Fermare il genocidio, fermare la guerra mondiale

Riceviamo e dffondiamo questo testo, distribuito sabato 17 febbraio a Verona durante la manifestazione contro la Fiera delle armi e in solidarietà al popolo palestinese.

FERMARE IL GENOCIDIO, FERMARE LA GUERRA MONDIALE

L’offensiva su Gaza portata avanti da Israele si inserisce in quella che, di fatto, può essere ormai considerata una guerra mondiale. È mondiale non per la presenza di un fronteggiamento sincrono tra tutti gli eserciti nazionali (per ora), ma per l’enorme mobilitazione di energie, risorse, strumenti, finanziamenti, saperi, forze produttive, armi e corpi provenienti da tutto il mondo e direzionati a generare e nutrire guerre e distruzioni che si materializzano in territori specifici e strategici. Questi conflitti parlano di un sempre più imminente scontro diretto tra le principali potenze mondiali.

Prima è stata l’Ucraina, poi la Palestina, adesso anche lo Yemen dove l’Italia è parte attiva con la missione Aspides. Questa guerra mondiale si basa non solo su armamenti “tradizionali”, ma sempre più sull’impiego di tecnologie quali la robotica e l’intelligenza artificiale il cui sviluppo, infatti, occupa ormai un ruolo centrale nelle agende e nei bilanci degli Stati.
Lo dimostrano gli incontri del G7 che si terranno a Verona e a Trento il prossimo mese: i governanti parleranno di industria aerospaziale e intelligenza artificiale proprio mentre il sistema Starli The Gospel nk di Musk viene impiegato per la connessione internet satellitare a scopi militari in Ucraina e Israele utilizza il sistema di intelligenza artificiale The Gospel (il Vangelo) per individuare gli obiettivi da bombardare a Gaza.

Tutte queste tecnologie – il cui uso è sia civile che militare, tanto da rendere difficile una distinzione – vengono al mondo grazie al coinvolgimento e all’ingente finanziamento, pubblico e privato, di centri di ricerca e sviluppo sparsi in tutto il mondo.
Senza andare troppo lontano, a Verona, in Via Santa Teresa 12 (a due passi dalla Fiera) all’interno del laboratorio ICE, si trova uno dei due centri delle “Officine Odino” (il dio della sapienza e della guerra, sic). Si tratta d un progetto che forma studenti nel settore della robotica (anche applicata all’agricoltura) portato avanti da Università di Verona (che gestisce il laboratorio attraverso il Dipartimento di Informatica), Confindustria Verona e Fondazione SAFE (sic!) – Security And Freedom for Europe. SAFE si occupa anche di formazione di personale civile per missioni militari (con corsi nella ex-base NATO del monte Calvarina), di addestramento contro minacce chimiche/batteriologiche/radioattive/nucleari (pure in Medioriente), nonché di applicazioni di polizia dell’IA (assieme a un’azienda israeliana)…
Le guerre si progettano e le armi si inventano, anche a partire dai nostri territori.

Mentre Israele sta attuando la sua “soluzione finale” a Gaza, un movimento internazionalista si oppone alla guerra. Lo sta facendo con occupazioni di scuole e università, blocchi, cortei, sabotaggi della produzione di armi e della logistica di guerra. In Italia ci sono stati blocchi al porto di Genova e di Salerno.
Il 23 febbraio ci sarà uno sciopero generale per la Palestina e, a Genova, un corteo si muoverà alle 6 del mattino da piazza Nicolò Barabino per bloccare il porto, mentre il 24 febbraio a Milano, in contemporanea con altre città del mondo, sfilerà un corteo contro le guerre imperialiste.

Inceppiamo la macchina bellica, disertiamo l’economia di guerra.
A fianco del popolo palestinese.