Un’altra strage operaia: uccisi 5 lavoratori, travolti da una motrice a Brandizzo

Pubblichiamo questa chiara presa di posizione sull’ennesima strage di operai, diffusa da un Comitato di cui abbiamo conosciuto la coerenza e la combattività (e di cui vogliamo ricordare uno dei fondatori, il compianto Michele Michelino). Di nostro aggiungiamo solo due cose. La prima è che i tagli sulla sicurezza e sul personale addetto alla manutenzione, la gara al ribasso negli appalti, l’aumento dei ritmi di lavoro sono anche un prodotto del sistema TAV, verso il quale non a caso è destinata più della metà dei 24,77 miliardi di euro previsti dal PNRR per la «mobilità sostenibile». La seconda è che allo sciopero nazionale indetto dal sindacalismo di base – che la Commissione di Garanzia Antisciopero invita a ridurre a 4 ore a fine turno, come annunciato da Cgil, Cisl e Uil… – bisogna aggiungere iniziative di denuncia delle responsabilità di RFI e di blocco della circolazione ferroviaria ovunque: che si fermi tutto!

Un’altra strage operaia: uccisi 5 lavoratori, travolti da una motrice a Brandizzo

Stavano lavorando nel Cuneese a sostituire un tratto di binari quando, verso mezzanotte, sono stati travolti da una motrice, che gli è piombata addosso. In cinque sono morti, altri due sono gravemente feriti.

Kevin Laganà di 22 anni, Giuseppe Aversa di 49 anni, Giuseppe Servillo di 43 anni, Michael Zanera di 34, Giuseppe Lombardo di 53 anni non torneranno più a casa.

Ora si sprecheranno lacrime coccodrillesche e per pochi giorni cinque operai avranno diritto a qualche articolo sulle prime pagine dei giornali. Poi tornerà il silenzio.

Tranquilli, la strage verrà addebitata ai macchinisti della motrice: ogni volta che avviene un incidente in ferrovia, mortale o no – e ne succedono tutti i giorni anche se fa notizia solo il morto, come da anni e anni denunciano i ferrovieri – si scarica la colpa sui lavoratori. Mai su Ferrovie dello Stato.

Del resto a 14 anni dalla strage di Viareggio i familiari attendono ancora la pronuncia definitiva della Cassazione.

Mancanza di sicurezza, mancanza di coordinamento sui lavori, riduzione e sfruttamento del personale, spezzettamento degli appalti al massimo ribasso perché i bilanci di FFSS devono essere in attivo e produrre profitti. Questa è la “modernità”, la realtà del capitalismo. Andiamo sulla Luna, avremo l’Intelligenza Artificiale, ma i lavoratori, quelli che concretamente fanno le cose, continuano a morire.

I padroni fanno il loro mestiere, i politici e i sindacati venduti fanno chiacchiere, i tribunali proteggono il solo diritto davvero riconosciuto in questo paese: fare profitti.

Ormai ci mancano le parole, ma una cosa è certa: se non vogliamo più essere carne da macello, a condizioni di morte non si deve lavorare. Solo i lavoratori, organizzati, possono interrompere questa catena di sangue, nessun altro lo farà.

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

Sesto S. Giovanni, 31.8.2023