a quelli ottenuti naturalmente. Negli ultimi anni, c’è stato un allineamento sempre più evidente fra organizzazioni agricole influenti come Coldiretti, fino al 2020 fermamente contraria alle NGT, il Ministero dell’Agricoltura (oggi della Sovranità alimentare) e i rappresentanti dell’industria sementiera.
Un allineamento che trova corrispondenza in UE, dove è in corso una discussione sulla possibilità di deregolamentare le Tecniche di Evoluzione Assistita nei prossimi mesi.
Il progetto BIOTECH, finanziato dal Mipaaf (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) nel 2018 con uno stanziamento di circa 6 milioni di euro, e coordinato dal CREA, è il più importante progetto di ricerca pubblica per lo sviluppo delle TEA in agricoltura presente all’interno dei confini italiani. Il nucleo centrale di BIOTECH è rappresentato dall’applicazione delle nuove biotecnologie per il cosiddetto miglioramento genetico, in particolare la cisgenesi e il genome editing, alle filiere produttive nazionali, per ottenere piante più produttive, sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici. Il progetto si è concluso lo scorso febbraio, producendo diverse piante (orzo e frumento editati per aumentare la resa potenziale, agrumi arricchiti di composti antiossidanti e senza semi; melanzane e viti senza semi, pomodori a più alto valore nutrizionale, mele resistenti in particolare alla ticchiolatura) che sono pronte per una sperimentazione in campo. Il presidente del Centro di Ricerca in Agricoltura (CREA), Carlo Gaudio, che ha coordinato Biotech, sostiene che “Le attività di ricerca già svolte nei laboratori dei nostri centri hanno dimostrato risultati straordinari che ora possiamo mettere alla prova in campo” e che “La ricerca è vitale per il progresso, per l’innovazione e per lo sviluppo della conoscenza, e mai come ora in agricoltura, in uno scenario di cambiamenti climatici cosi preoccupante, l’innovazione genetica è indispensabile a garantire la competitività e la sostenibilità delle produzioni agricole nazionali”. Sostenuto anche da Copagri, secondo cui “le Tea non vanno assolutamente confuse con i vecchi OGM transgenici, in quanto non fanno altro che accelerare ciò che già avviene in natura, ovvero la selezione delle piante che meglio si adattano a determinati contesti”, e da Confagricoltura che ha parlato di “fine di un lungo periodo di oscurantismo tecnologico”.
“Biotech, il futuro migliore” è un progetto del 2023 realizzato da Federchimica Assobiotech, con il supporto di StartupItalia e il sostegno di AbbVie, AGC Biologics, Alexion, Aptuit Verona (an Evotec company), AstraZeneca, Biosphere, BMS, Chiesi, DiaSorin, Genenta Science, Gilead, Novartis, Pfizer, Roche, Rottapharm Biotech, Sanofi, Takeda, UCB, Vertex.

La “difesa della salute” con l’avvento della pandemia è stata utilizzata come ariete per fare accettare gli OGM a chi li osteggiava per fini nutritivi, mentre il cambiamento climatico (con la siccità) e la guerra alle porte (con la possibilità di carestie) sono stati utilizzati come cavalli di Troia per introdurre gli OGM in campo alimentare.
Non ci dilungheremo circa i risvolti tecnici di questi Frankenstein delle sementi (anche se non lede sapere che l’editing genetico e le tecnologie CRISP/Cas9 sono le stesse utilizzate per i sieri spacciati come vaccini anticovid.); quello che opponiamo alla visione scientista non è un nuovo paradigma a cui fare riferimento, un postulato teorico in grado di sovvertirne la visione. No. Quello che mettiamo in campo è l’etica, il campo su cui nessuno scienziato è in grado di intervenire con le proprie epistemologie. È sì una questione empirica, di esperienza del mondo: un mondo in cui il capitalismo impone la propria infrastruttura e la Tecnica la propria Ideologia creando problemi che solo lei promette di risolvere. Un mondo in cui il controllo e la gestione della vita sono sotto il potere delle multinazionali dell’agro-chimica che su base riduzionista e determinista vogliono definire le caratteristiche di una specie attraverso un singolo elemento (gene), ma ogni sistema è un insieme complesso e la sua totalità non può essere ricondotta all’insieme delle sue parti.
All’interno di questo atteggiamento intellettuale il solo fatto di poter raggiungere uno scopo tramite la tecnica ne legittima il suo raggiungimento. La scienza è oggi infatti il modo che l’essere umano ha di rapportarsi al reale, nella esclusiva considerazione di quell’aspetto degli enti che li rivela come strutture calcolabili matematicamente con assoluta certezza e li rende di conseguenza manipolabili secondo metodi rigorosi, allo scopo di attingere energie. Così la cibernetica e la scienza dei sistemi diventano le nuove basi epistemologiche per la costruzione di un Nuovo Capitalismo in cui primeggiano una crescente tecnicizzazione della vita sociale e la continua innovazione tecnologica. La tecnologia diviene la guida dell’agire umano che invade spazi di vita sempre maggiori e aumenta gli scopi perseguibili; diventa l’Ideologia Materializzata per eccellenza, il compimento dell’ideale scientista nato con il capitalismo, secondo il quale il mondo è regolato da leggi precise e rigorose in cui la scienza può “strappare il segreto alla natura” per ammaestrare gli umani e rendere così alla fine razionali la loro esistenza e il loro comportamento.
Come la propaganda totalitaria non è fatta per essere creduta, bensì semplicemente per essere presente ed imporre a tutti il silenzio, la società tecno-industriale non pretende più di farsi amare e nemmeno di suscitare simpatie; è già riuscita a rendersi sufficientemente indispensabile per imporre a ciascuno di arrendersi alle proprie condizioni. Nessuna tecnica può svilupparsi al di fuori di un certo contesto economico, politico, intellettuale. In mancanza di queste condizioni, la Tecnica fallisce. E se riconosciamo che la Tecnica è fatta da strumenti di potenza e causata da fenomeni e strutture di potenza, dobbiamo ammettere inevitabilmente che essa è dominazione.

Sappiamo dall’esperienza viva che le conseguenze degli OGM, nei territori in cui i governi le hanno ammesse, sono state un aumento di piante divenute naturalmente resistenti a quei diserbanti e insetti per i quali la tossina prodotta dalla pianta transgenica risulta innocua, come naturale adattamento alla nuova situazione. Ma a prescindere dagli effetti reali a cui portano queste manipolazioni dovremmo chiederci quale mentalità spinge a produrle e quale visione del mondo crea. Biotecnologie per migliorare le capacità produttive, di resistenza o caratteristiche nutritive e qualitative, per adattarsi ai cambiamenti climatici… come se in millenni di evoluzione non ne fossero state capaci autonomamente. Come se la Terra non riuscisse ad andare avanti senza l’Umano.
Questi scienziati vogliono ricreare il mondo. Ma ad immagine e somiglianza di cosa, se non di quello che solo conoscono? Dominio e gerarchia in un sistema di ordine e previsione dove il fine ultimo è il controllo, dove il potere è detenuto dalla Tecnica e non dal Capitale (come se questi due fenomeni potessero non co-esistere).

Dovremmo quanto meno iniziare a dibattere di temi scomodi che in tempo di pandemia hanno avuto il loro apice di dissonanza (e che probabilmente ancora l’avranno), per provare a ragionare in prospettiva. Una prospettiva conflittuale che di questo mondo non può salvare nulla. Perché se è sulle sue rovine che vogliamo danzare, lo faremo anche sulle sue provette.
Per concludere condividiamo appieno le parole di Bertrand Louart: “Il punto di vista da cui formuliamo il nostro giudizio critico sulla tecnologia è molto semplice: è quello della ragione concreta che non considera isolatamente i fatti e i fenomeni, e non guarda solamente alle conseguenze apparenti e immediate degli atti, ma anche al contesto sociale e storico in cui sono apparsi e che dà loro il senso, cioè il significato che possono avere per gli uomini e, nel contempo, la direzione verso cui possono indirizzare gli avvenimenti ulteriori”.