Trento, 9 luglio: una giornata di lotta contro il TAV

Riceviamo e diffondiamo:

Trento, 9 luglio: una giornata di lotta contro il TAV

8 LUGLIO: Ezio Facchin, uno dei principali promotori dell’Alta Velocità in Trentino, già commissario straordinario per le “tratte di accesso sud” al corridoio di base del Brennero, dichiara sui giornali che non verranno più tollerate le proteste contro l’AV in Trentino. Il riferimento è chiaro: le iniziative delle ultime settimane, dal corteo no tav che ha visto la partecipazione di centinaia di persone alle contestazioni e ai blocchi concreti dei lavori, temporanei ma totali, stanno dando fastidio e intralcio a un progetto che, per gli interessi in gioco, non può in nessuna forma essere messo in discussione. Ma il riferimento di Facchin è, evidentemente, anche al presidio permanente della “collina occupata”, uno spazio che negli ultimi mesi è animato da una socialità e da una lotta spontanea, orizzontale e plurale: un luogo che, grazie alla disponibiltà concreta di alcuni/e a viverlo giorno e notte, si è deciso di occupare perché nevralgico al fine dell’intalcio dei lavori di scavo per l’imbocco nord della circonvallazione di Trento.

9 LUGLIO: con una tempestività degna di uno stato di polizia, alle 6 di mattina, polizia politica, celere, carabinieri e finanza in assetto antisommossa irrompono nella collina occupata. Due compagni e amici riescono a salire su delle casette sugli alberi, costruite giorni prima allo scopo di resistere più tempo possibile. Un terzo compagno presente viene allontanato immediatamente. Incuranti della loro presenza e a rischio della loro incolumità i lavoratori della Cooperativa Lagorai cominciano a devastare e perimetrare la zona. Nonostante l’ora quasi nell’immediato si raduna una ventina di solidali che riescono almeno a far interrompere queste attività, alcuni sedendosi a terra e facendosi spostare di peso. A quel punto si cerca di mantenere una posizione dalla quale sia possibile almeno osservare ci resiste. La polizia con scudi e manganelli tenta un’azione muscolare per respingere più indietro i/le solidali ma questa non riesce anche grazie al fatto che il numero di persone che raggiungono il presidio è in aumento.

DOMENICA

Di qui in avanti è il racconto di una giornata e un’esperienza di resistenza non scontata per la dinamica delle iniziative di lotta, non solo contro il TAV, in Trentino.

Questo grazie alla determinazione dei due compagni a resistere sugli alberi e all’evidente empasse delle forze dell’ordine di fronte alla solidarietà concreta e attiva che si manifesta. Nel corso della giornata il numero di persone che attraversa il presidio ormai spostato in piena via Brennero aumenta sempre di più raggiungendo in alcuni momenti le duecento persone e molto sentita e ampia è la partecipazione ai due momenti assembleari per decidere collettivamente come proseguire. Seppur in una Domenica torrida e assolata (scelta non a caso dalla polizia per lo sgombero) via Brennero, una delle arterie della città, resterà per 16 ore completamente bloccata. Un medico scortato dalla polizia viene fatto entrare per sincerarsi delle condizioni dei compagni/e sugli alberi. Alcuni solidali riescono a infrangere lo stretto controllo poliziesco e portare direttamente acqua e cibo (e sigarette!). La partecipazione è ampia e determinata a dare una solidaretà concreta con chi resiste anche quando, verso sera, le forze di polizia sembrano compattarsi per un’azione di forza. La pronta risposta dei/delle solidali è quella di imbastire una cena collettiva in piena via Brennero occupata. A tarda sera, di fronte all’impossibilità di sostituire chi sta sugli alberi ormai da tutto il giorno, si arriva alla decisione collettiva di portare a termine la giornata a patto che i compagni raggiungano il presidio senza essere portati in questura. Così avviene e un’ovazione è pronta ad attenderli.

Si conclude così una giornata di lotta e di resistenza importante. Un tassello nella lunga lotta contro questo progetto e non solo. La tristezza e la rabbia per la perdita di un luogo simbolo della lotta, un’autentica oasi di socialità e vita in mezzo alla cementificazione, è in parte compensata dalla consapevolezza che tanti e tante, singoli e gruppi, hanno risposto all’appello alla resistenza collegando la questione TAV-Circonvallazione di Trento al più generale attacco istituzionale e padronale alle condizioni di vita e di lavoro e allo spreco di risorse per il profitto di pochi.

Dentro i palazzi istituzionali politici e amministratori senza scrupoli, mossi soltanto dalla fame di guadagno, spingono sull’accelerazione dei lavori a discapito di tutto, a rischio della salute e della vita stessa degli abitanti (come è nel caso dei lavori sui terreni SLOI!); nelle strade le forze di polizia cercano di reprimere chi si batte contro la costruzione di un’opera insensata, inutile e dannosa. Ma altrettanto chiaro, dopo questa giornata, è che a differenza dei promotori dell’opera, l’opposizione a questo scempio sociale ed ecologico conta sul sostegno della popolazione.

I lavori di cantierizzazione sono soltanto all’inizio. La partita è ancora aperta. Ciò che è deciso a livello istituzionale una mobilitazione ampia e determinata può fermare, fare in modo che non si realizzi. Questo deve anche passare però da azioni concrete, di disobbedienza attiva e di intralcio dei lavori. Occorre mettersi in gioco tutti e tutte prima che sia troppo tardi. Perché il NO a quest’opera è anche il rifiuto ad accettare passivamente decisioni imposte dall’alto senza provare a battersi.

Estendiamo la lotta, nelle piazze, nelle strade, sotto le sedi istituzionali, di fronte a ruspe e cantieri, con gioia e determinazione!

Assemblea no tav – Trento, 10 luglio 2023