Grecia: Un messaggio di Thanos Xatziagkelou – Come una freccia che abbatte i muri del 41bis

Messaggio di solidarietà da parte del membro prigioniero dell’Organizzazione Azione Anarchica Thanos Xatziagkelou, al guerrigliero anarchico Alfredo Cospito, in sciopero della fame contro il regime di isolamento del 41bis.

Per alcuni, la solidarietà tra compagni, è un’unione costruita su posizioni o opinioni filosofiche condivise, in una dimensione vuota, dove le parole comuni sono lontane dai fatti. Nella guerriglia, ciò che ci rende compagni, è il comune arruolamento in questa guerra, le scelte, le ostilità dietro il cumulo della lotta anarchica. E quando siamo avvolti dalle catene la nostra componente comune è la complicità, la responsabilità politica, la stabilità impenitente negli stessi percorsi. È la dedizione al ritmo del cammino del fuoco.

Il guerrigliero urbano, l’anarchico Alfredo Cospito, è prigioniero nelle carceri dello Stato italiano dal 2012. Ha rivendicato con orgoglio la responsabilità politica del ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, un’azione compiuta dal Nucleo Olga della Federazione Anarchica Informale (FAI-FIR). Da allora è rimasto un nemico impenitente della tirannia. Le continue persecuzioni contro di lui, lo status di eccezione e le restrizioni, sebbene intensifichino costantemente il suo isolamento, sia dal suo ambiente sociale che da quello politico, non piegano la volontà ribelle di Alfredo, e la sua sete di nuovi momenti di ribellione. Dal 2016, a seguito di un’operazione dell’antiterrorismo denominata Scripta Manent, Alfredo è accusato di essere a capo della FAI, una sentenza che lo ha condannato sostanzialmente all’ergastolo. Eppure continua a difendere l’Anarchia d’azione. Un’anarchia ostile al potere e alle persone che lo detengono, un’anarchia che si arma e attacca.

Ora la Tirannia spinge Alfredo ancora più a fondo, nelle tombe di cemento della prigionia, isolandolo nel regime del 41bis, il caposaldo dell’isolamento sensoriale nelle carceri di massima sicurezza dello Stato italiano. Contro il nuovo regime di detenzione, il compagno ha iniziato uno sciopero della fame dal 20 ottobre, e anche il compagno Juan Sorroche ha fatto lo stesso, per dimostrargli la sua solidarietà. Perché l’anarchia non chiede l’elemosina, ma combatte fino alla fine.

Ci siamo arruolati dietro i bastioni della guerriglia perché per noi l’anarchia è il conflitto con il presente, con le relazioni di potere e di sfruttamento. Organizziamo gruppi di azione diretta perché cerchiamo la rottura e le azioni ostili antiautoritarie, qui e ora. Non siamo né oratori negli auditorium, né filosofi in interminabili dibattiti. Abbiamo la visione e la necessità del rovesciamento totale dello statalismo e della dittatura capitalista, che riproduce costantemente crisi socio-economiche. Abbiamo la volontà e la determinazione di resistere, di affrontare chi detiene il potere, di attaccare per destabilizzare il regime e la pace sociale.

Anche attraverso le sbarre, con la stessa sagacia, abbiamo il coraggio e l’audacia di difendere le nostre scelte. Per servire gli stessi valori. In un momento di disarmo e rassegnazione, abbiamo la responsabilità politica di armare l’anarchia attraverso la propaganda dell’azione. Il compagno Alfredo è parte integrante di questo movimento e noi, al servizio della comunità internazionale dei prigionieri anarchici, siamo al suo fianco perché così difendiamo la necessità stessa della guerriglia anarchica. Per ora e per sempre, impenitenti, arruolati in prima linea. Perché Anarchia significa Attaccare.

Compagno Alfredo, tieni duro: la libertà è dentro di noi.

Potere ai prigionieri impenitenti dello Stato italiano.

Non dimentichiamo la nostra compagna d’armi Diana Blefari, la prima guerrigliera morta nel regime di isolamento del 41bis, imprigionata per aver partecipato alla ricostruzione delle Brigate Rosse.

Thanos Xatziagkelou, membro prigioniero dell’Organizzazione Azione Anarchica

Ala D, prigione di Korydallos

27/10/2022