Il giuramento di Ipocrita

Scarica la versione-volantino: giuramento

Se la medicina accademica è da sempre, in fondo, un losco affare – essendo stata costruita, fin dalle sue origini cinque-secentesche, sulla soppressione di ogni intervento terapeutico non monopolizzabile dalla casta medico-scientifica, non controllabile dallo Stato e non redditizio per il capitale, e sul genocidio di chi li praticava –, non c’è dubbio che l’isteria sanitaria organizzata degli ultimi anni abbia cambiato molte cose – ovviamente in peggio.

Dopo la degradazione del corpo curante – ridotto a somministrare tachipirina per telefono «in vigile attesa» –, lo smantellamento di ciò che resta della sanità pubblica, l’attacco alla medicina di base, la sospensione o radiazione dei medici più coscienziosi e la mobilitazione profumatamente pagata di tutti gli altri nella campagna militar-vaccinale (con buona pace degli “ospedali al collasso”), il nuovo PNRR non farà che completare l’opera, imbastendo – tra digitalizzazione dei dati dei pazienti e telemedicina digitale – un ulteriore “salto di specie” del capitalismo sanitario. Mentre la falsa coscienza dilaga; mentre a Lucca due consigliere PD chiedono la chiusura di un ambulatorio che cura le reazioni avverse da “vaccini” (e che, in meno di dieci giorni, ha raccolto prenotazioni per più di quattro mesi…); mentre l’eccesso di mortalità che si registra in tutto il mondo (anche e soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione) viene attribuito dall’Unione Europea al… caldo estivo; e mentre attendiamo di giovarci della nuova medicina d’avanguardia (un mero apparato di controllo e sperimentazione sui corpi), salutiamo il prossimo avvento di una generazione di camici bianchi completamente al servizio di algoritmi e computer, che della falsa coscienza faranno la loro autentica professione. Per questo proponiamo all’OMS, ai ministeri della Salute e agli Ordini dei medici di tutto il mondo una versione aggiornata del celebre Giuramento di Ippocrate, destinata ai (pochi) nuovi assunti del PNRR o di consimili «piani di resilienza» nazionali, e più consona a questi tempi di progresso tecnologico e regresso umano:

IL GIURAMENTO DI IPOCRITA

Consapevole della bassezza e dello squallore dell’atto che compio, ma sapendo che così va il mondo e non resta che genuflettersi, giuro:

di esercitare la medicina nel più completo servilismo e nell’obbedienza più prona alle direttive provenienti dall’alto, senza mai assumermi responsabilità alcuna se non per adempierle con maggiore fanatismo, contrastando ogni indebita ingerenza del pensiero critico nel rivendicare la libertà e l’indipendenza della professione;

di perseguire l’umiliazione della vita in spregio a ogni tutela fisica e psichica, infischiandomene di ogni dolore, sofferenza, libertà e dignità della persona, senza alcun impegno di tipo scientifico, culturale e sociale, ma nella mera osservanza dei protocolli e nella speranza di far carriera;

di curare con relativo impegno solo i pazienti opportunamente inoculati, e pronto ad attuare ulteriori e diverse discriminazioni, anche a danno di altre categorie, qualora previste da nuove disposizioni ministeriali;

di provocare il danno e persino la morte anche a mezzo di terapie palesemente sbagliate o poco conosciute, meglio se di ultima generazione e ad alto contenuto tecnologico;

di intraprendere e insistere in qualsiasi procedura diagnostica o terapeutica, pure se inutile, sproporzionata o lesiva, diretta a qualsiasi fine meno che alla cura del malato;

di perseguire con la persona assistita un rapporto fondato sulla sua continua diminuzione intellettuale e umana, facendo sfoggio del mio titolo a mo’ di clava, accusandola a ogni piè sospinto di imperizia e ignoranza finché non si pieghi, e per il resto delegando ogni informazione, peraltro incompleta e oscura, agli imbonitori televisivi, ai fini dell’estorsione di un consenso puramente formale;

di pulirmi il culo con ogni principio morale di umanità e solidarietà, fermo restando che l’autonomia della persona non è altro che una menzogna liberale;

di mettere le mie conoscenze, ovvero quanto mi viene ordinato di credere, al servizio del progresso della medicina, nel suo senso schiettamente capitalistico di espropriazione dei corpi, della salute e dei saperi che li concernono;

di affidare la mia reputazione professionale a chi è preposto a deciderne, e di evitare, anche al di fuori della professione, ogni comportamento che possa ledere i privilegi della casta medico-scientifica, e della classe padronale che l’ha eletta a nuovo clero;

di perseguire, in caso di divergenza di opinioni, la denigrazione sistematica e feroce di ogni collega non disposto a strisciare ai piedi dei potenti;

di consegnare solertemente, in barba a ogni riservatezza o segreto professionale, i dati sanitari di veri, presunti o potenziali malati alle autorità competenti, per fini di controllo sociale e tecnologico, di avanzamento dell’industria e di crescita dei profitti;

di prestare assistenza d’urgenza a chi ne abbisogni quando e se non avrò di meglio da fare, ma restando sempre a disposizione dell’autorità per qualsiasi soperchieria, anche mascherata da calamità fittizia;

di accantonare ogni coscienza, e rivendicare come Scienza solo quanto mi viene ordinato, cambiasse pure il suo contenuto da mane a sera.

Mi impegno quindi a essere in tutto e per tutto un grigio burocrate, muto come un ingranaggio, obbediente come un soldato, spietato come un vivisettore o un poliziotto. Con tanti saluti alla Salute.

In (mala)fede,

il Nuovo Medico Laureato

NOTA: sulla vicenda di Lucca si veda qui: https://www.lindipendente.online/2022/11/14/lucca-istituzioni-allattacco-dellambulatorio-che-cura-gli-eventi-avversi-da-vaccino/

Sull’aumento della mortalità in 27 Paesi (europei e non solo), si guardi p. es. il sito Euromomo: https://www.euromomo.eu/ (in particolare i grafici riguardanti le fasce d’età 0-14 anni e 15-44 anni), tenendo anche presente che alcuni Paesi – tra i quali l’Ucraina e… l’Italia – forniscono i dati in modo discontinuo e incompleto.