L’ingiustizia è la più grande istigazione a delinquere. Parole chiare contro il terrorismo di Stato in solidarietà ad Antudo

 

Riceviamo e diffondiamo questo testo, tre volte prezioso. Per la doverosa solidarietà ai redattori e redattrici di Antudo (https://www.antudo.info/), alla quale ci associamo. Per la chiarezza, e la precisione, con cui si scaglia contro la definizione data dall’Unione Europea del concetto di “terrorismo”, pensata appositamente per mettere fuori gioco ogni lotta concreta (definizione che lo Stato italiano, unico caso in Europa, ha integralmente recepito in uno specifico articolo di legge, il 270 sexies del “nostro” codice penale). Infine, per la rivendicazione del gesto, «non in nome di un’organizzazione ma in nome dell’appartenenza sociale e umana all’enorme e anonima schiera degli oppressi». In tempi come questi, quando la caccia alle streghe sovversive o anche solo dissidenti si fa quotidiana e parossistica, gettando persino l’esposizione di striscioni in solidarietà ad Alfredo nel calderone sempre più capiente del “terrorismo”, è anche di parole e concetti come questi che abbiamo bisogno.

Sull’uso sempre più frequente del concetto di “terrorismo” contenuto nell’articolo 270 sexies, si veda anche questo testo sulla recente operazione repressiva in Trentino: https://ilrovescio.info/2023/08/04/ennesima-inchiesta-per-270-bis-in-trentino-richieste-e-non-concesse-12-misure-cautelari/

Qui l’articolo e il video di Antudo incriminati: https://www.antudo.info/sanzionata-leonardo-palermo-defendkurdistan/

L’ingiustizia è la più grande istigazione a delinquere

«…intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali di un Paese o di un’organizzazione internazionale»

In queste poche righe sta racchiuso il colpo di genio che l’intelligenza repressiva ha elaborato negli ultimi decenni. Grazie al lavoro degli instancabili giuristi con l’elmetto, necessari al Sistema quanto lo sono gli enti di ricerca sui sistemi d’arma, la vaghezza della nozione di terrorismo è stata completamente assunta dalla lingua dello Stato per potere essere impiegata come arma contro i suoi nemici. Se «intimidire la popolazione» o le popolazioni è una prerogativa morale e materiale di ogni Stato – e quindi senza effetti giuridici, visto che è inimmaginabile uno Stato che persegua se stesso – rimane, a moralizzare l’azione repressiva, la seconda parte del periodo. Scompare dall’orizzonte dei sacerdoti del diritto la violenza strutturale, le migliaia di morti annue prodotte da frontiere, carceri, lavoro, inquinamento, nocività; scompaiono le carneficine perpetrate dagli eserciti e gli orizzonti attuali di terza guerra mondiale con corredo di olocausto nucleare. Mostro è, in questo bel mondo, chi pensa di opporsi e pensa di farlo non solo platonicamente ma agendo «contro le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali»: a dimostrare che niente, neanche il rapporto tra significati e significanti, resta fuori dalla guerra sociale.

In queste settimane stanno fioccando le inchieste per associazioni con finalità di terrorismo verso compagni e compagne che hanno lottato al fianco di Alfredo Cospito e contro il 41 bis. In Sicilia, le case di sei compagni e compagne di Antudo sono state perquisite con l’accusa di istigazione a delinquere e di atto con finalità di terrorismo (280 bis). Queste accuse si riferiscono tanto alla pubblicazione del video di un attacco ad una sede di Leonardo s.p.a. in Sicilia e al testo che l’accompagnava (istigazione a delinquere), quanto all’azione di attacco in sé (280 bis). Se una cosa vigliacca e schifosa come la repressione può avere un merito è che, nel farla, lo Stato parla chiaro.

Il carcere, il 41 bis, Leonardo s.p.a. e tutto l’apparato tecno-militare-carcerario, sono «strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali» dello Stato e dell’organizzazione sociale in attuale traghettamento verso l’utopia del controllo totale. Dalla guerra all’intelligenza artificiale, dalla collaborazione nella colonizzazione sottomarina con reti di cablaggio internet alla robotica e al 5G, per Leonardo s.p.a. non ha alcun senso la distinzione tra militare e civile (e scompare anche la distinzione tra “statuale” e “capitalistico”).

Quanto a noi, oltre a dare la più calorosa e sincera solidarietà alle inquisite e agli inquisiti, ci preme ribadire un concetto che ci è molto caro. A prescindere da chi quell’azione l’abbia realizzata, essa va difesa, dichiarata giusta, rivendicata – non in nome di un’organizzazione ma in nome dell’appartenenza sociale e umana all’enorme e anonima schiera degli oppressi, dei bombardati, dei morti che diventano statistica. Quella azione che per loro è terrorismo, è per noi fonte di incoraggiamento, è un atto di dignità esemplare. Loro hanno i codici, noi abbiamo la nostra memoria di oppressi: dalla colonizzazione di ieri all’estrattivismo e alle guerre di oggi, lo Stato è il più grande produttore di terrore.

Solidarietà a tutti i compagni e le compagne indagate nei recenti procedimenti!

Solidarietà ad Alfredo, Anna, Juan, Zac, Rupert, Davide e a tutti i rinchiusi, i ristretti, i braccati dalla legge!

Solidarietà alle popolazioni e agli individui colpiti dagli incendi devastanti! Il problema non è il fuoco, è la miscela tra il fuoco e l’etica assassina di una società basata sul profitto e sulla sopraffazione.

alcune/i siciliane/i contro lo Stato e i suoi tentacoli