Votare non serve, non votare non basta. Iniziativa anti-elettorale a Foligno il 26 maggio
Riceviamo e diffondiamo:
Qui il testo in pdf: ASTENSIONISMO 2024
A BRUXELLES COME A FOLIGNO
VOTARE NON SERVE, NON VOTARE NON BASTA
CONTRO LA DELEGA, PER L’AZIONE DIRETTA!
La campagna elettorale per il rinnovo del parlamento europeo si sta svolgendo in tutto il continente all’interno di un grandissimo imbroglio. La cornice generale che ci viene raccontata è quella di uno scontro tra le forze liberiste e le forze sovraniste, tra la socialdemocrazia e i conservatori. Quella che si propone è una farsa della quale non vogliamo essere spettatori.
Su tutte le questioni fondamentali, la larghissima maggioranza delle forze politiche internazionali sono sostanzialmente concordi: sulle politiche di austerità, sulle follie liberali che le istituzioni europee impongono alle economie locali, sulle politiche repressive internazionali, è quasi impossibile trovare le differenze tra i vari programmi elettorali.
Sono tutti concordi, d’altronde, sulla questione fondamentale del nostro tempo: la guerra. La presidente uscente della Commissione Europea, afferma che nel nuovo parlamento lei vuole lavorare solo con coloro che si dichiarano “a favore di Ue, Ucraina e Stato di diritto”, il presidente francese Macron delira sull’invio di truppe in Ucraina, la socialdemocrazia tedesca come cento anni fa torna a votare i crediti di guerra, persino i Verdi hanno assunto una posizione di bellicismo intransigente svendendo per quattro poltrone la propria tradizione pacifista.
Non fa eccezione la cosiddetta destra sovranista. Il governo di Giorgia Meloni, da questo punto di vista, è un luminoso esempio di come si possano svendere in pochi mesi tutti i propri principi. Se nella politica economica l’operato del governo italiano è di un liberismo talmente sfacciato da far quasi rimpiangere le politiche della vecchia “destra sociale”, sulla politica estera i cosiddetti nazionalisti sono di un servilismo semplicemente imbarazzante nei confronti di NATO e Israele.
In assenza di fascismo, lo stesso antifascismo assume connotati farseschi. La mobilitazione contro il pericolo fascista rischia di fornire una truppa di complemento per le forze liberiste europee, per esempio viene usata per colpire quei populisti che più si oppongono ai sacrifici per la guerra in Ucraina (come ci insegnano le contestazioni in Germania contro Alternative für Deutschland), o per recuperare voti a favore di una sinistra ormai senza credibilità (come nel caso della candidatura-protesta di Ilaria Salis).
Per tutti si parla di esercito europeo, di polizia europea, di intelligence europea. Ciò su cui davvero si deciderà nei prossimi cinque anni sarà il grado di autonomia per i governi nazionali e il grado di integrazione in un leviatanico imperialismo europeo, ma anche questo non dipenderà tanto dal risultato elettorale bensì dalla dinamica economico-militare complessiva.
Foligno nel suo piccolo interpreta degnamente la farsa internazionale con una carnevalata del tutto peculiare. D’altronde quest’anno le elezioni comunali coincideranno con La Giostra della Quintana 2024.
Da una parte troviamo il sindaco uscente, Stefano Zuccarini, un leghista la cui amministrazione può essere sintetizzata con un atto decisamente disgustoso come la dedica di una strada a Angelo Mancia, un picchiatore fascista nato in città e ucciso a Roma nel 1980. A rappresentare il fronte popolare contro il pericolo fascista una larga coalizione guidata da Mauro Masciotti, dirigente regionale e diocesano della Caritas. Una decisione indicativa di un mutamento antropologico della sinistra non solo locale, ma anche italiana e se vogliamo internazionale: non più una sinistra dei lavoratori che si organizzano contro i padroni, ma una sinistra delle élite progressiste che fanno l’elemosina ai poveri, ai migranti, ai disagiati. Un pericolo che lo stesso movimento antagonista corre molto più di quanto si tenda a credere. Di fondo, l’idea che per vincere bisogna moderarsi. Peppone e don Camillo uniti per Foligno, verrebbe da dire. Naturalmente, coi tempi che corrono, il candidato lo fa don Camillo.
Se questo è lo spettacolo che ci propongono, sembra ovvio che molte persone non andranno a votare il prossimo 8 e 9 giugno. Sosteniamo con forza l’astensione contro il principio di delega, contro tutti i candidati e contro tutti i programmi elettorali al servizio del capitalismo. Ma starsene a casa non basta. Occorre tornare a impegnarci in prima persona, senza deleghe. Convinti che solo la rivoluzione sociale potrà cambiare davvero le cose: non ignavia, ma disfattismo e diserzione!
Domenica 26 maggio 2024 a partire dalle 16 il nostro circolo sarà aperto per discutere di tutto questo.
Dalle 19 aperitivo anti-elettorale.
CIRCOLO ANARCHICO “LA FAGLIA” – VIA MONTE BIANCO 23, FOLIGNO
CONTRO L’EUROPA DELLA GUERRA DISERZIONE ELETTORALE!