La rivincita di Macron
Traduciamo e pubblichiamo questo articolo di Bertrand Louart, apparso sul foglio settimanale di Radio Zinzine, L’Ire des chênaies, n° 870, 21 luglio 2021.
La rivincita di Macron
Il 12 luglio 2021, Macron dichiara: «In funzione dell’evoluzione della situazione, dovremmo porci la questione della vaccinazione obbligatoria per tutti i Francesi. […] Ma io faccio la scelta della fiducia. Invito solennemente tutti i nostri concittadini non vaccinati ad andare a farsi vaccinare al più presto».
Traduzione in buon francese: non c’è alcuna scelta. O vi fatte tutti vaccinare volontariamente, oppure lui finisce per rendere la vaccinazione obbligatoria. Ma il modo in cui formula questa pseudo-alternativa rende questo obbligo in arrivo ben più simpatico. Dipende da noi! Si fida di noi! Si può evitare la vaccinazione obbligatoria! Per questo, è sufficiente che si vada tutti a farsi vaccinare! Un po’ come se ci dicesse: «Siccome sono simpatico, vi propongo di giocare con me a testa o croce: testa, vinco io; croce, perdete voi».
E aggiunge: «La vaccinazione non è subito obbligatoria per tutti. Ci apprestiamo ad estendere al massimo il pass sanitario per spingere la maggior parte di voi ad andare a vaccinarsi». Macron raggiunge qui il colmo dell’ipocrisia: la vaccinazione non è obbligatoria, ma il governo renderà talmente difficile la vita dei non-vaccinati che questi non avranno altra scelta che farsi vaccinare. Non vi si obbliga, ma siete obbligati.
Fine aprile 2021, lo stesso aveva tuttavia dichiarato: «Il pass sanitario non sarà mai un diritto d’accesso che differenzia i Francesi. Non potrà essere obbligatorio per accedere ai luoghi della vita di tutti i giorni come i ristoranti, teatri e cinema, o per andare dagli amici».
Ma quando si ha un sistema di sorveglianza così efficace tra le mani, perché privarsi di usarlo? È così pratico!
Al di là del fatto che il capo dello Stato si è preso gioco di tutti in diretta televisiva, quel giorno Macron si è vendicato dei vari movimenti sociali di questi ultimi anni, dalla riforma delle pensioni passando per gli scioperi del personale sanitario, e certo, più di tutto, del movimento dei Gilet gialli che tanta paura gli ha messo. Dichiarando «ho fiducia in voi!» e mettendo in campo al contempo delle misure di costrizione inaggirabili, non dice nient’altro a tutti quelli e quelle che hanno contestato la sua politica in questi anni e che continuano a farlo oggi: «ora piegherete la schiena, vi sottometterete alle mie imposizioni – e questo innanzitutto nei vostri corpi, affinché questo rinnegamento marchi per sempre la vostra mente».
Dopo le molteplici sberle che ha ricevuto in questi anni e in questi ultimi mesi, Macron prende la sua rivincita su tutti i Francesi, troppo poco docili a suo gusto. Il 14 luglio, era alla festa: militari al passo di marcia, 10 000 spettatori nella rete da pesca degli Champs-Elysées passati al QRcode e perquisiti, da 2 a 3 milioni di futuri vaccinati dopo il suo discorso…
Il motto di tutti i poteri è divide et impera. E Macron ha giocato fino in fondo sulla divisione tra vaccinati e non-vaccinati: «Da parecchie settimane, il governo ha deciso di fare del non-vaccinato il capro espiatorio della situazione sanitaria. La retorica governativa è semplice: se dovremo richiudere in autunno, sarà colpa dei non-vaccinati, ed è fuori questione che i vaccinati paghino per coloro che hanno deciso di dar prova di mancanza di senso civico. Un chiaro ricatto di confinamento è stato messo in atto, in conseguenza del quale si è creato un clima assolutamente detestabile nel quale il non-vaccinato è diventato lo spaventapasseri collettivo. Sui social si scatena l’odio, con alcuni che arrivano a chiedere che si rinchiudano i recalcitranti o che si faccia loro pagare i costi di ospedalizzazione legati al Covid. E sui canali televisivi, alcuni commentatori hanno partecipato a questo clima carico di odio, con qualcuno che si è spinto fino a proporre che la polizia vada a cercare i non-vaccinati e li porti ai centri di vaccinazione1».
Inoltre, bisogna semplificare il problema per apportargli una soluzione unica. Riducendo, se occorre, l’uscita dall’epidemia alla sola soluzione tecnica della vaccinazione. Ecco il portavoce del governo, Gabriel Attal, il 18 luglio: «Bisogna essere chiari: d’ora in poi non ci sono che la vaccinazione generale oppure lo tsunami virale, non esiste alternativa». There is no alternative! come diceva la Prima ministra britannica Margaret Thatcher, che ha imposto le sue riformi ultra-liberali negli anni ’80
Ora, il vaccino protegge dalle forme gravi della malattia, ma non impedisce la trasmissione del virus, anche se la carica virale dei vaccinati è più bassa. Questo “dettaglio” non sembra notificato a coloro che sono vaccinati, e si vedono già dei turisti (vaccinati, si suppone) abbandonare mascherina e regole di precauzione nei negozi e nei luoghi chiusi2.
«Non c’è alcuna pedagogia. Gli spot pubblicitari del governo per incitare a vaccinarsi sono degli spot d’ingiunzione. […] Questi spot non spiegano minimamente perché bisogna vaccinare, come funziona, non rassicurano su cos’è l’RNA messaggero, non rispondono alle preoccupazioni delle persone. È legittimo che delle persone si facciano delle domande su prodotti sviluppati in così poco tempo3».
È evidente che la “politica sanitaria” è sempre di più il pretesto per riprendere il controllo autoritario della società. Sotto l’ingiunzione fatta a ciascuno di “salvare delle vite” lottando contro il virus, la propaganda delle autorità e dei media tende a “naturalizzare” l’epidemia: è un flagello che non ha più delle cause identificabili e le cui sole conseguenze sono dei malati e dei morti. Non avendo più una causa, la vaccinazione è la soluzione miracolo (si esclude l’immunità naturale che molte persone hanno sviluppato a contatto con il virus). Avendo per sole conseguenze dei malati e dei morti, il digitale provvede per gli altri a tutto il resto e giustifica le misure più coercitive e più ingiuste.
L’annuncio quotidiano dei numero dei “casi” rilevati, delle ospedalizzazioni e dei morti di Covid-19, senza alcun parametro di confronto (ci sono circa 1600 morti al giorno in Francia, mettendo insieme tutto), fa dimenticare le altre cause di morbilità.
Sicché, curiosamente, non si fa lo stesso chiasso per il cancro che uccide altrettanto, se non di più, ogni anno. In Francia, nel 2018, la stima del numero totale di nuovi casi di cancro è stata di 328 000; quella dei decessi per cancro: 157 0004. E sono solo stime, perché in Francia non esiste un registro dei casi di cancro che copra tutto il territorio. Nell’epoca dei Big Data, strano, no? Tuttavia, «secondo Santé publique France, tra il 1990 e il 2018, quindi in circa trent’anni, l’incidenza – il numero annuale dei nuovi casi di cancro – è aumentato del 65% per i maschi e del 93% per le donne5».
Sottolineando questo, non si tratta di contrapporre una malattia a un’altra, ma di ritrovare la misura dell’epidemia e delle sue cause. Il cibo super-raffinato, l’inquinamento da pesticidi, i metalli pesanti, la radioattività e mi fermo… provocano dei tumori ad alcuni e indeboliscono le difese immunitarie di tutti. Le famose “co-morbilità” tanto fatali a molte persone contagiate dal Covid-19 non hanno altra origine.
Ma se il governo dovesse attaccare le vere cause del cancro, dovrebbe prendersela con gli interessi degli industriali e dei capitalisti (e dei nuclearisti). Bisognerebbe che lo Stato scalzasse le basi stesse della propria potenza. È quindi più semplice addossare la responsabilità al comportamento degli individui che riconoscere che il problema ha delle cause globali e strutturali: il modo di vita fondato sul consumo di merci e la potenza industriale.
Si applicano chiaramente due pesi e due misure. Ma l’urgenza e la paura dell’epidemia, il chiasso e il furore mediatici sono lì apposto per farlo dimenticare. La degradazione delle condizioni della vita sulla Terra genera già catastrofi in diverse regioni del globo. L’instaurazione del pass sanitario è la prima illustrazione della gestione autoritaria del disastro allorché questo raggiunge i paesi industrialmente avanzati. Motivo in più per non lasciarlo passare…
Bertrand LOUART
Note
[1] Mathieu Slama, « Le passe sanitaire introduit une rupture fondamentale dans notre contrat social », Le Figaro, 13 luglio.
[2] Due esempi recenti hanno provato che il pass sanitario è ben lungi dall’essere infallibile. Nei Paesi Bassi, 1000 vacanzieri sono stati contagiati. Stesso caso a Bordeaux, dove 21 persone hanno contratto il Covid in discoteca.
[3] Jérôme Martin, BastaMag, 16 luglio.
[4] Nel mondo, nel 2018, 18,1 milioni di nuovi casi e 9,6 milioni di decessi (fonte: Santé publique France).
[5] Celia Izoard, « Cancer : l’art de ne pas regarder une épidémie », Terrestre, luglio 2020.