Aggiornamento sull’udienza di riesame per le misure cautelari dell’operazione Scripta Scelera: le misure restano inalterate
Riceviamo e diffondiamo:
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Aggiornamento sull’udienza di riesame per le misure cautelari dell’operazione Scripta Scelera: le misure restano inalterate
Informiamo che il 1° settembre è stato reso noto l’esito dell’udienza di riesame per le nove misure cautelari stabilite dal giudice per le indagini preliminari Ghio nell’ambito del procedimento Scripta Scelera contro il quindicinale anarchico internazionalista “Bezmotivny”.
Il pubblico ministero Manotti della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova aveva chiesto in due occasioni (luglio 2022, marzo 2023) l’arresto in carcere per dieci compagni indagati per gli artt. 270 bis c. p., 414 c. p. (aggravato dalla finalità di terrorismo) e 278 c. p (oltre che per stampa clandestina). Dalla seconda richiesta di arresti sono derivate l’ordinanza del GIP che ha stabilito le misure cautelari (quattro arresti domiciliari con tutte le restrizioni e il braccialetto elettronico, cinque obblighi di dimora con rientro notturno dalle 19:00 alle 07:00) e l’operazione repressiva dell’8 agosto da parte della DIGOS e della Direzione centrale della polizia di prevenzione (perquisizioni dei dieci indagati e del Circolo Culturale Anarchico a Carrara, ingenti sequestri di pubblicazioni anarchiche e rivoluzionarie, oltre che di telefoni, computer, ecc.).
In relazione alle nove misure cautelari, il GIP le stabiliva per otto compagni e compagne in riferimento agli artt. 270 bis e 414 aggravato e per uno solo per l’art. 414 aggravato (sempre per quest’ultimo compagno respingeva la richiesta del PM in relazione all’accusa associativa, come pure per il decimo compagno per il quale ha respinto integralmente la richiesta).
Con l’udienza di riesame del 28 agosto i giudici hanno annullato l’ordinanza per otto compagni in riferimento all’art. 270 bis e l’hanno confermata per l’art. 414 con la circostanza aggravante della finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico (art. 270 bis 1 c. p.). Inoltre, nei confronti di quattro compagni indagati per l’art. 278 c. p. (offesa all’onore e al prestigio del presidente della repubblica), l’ordinanza del GIP è stata confermata anche per quest’accusa.
Il nono compagno – per cui il GIP aveva stabilito la misura cautelare dell’obbligo di dimora con rientro notturno in riferimento alla sola accusa di istigazione aggravata – a partire dal 29 agosto ha visto un inasprimento della misura per un ritardo di 10 minuti nel rientro e per una presunta violazione dell’obbligo di dimora, perciò gli sono stati comminati gli arresti domiciliari (senza alcuna restrizione particolare, se non il divieto di incontrare pregiudicati). Per questo compagno il tribunale del riesame ha stabilito la conferma dell’ordinanza del GIP, incluso il successivo inasprimento della misura in arresti domiciliari, e ha escluso l’aggravante della finalità di terrorismo.
Al di là degli aspetti meramente tecnico-giuridici, e contro ogni considerazione di stampo vittimista, è da notare come la conferma da parte del riesame delle misure cautelari in riferimento all’accusa di istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo (e in un caso, per un compagno, senza aggravante) sia un inedito nelle recenti operazioni repressive anti-anarchiche (ad esempio, in relazione al procedimento Sibilla contro il giornale anarchico “Vetriolo” il tribunale del riesame aveva annullato le misure cautelari stabilite per l’art. 414 pluriaggravato).
A seguito di questo pronunciamento del riesame restano invariate tutte le misure cautelari contro i nove compagni e compagne: quattro agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni e il braccialetto elettronico, quattro all’obbligo di dimora con rientro notturno, uno (anch’esso già all’obbligo di dimora con rientro) agli arresti domiciliari “semplici”.
Mentre la guerra e le necessità belliciste degli Stati rappresentano lo sfondo sociale e politico del nostro tempo, prosegue la campagna repressiva anti-anarchica diretta a colpire il connubio teorico-pratico dell’anarchismo, ad ammutolire la solidarietà con i rivoluzionari imprigionati e soprattutto ad attaccare il principio della solidarietà tra sfruttati nella sua declinazione rivoluzionaria e internazionalista. Tuttavia, se ne facciano una ragione lor signori, davanti al monito dello Stato non faremo un passo indietro.
Solidarietà con i compagni e le compagne agli arresti e inquisiti!
Perseveriamo nell’agitazione e nella propaganda anarchica!
Riportiamo qui di seguito le coordinate del conto per la cassa di solidarietà con i compagni inquisiti:
Carta postepay numero: 5333 1711 9250 1035
IBAN: IT12R3608105138290233690253
Intestataria: Ilaria Ferrario