È uscito il numero 14 della rivista “i giorni e le notti”

È uscito il numero 14 della rivista “i giorni e le notti”

Dall’editoriale:

Tra un capitalismo (tecno-)finanziario militarizzato (blocco occidentale) e un capitalismo più tradizionalmente industriale (blocco orientale) è ormai guerra aperta: economica, mediatica, alimentare, biologica, militare. Gli stati di emergenza che si susseguono (e si susseguiranno) hanno la funzione di contenere e occultare la bancarotta finanziaria e insieme di accelerare questa resa dei conti fra i diversi centri gravitazionali dell’economia capitalistica. Una spirale che inghiotte ogni forma di vita non del tutto mercificata.

Noi, qui in basso, non siamo messi molto bene (è il minimo che si possa dire). Ma per i proprietari della società il futuro non è meno fosco. Costretti a impiegare mezzi sempre più smisurati, sembrano ormai incapaci di individuare e perseguire dei fini che non determinino a loro volta conseguenze rovinose. Puoi intascare miliardi di euro scommettendo in borsa – grazie alla potenza di calcolo delle macchine – su siccità o epidemie o sul protrarsi di un conflitto, ma per stampare quel denaro “dal nulla” lo Stato che ti garantisce gli affari deve avere il controllo reale delle risorse. Altrimenti succede quanto sta succedendo ai padroni europei di fronte al gas, ai fertilizzanti o al nichel russi: è arrivata la realtà e li ha trovati addormentati. La predazione capitalistica ha ormai davanti a sé il compito che Marx attribuiva alla classe proletaria: diventare tutto, o non essere nulla.

Per questo i padroni della tecnologia informatica sognano altri Pianeti, senza mai abbandonare la Terra. Mentre spingono oltre ogni limite la colonizzazione dello spazio e l’artificializzazione della vita, acquistano in ogni continente vasti territori a uso agricolo. L’abbondanza di paccottiglia tecnologica ha il suo rovescio nell’amministrazione della scarsità e della fame. Come milioni di poveri stanno sperimentando, le carestie sono un ottimo affare per chi controlla il grano (il cui mercato è oggi in mano quasi interamente a quattro multinazionali), nonché un’occasione per lanciare su scala di massa le nuove meraviglie della biologia sintetica (come le bistecche artificiali della Fondazione Bill & Melinda Gates).

Mentre milioni di persone in tutto il mondo cercano di sottrarre i propri corpi agli esperimenti biotecnologici, rivolte contro il caroviveri scoppiano in Iran, Cile, Kenya, Perú, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Libano.

Transumanesimo e miseria. La sveglia è in arrivo anche alle nostre latitudini.

Quella rivoluzionaria è una scommessa contro il Leviatano e la sua Storia che ben pochi scelgono a tavolino: «qualitativa e imprevedibile, enigmatica, plasmata da accelerazioni improvvise e periodi di apparente immobilità», essa è tuttavia l’ultima carta rimasta agli oppressi che vogliono smettere di esserlo e agli umani che vogliono restarlo.

In questo numero:

Editoriale

La torre e le cantine

Più in la del proprio naso

Oltrepassare l’esistente

Nelle braccia del Leviatano. Note contro lo Stato

Tra «disinformazione» e «incomprensibile obbligatorio». Un’intervista dal sottosuolo

I doni di Arimane


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