Qualche novità su Ivan, recluso nel carcere di Villepinte (Francia, 8 aprile 2023)
Riceviamo e diffondiamo
Qualche novità su Ivan
Ciao,
scrivo per dare qualche notizia sulla mia detenzione e sull’inchiesta.
Le “attenzioni” che l’amministrazione penitenziaria (e/o la giudice per le indagini preliminari?) mi dimostrano continuano. Ancora delle rappresaglie per i miei scioperi della fame? Chi lo sa…
In ogni caso, il 14 febbraio c’è stata la terza perquisizione della mia cella (dopo quelle del 6 dicembre e del 9 gennaio). Verso le 19:30 gli
ERIS (corrispondono ai GOM italiani) sono arrivati, con caschi, passamontagna e scudi. Erano una dozzina, un ufficiale teneva dei fogli in mano, sul primo ho potuto vedere la mia fotografia. La nostra è stata la sola cella perquisita in questa sezione (ma hanno fatto passare un cane nei corridoi), altre due celle in un’altra sezione, non so negli altri edifici. C’erano anche il direttore della prigione, Michael Merci, e la vicedirettrice, che guardavano, da dietro le porte a vetri.
Appena fuori dalla cella, ci hanno ammanettati, io e il mio concellino (che era qui in sezione da una settimana appena) e portati nel locale delle docce, a piano terra, per la tradizionale perquisizione corporale. Siamo rimasti chiusi nelle docce durante le due ore della perquisizione della cella.
Hanno trovato un telefono cellulare con un caricabatterie. Martedì 21 marzo, sono quindi passato al consiglio di disciplina. Come punizione, sono privato della spesina per 30 giorni.
Il 30 marzo, stessa cosa. Sono arrivati gli ELAC (la “squadretta” della sicurezza della prigione) e la storia è ricominciata ancora una volta.
Per quanto riguarda l’inchiesta, in questi ultimi mesi nuovi elementi sono stati incorporati al dossier.
Il più significativo è che la polizia ha potuto avere accesso ai miei computer, anche se erano criptati.
Quello del lavoro, su cui è installato Windows, è criptato con BitLocker. Un verbale incorporato al dossier in precedenza dice che avevano già cercato di accedervi durante il mio fermo di polizia, ma che non ci erano riusciti. Ma a settembre la Brigade d’appui en téléphonie, cyber-investigation et analyse criminelle (Brigata di appoggio in telefonia, cyber-investigazioni e analisi criminale) ha mandato alla SDAT una copia del disco fisso. Nel verbale, spiegano soltanto che hanno effettuato il boot del computer con una chiavetta USB e che poi hanno usato il programma AccesData FTK imager 3.3.05 per copiare il disco fisso. Ma non parlano dell’operazione di decifrazione in sé.
Il mio computer personale, che funziona con Ubuntu 18, è criptato con Luks (la password è di più di venti caratteri: lettere, cifre, segni di punteggiatura…). Non ho trovato nel dossier alcuna indicazione sul mezzo che hanno utilizzato per decifrarlo, ma anche in questo caso hanno fatto una copia del disco fisso. Ci sono perfino dei files che erano stati cancellati e delle e-mails che erano state scaricate con Thunderbird (e poi cancellate).
Non hanno trovato nulla che possa essere in rapporto con gli incendi di cui sono accusato. Ma penso che il fatto stesso che abbiano potuto avere accesso a dei dischi fissi criptati con dei programmi supposti essere inviolabili debba essere conosciuto il più largamente possibile.
La mia posta continua ad essere fortemente rallentata (in media, ricevo le lettere un mese e mezzo o due mesi dopo la spedizione): la giudice per le indagini preliminari legge tutte le lettere che mi arrivano e che scrivo. Quatto delle mie lettere sono state fotocopiate e incorporate al dossier: due che avevo scritto a delle persone della rivista anti carceraria l’”Envolée”, una indirizzata a Boris (il compagno di Besançon che si trova all’ospedale in seguito all’incendio della sua cella, nella prigione di Nancy, nell’agosto 2021) e quella, indirizzata alla Gare, vicino a Bure, nella quale spiegavo che nel “mio” dossier appare la denuncia che il redattore in capo del quotidiano regionale l’”Est Républicain” ha sporto contro gli amministratori del sito internet bureburebure.info per aver riprodotto la rivendicazione dell’incendio di un’auto del giornale (incendio di cui sono accusato).
Altrimenti, la mia detenzione preventiva è stata prolungata fino a metà giugno.
Sto bene, ho il morale alto e mi spiace non poter essere in piazza, in questi giorni.
Un pensiero solidale per Alfredo (e per tutti i compas in prigione).
La solidarietà è l’attacco!
Viva l’anarchia!
Ivan
8 aprile 2023
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L’indirizzo del compagno:
Ivan Alocco
N. d’ecrou 46355
Maison d’Arrêt de Villepinte
40, Avenue Vauban
93420 Villepinte
France