Per rompere i codici della repressione: sostegno per le spese processuali del compagno Kostas K. + Ricette di DNA e storie di ostaggi (Grecia, gennaio 2023)

Tratto da https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/01/09/per-rompere-i-codici-della-repressione-sostegno-per-le-spese-processuali-del-compagno-kostas-k-grecia-gennaio-2023/

Nel lontano 2007, in un’epoca di processi sociali sotterranei e impercettibili che sarebbero culminati nella rivolta del dicembre 2008, le autorità si sono prese cura di uno dei propri amati figli. Georgios Voulgarakis, membro del più profondo apparato di partito di Néa Dimokratía e ministro dell’ordine pubblico, è coinvolto nel vortice degli scandali delle intercettazioni telefoniche e delle «sparizioni» di migranti e rifugiati pakistani. Lo Stato, in ogni caso, si prende sempre cura dei propri figli e Voulgarakis va in «vacanza», lontano dalla «patata bollente» del ministero dell’ordine pubblico, assumendo la direzione del «rilassato» ministero della cultura.

Ma alcuni non dimenticano e non perdonano. Alle 10:00 del 3 luglio 2007, poche ore dopo l’arrivo al ministero in via Bouboulinas, Voulgarakis e la sua scorta di polizia vengono attaccati da un gruppo di una ventina di compagni, con bottiglie molotov e una borsa piena di bombolette di benzina e di gas da campeggio, che piovono nel veicolo di Voulgarakis stesso. I poliziotti aprono il fuoco sui compagni, riuscendo solo così a farli indietreggiare.

Nel testo con cui veniva rivendicata la responsabilità dell’azione veniva affermato che:

«L’attacco al ministro della cultura G. Voulgarakis è stato compiuto in segno di solidarietà con i combattenti imprigionati. Il ministro della cultura è stato scelto perché un rappresentante del governo è sempre un bersaglio dei militanti, a maggior ragione se è stato ministro dell’ordine pubblico e il suo mandato è rimasto indimenticabile. È stato il responsabile politico del ministero dell’ordine quando ha intercettato e monitorato le conversazioni di centinaia di cittadini attraverso vodafone. È stato il responsabile politico del ministero dell’ordine e responsabile del sequestro e dell’interrogatorio di decine di migranti pakistani. Infine, sotto gli ordini di Voulgarakis e in occasione della rapina alla Banca Nazionale nel gennaio 2006, per la quale Giannis Dimitrakis sarà processato il 6 luglio, il movimento antiautoritario è stato sottoposto a uno degli assalti più furiosi degli ultimi anni, con pogrom, sequestri, calunnie, diffamazioni e infine processi agli anarchici. Libertà per coloro che sono imprigionati nelle celle. Solidarietà a tutti i compagni perseguiti. Per quanto riguarda gli spari, deliberatamente a bruciapelo e non in aria, gli sbirri farebbero meglio a stare attenti perché tali mosse possono essere accolte con la stessa moneta».

Quattordici anni dopo, una «vecchia conoscenza» della polizia viene presa di mira per l’attacco. Il compagno Kostas K., attivo nel movimento rivoluzionario anarchico a partire dagli anni Ottanta, incarcerato per più di tre anni negli anni Novanta, è accusato dell’attacco contro Voulgarakis, sulla base di una presunta scoperta del suo DNA nella borsa contenente benzina e gas che venne gettata nel veicolo del ministro.

Il compagno Kostas K. dovrà affrontare un difficile processo nel gennaio 2023 [il 18 gennaio si terrà una prima udienza], nel quale è garantita la nostra solidarietà nei suoi confronti.

«Non posso che vedere (stoicamente) questa come un’altra battaglia di una guerra che combatto da 37 anni (da quando ero uno studente di 15 anni), una guerra in cui sono sempre stato dalla parte di coloro che stanno “in basso”, schierandomi con il buon vecchio sogno di un mondo senza sfruttamento e oppressione. E in questa guerra non ho mai dato loro tregua» (Kostas K.).

Per rompere i codici della repressione – Solidarietà con il compagno Kostas K.

Per sostenere le spese processuali: https://www.firefund.net/kwstask


Ricette di DNA e storie di ostaggi (o a proposito di un altro dei procedimenti contro di me)

Diciamo che abbiamo un fascicolo che eloquentemente include:

— Il rapporto di perizia di laboratorio del Dipartimento di Analisi dei Materiali Biologici del 4 febbraio 2009 su una serie di oggetti-prova sequestrati, dopo aver perquisito la mia casa.
— Il rapporto di perizia di laboratorio del Dipartimento di Analisi dei Materiali Biologici del 23 ottobre 2012 su una serie di oggetti-prova sequestrati, a seguito di una (ulteriore) perquisizione a casa mia.

Tutto va bene, gli esami di laboratorio sono inconcludenti e gli anni passano. Finché, il 15 maggio 2021, accade qualcosa (?).

Poi, non appena il nostro (noto) Dipartimento di Analisi dei Materiali Biologici decide di completare la nostra (nota) perizia di laboratorio sugli oggetti sequestrati, dopo aver perquisito (sì, sì, avete indovinato) casa mia, il 15 ottobre 2020, fa un impressionante salto nel tempo, tornando indietro di 14 anni. E scopre che il mio DNA corrisponde con quello trovato su un oggetto (il 3 luglio 2007) a seguito di un attacco incendiario contro i veicoli di G. Voulgarakis e della sua scorta. Voulgarakis, che era da poco passato dal ministero dell’ordine pubblico al ministero della cultura.

Sorprendentemente, questa corrispondenza del DNA non era stata evidenziata dalla perizia del 2009, né da quella del 2012.

Per il 4 novembre mi viene dato un mandato di comparazione davanti al giudice istruttore, con l’accusa di tentato omicidio plurimo ed esplosione, delle accuse che potrebbero portare a diversi anni di carcere o a una prolungata condizione di ostaggio fino a quando l’indagine non entrerà nella fase processuale.

Non posso che vedere (stoicamente) questa come un’altra battaglia di una guerra che combatto da 37 anni (da quando ero uno studente di 15 anni), una guerra in cui sono sempre stato dalla parte di coloro che stanno «in basso», schierandomi con il buon vecchio sogno di un mondo senza sfruttamento e oppressione.

E in questa guerra non ho mai dato loro tregua.

Kostas K.
25 ottobre 2021

Nota: Il compagno Kostas K. è stato rilasciato con alcune restrizioni: l’obbligo di firma una volta al mese presso una stazione di polizia e il divieto di lasciare la Grecia.