Il capodanno berlinese e la rabbia del “proletariato in eccedenza”

Tratto da https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/01/08/berlino-saluta-atena/

Berlino saluta Atena

Scoprite dove sono le case e le famiglie numerose, il sottoproletariato e le donne proletarie che aspettano solo di prendere a pugni in faccia le persone giuste. Saranno loro a prendere il comando. Non fatevi beccare e imparate da loro a non farvi beccare: ne sanno più di voi.
Scatenare le lotte di classe. Organizzare il proletariato.
Gudrun Ensslin – Costruire l’Armata Rossa, giugno 1970

Il clamore è grande, la folla piccolo-borghese si scatena nella rete e nei media, fascisti e Verdi finalmente uniti nella causa. Il ministro della salute ha completamente interiorizzato lo stato di emergenza permanente della pandemia, chiunque ostacoli le operazioni degli sbirri e dei vigili del fuoco deve essere cacciato di casa.

Tutti quelli che volevano sapere sapevano cosa sarebbe successo. Chiunque camminasse per le strade di questa città, uscendo dalla propria bolla di comfort, parlando con la gioventù proletaria, sapeva che era arrivata la notte della resa dei conti. Quasi tre anni di stato di emergenza pandemico, vessazioni, repressione e sbirri ovunque, e adesso il prossimo sforzo di solidarietà della società, tutti devono fare sacrifici per la giusta guerra. Dove non c’era abbastanza denaro per arrivare alla fine del mese, ora non è sufficiente nemmeno per giungere alla metà del mese. Il razzismo quotidiano degli sbirri, la povertà dalla quale sfuggi solo se riesci a guadagnare soldi in maniera creativa, fuori delle regole del gioco borghese. Sei la feccia della società, educativamente distante suona più elegante di antisociale, ma significa la stessa cosa.

Da giorni i prolet si stanno rifornendo di materiale pirotecnico, le armi della piccola gente. Lunghe code davanti ai negozi, i più furbi erano oltre i confini. Dovrà davvero rimbombare quando gli sbirri arriveranno. Già due giorni prima di Capodanno, a Berlino, i primi scontri con gli sbirri, spesso attirati con bidoni della spazzatura in fiamme e poi attaccati da una posizione tattica. Il proletariato in eccedenza di Berlino studia le azioni delle banlieue francesi. In parte su Netflix. Questi sono i tempi che corrono.

E poi la notte delle notti. Il piacere dell’eccesso che è diventato estraneo, spaventoso per tutti i sinistri e gli autoproclamati anarchici che non fanno altro che nutrire le loro nevrosi, cercando di controllare tutto, il loro pensiero, il loro linguaggio, i loro sentimenti. Sono diventati gli sbirri di sé stessi. Un’obbedienza cieca ovunque, il vuoto, che ripete a pappagallo sempre le stesse frasi. È così diversa la vita negli angoli più crudi della città. Diretta, offensiva, irritante, abbagliante e profondamente nera. Ma la vita. La vita vera.

Da giorni in rete si leggono chiamate per incontrarsi sulla Sanderstraße, a Neukölln, la notte di Capodanno, dove da tre anni il surplus di proletariato del quartiere si scontra con i poliziotti. Anche nel 2020, quando a Berlino era vietato ogni assembramento di più di tre persone in strada, tutti i bar e gli Spätis erano chiusi, le stazioni di servizio potevano vendere solo carburante, gli sbirri erano stati tempestati di fuochi d’artificio per un’ora intera impedendogli di avanzare in strada. Una o due molotov, un espediente stilistico, che un’intera generazione di attivisti pseudo-militanti della sinistra radicale conosce solo per sentito dire, ha trovato la sua forma di espressione.

Così, puntuale come annunciato, alle 23.30 un gigantesco spettacolo pirotecnico illumina la Sanderstraße, all’incrocio con la Kottbusser Damm, riflettendosi nella vernice delle camionette in attesa. Gli sbirri tentano una prima avanzata. Anche gli scudi riemergono dai depositi, ma non riescono a fare nemmeno dieci metri sulla Sanderstraße. Per un quarto d’ora l’intera strada è ricoperta di fuochi d’artificio. Si sente un boato generale. I razzi volano all’impazzata nella zona. Gli sbirri cambiano tattica, tornano a sedersi e sfrecciano via con i loro veicoli, si prendono un angolo di strada, ma rimangono impotenti all’incrocio, il proletariato in eccedenza è sfuggito da tempo, sparando fuochi d’artificio da un altro angolo di strada contro gli sbirri. La cosa va avanti per una buona mezz’ora e a un certo punto gli sbirri tornano sulla Kottbusser Damm. Ci si raduna sulla Sanderstraße. Al grido di Yalla, parte un attacco compatto contro gli sbirri, ai quali non resta che montare in sella e fuggire nella notte. La strada appartiene ai giovani. Si esulta e si grida. Un fascista piccolo borghese lancia bottiglie contro i giovani dal suo balcone, pensa di essere al sicuro lassù al quarto piano, si mette in posa sul terrazzo finché non è costretto a fuggire bruscamente nel suo appartamento sotto il fuoco dei razzi. I bidoni dell’immondizia vengono trascinati da ogni parte. La Sanderstraße viene barricata fino alla Kottbusser Damm e ben presto viene acceso un enorme fuoco. Il rumore dei grossi petardi che vengono lanciati nelle fiamme è assordante. La gente si presenta con estintori, probabilmente socializzati nella vicina stazione della metropolitana, spruzza la polvere in aria. È una danza di guerra selvaggia. Per un’ora le persone hanno creato la loro zona temporaneamente autonoma proletaria, con facce felici ed euforiche ovunque, compresa la maggior parte dei residenti.

Poi i cattivi perdenti tornano con un grande strumentario, cannoni ad acqua e la loro squadra migliore. La stessa presidente degli sbirri di Berlino si è precipitata a Neukölln. Sta in piedi nella vicina Hermannplatz con tutto il suo stato maggiore e con la perplessità sui volti. Una delle forze di polizia più agguerrite d’Europa messa in ridicolo da poche decine di giovani. Con preavviso. Nel frattempo la situazione esplode anche in molti altri angoli di Berlino. In molti quartieri proletari avvengono attacchi mirati contro gli sbirri. A Gesundbrunnen, a Gropiusstadt, sulla Hermannstraße, sulla Sonnenallee… dopo la mezzanotte cinquanta persone erigono barricate sulla Huttenstraße, nel quartiere di Moabit, e le incendiano; sulla Urbanstraße vengono costruite barricate in fiamme; sulla Brunnenstraße, nel quartiere di Mitte, altre barricate. E questo è solo un elenco molto incompleto. Gli stessi sbirri parlano di azioni che si estendono a tutta l’area cittadina, in alcuni casi sono state impiegate anche le molotov.

A Berlino non si vedeva un tale caos da decenni. È stata un’escalation con uno scopo. Uno scopo profondamente politico. La cosa più divertente è che gli attori della cosiddetta sinistra radicale di questa città, che non sono stati in grado di organizzare una sola azione di massa conflittuale in tutto il 2022, non hanno assolutamente nulla a che fare con quanto avvenuto la notte di Capodanno. Nel dicembre 2022 persone e contesti di diverse città tedesche hanno pubblicato un comunicato in cui scrivevano: “Si tratta di organizzarsi, di osare un nuovo inizio. Non ci preoccupiamo tanto dell’organizzazione successiva, che cerca la struttura, la reattività, la mediazione e altre parole d’ordine gestionali, ma piuttosto di organizzare l’inconciliabilità con le condizioni esistenti nella teoria e nella pratica, e questo al di là delle vecchie certezze… Sappiamo che anche altre persone stanno pensando e agendo in questa direzione. Per questo siamo certi che le nostre strade si incroceranno prima o poi“.

Sì, è davvero giunto il momento che un nuovo antagonismo sociale di classe si organizzi e acquisisca i mezzi teorici e pratici per intervenire nelle relazioni esistenti. Il proletariato in eccedenza non ha bisogno di noi, ma noi abbiamo bisogno di un punto di riferimento sociale se vogliamo essere qualcosa di più di un gruppo di anime perse.

Sebastian Lotzer dalla nebbia dei fuochi d’artificio della notte del 1° gennaio 2023