Busto Arsizio: 1 Maggio

IL PRIMO MAGGIO NEL 2022

“C’è una lotta di classe, è vero, ma è la mia classe, la classe ricca, che sta facendo la guerra, e stiamo vincendo”.

(Warren Buffett, secondo Forbes patrimonio di 124 miliardi di dollari, quinto uomo più ricco del mondo).

Col passare del tempo abbiamo perso la memoria collettiva riguardo questa data, con essa anche la consapevolezza dei rapporti sociali in cui siamo inseriti. La perdita di questa consapevolezza ha permesso a lorsignori di trascinarci nel baratro dell’indifferenza, della sottomissione e dell’ignavia, fino a giungere alle condizioni di vita attuali.

Negli ultimi decenni i vari governi che si sono susseguiti hanno perpetrato politiche lavorative volte a favorire gli interessi dei ricchi, che sono sempre più avidamente e schifosamente ricchi.

A livello mondiale, l’1% delle famiglie più ricche possiede il 43% di tutta la ricchezza, mentre il 50% più povero detiene appena l’1%. Questo 1% più ricco sono tutti milionari in termini di patrimonio netto (oltre ai debiti) e sono 52 milioni. All’interno di esso, ci sono 175 mila super-ricchi con un patrimonio netto di 50 milioni di dollari, un numero minuscolo di persone (meno dello 0,1%) che detiene il 25% della ricchezza globale.
(fonte: https://www.credit-suisse.com/…/global-wealth-report.html)

Durante questi mesi abbiamo avuto più modi e momenti per confrontarci riguardo il mondo che ci circonda, una delle questioni che riguarda tutti è sicuramente quella del lavoro e tutto ciò che ne concerne. Ognuno ha vissuto e vive situazioni lavorative differenti e abbiamo individuati alcuni dei punti importanti su cui vale la pena prendere parola:
❌ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Con la legge n.107 del 13 luglio 2015, la cosiddetta “buona scuola” di Renzi, viene istituita ufficialmente l’alternanza scuola-lavoro, immediatamente integrata come percorso obbligatorio nel sistema scolastico. Questa riforma ha costretto gli studenti di tutte le scuole superiori a svolgere varie ore di lavoro in aziende e imprese locali, che li avrebbero assunti e fatti lavorare temporaneamente e senza retribuzione alcuna. La creazione di un simile percorso è stato uno dei più grandi attacchi al mondo scolastico e lavorativo mai avvenuti nella nostra Repubblica. Abbiamo avuto la definitiva conferma che la scuola non è più indirizzata alla formazione di cittadini coscienti e dotati di intelligenza critica, bensì punta unicamente alla creazione di schiavi obbedienti e flessibili che si devono adattare ad ogni condizione lavorativa senza la minima possibilità di contestazione.

LAVORO PRECARIO

Sono almeno 3 milioni e mezzo i lavoratori precari in Italia.

Negli ultimi 20 anni siamo arrivati addirittura a 28 modelli di assunzione, fino al “lavoro a chiamata” e ai voucher, costringendo 3 milioni di lavoratori a gironi infernali senza nessuna sicurezza, sempre con l’ansia di perdere il posto di lavoro e con stipendi da fame. Il lavoro precario è obiettivamente un’istituzione che permette, soprattutto alle grandi aziende, di rifornirsi di manodopera all’occorrenza, e liberarsene quando non serve più. Per molte persone è una condizione perenne, mentre per le più fortunate è la fase da cui sono dovute passare per emanciparsi dal precariato, e aggrapparsi a quel posto fisso, che per quanto possa essere frustrante e poco appagante, è pur sempre preferibile al limbo del precariato. Il precariato, in quanto ingranaggio della macchina capitalista, non è realmente combattuto dallo Stato, dai sindacati confederali: mettono solo piccole pezze già bucate per fingere di interessarsene, ma il precariato è sempre lì pronto ad accoglierci.

LAVORO INTERINALE

Il lavoro da “interinale” venne ridefinito come “somministrazione di lavoro”, quasi a voler indicare beffardamente una cura nei confronti del malessere nel singolo individuo, ma paradossalmente le condizioni sociali, economiche e di conseguenza lavorative in determinati luoghi di lavoro, sempre più influenzate da dinamiche speculative, hanno indotto l’individuo ad ammalarsi di avidità, egoismo, prevaricazione, brama di potere nelle dinamiche aziendali e spirito di competizione per poter portare a casa la proverbiale “pagnotta”. Tali figure professionali vengono di fatto stipendiate dalle agenzie del lavoro e cedute alle aziende richiedenti, le quali usufruiscono di questa manodopera per il tempo prestabilito in veste di utilizzatrici, salvo poi in rari casi valutarne l’assunzione diretta, ma non prima che il lavoratore venga spremuto fino all’ultima goccia di sudore e, non di rado, arrivi anche a sputare il proverbiale sangue.

I lavoratori interinali, anche se illegale, sono anche ingaggiati per compensare rapidamente i posti vacanti durante gli scioperi.

PARTITA IVA

Il costo di mantenimento della partita IVA è la causa principale dell’evasione fiscale o ancora peggio del fallimento con l’eventuale chiusura della stessa. Aprirla è semplice e veloce, lo si può fare addirittura dal proprio PC, mantenerla equivale ad entrare in un girone dantesco: si è obbligati a versare all’INPS circa 300 euro al mese, al commercialista minimo 2000 euro all’anno, più il pagamento delle imposte a seconda del fatturato (IRPEF).

Facendo un calcolo lo Stato trattiene in tasse più o meno il 64% del guadagno di chi ha deciso di mettersi in proprio. Senza contare tutte le altre spese come ad esempio corsi di sicurezza, corsi di formazione, corsi di aggiornamento lavorativi… Lo Stato palesa ostilità al lavoratore autonomo per asservirsi totalmente all’imprenditore d’assalto ed alle grandi multinazionali che giovando di trattamenti di favore piuttosto che eludendo il fisco fanno concorrenza sleale nel già spietato mondo del mercato libero.

MORTI SUL LAVORO

Nel 2021 sono morte, in media, oltre tre persone al giorno nell’esercizio della propria attività lavorativa. A queste vanno aggiunte decine, se non centinaia, di casi letali “nascosti”, che sfuggono a ogni conteggio e riepilogo. Una strage continua, infinita, inarrestabile. Sul lavoro e di lavoro si continua a morire, nelle fabbriche, nei campi e nelle serre, nei cantieri edili, nei magazzini, in mare, sui mezzi di trasporto, nelle strutture ospedaliere, per la strada. Restano fuori dalle statistiche gli abusivi e i sommersi, in nero o clandestini, e gli operatori di categorie che non ricadono sotto l’ombrello Inail come vigili del fuoco, liberi professionisti indipendenti. E la questione non si può certo ridurre alle aride cifre: dietro ciascun numero c’è una persona, una famiglia devastata dalla perdita, interrogativi che si rincorrono…

Viviamo in anni in cui il vaniloquio in merito alla “sicurezza” viene propagandato senza sosta dall’informazione ufficiale, eppure, a quanto pare, per chi ci governa questo concetto sembra non riguardare il mondo del lavoro, dove la sicurezza, quella vera, rimane per molti un lontano miraggio.

GREEN PASS SUL LAVORO

Dal 1° aprile 2021 è stato introdotto l’obbligo di somministrazione del siero genico sperimentale anti-covid per le “professioni sanitarie” ovvero farmacisti, medici chirurghi, odontoiatri, veterinari, biologi, fisici, chimici, psicologi, nonché degli esercenti le professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, tecnico sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione; quanto agli “operatori di interesse sanitario”, si tratta di massofisioterapisti, operatori socio-sanitari, assistenti di studio odontoiatrico.

Dal 15 ottobre 2021 è stato introdotto l’obbligo di Green Pass sui posti di lavoro.

Dal 15 dicembre 2021 scatta l’obbligo anche per il personale amministrativo sanità, docenti e personale amministrativo scuola, militari, forze di polizia e di soccorso pubblico.
Dall’8 gennaio 2022, viene esteso l’obbligo anche agli over 50.

Dal 1° febbraio 2022 diventa attivo l’obbligo per il personale delle università e delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica.

La vicenda ha coinvolto milioni di lavoratori che sono stati sospesi, discriminati, vittime di mobbing, costretti a pagarsi i tamponi naso-farengei ogni 2 o 3 giorni per il costo di 15 euro cadauno, vittime di rappresaglie padronali che minacciano di licenziamento o demansionamento con annessa riduzione dello stipendio. Oltre a essere un vero e proprio strumento di ricatto da parte di Stato e padroni, anche grazie alla campagna mediatica, ha generato divisioni e conflitti tra i lavoratori.

DISOCCUPAZIONE DIGITALE

L’idea che la società possa mantenere lo stesso numero di posti di lavoro, data l’espansione esponenziale della tecnologia e l’ascesa dell’automazione, è irrealistica. Disoccupazione tecnologica, due parole che messe insieme possono sembrare quasi un ossimoro, abituati come siamo a considerare il progresso come un meccanismo sempre foriero di benessere sociale.

Pensiamo a come la tecnologia sui luoghi di lavoro sia anche finalizzata al controllo di tempi e produzione.

Secondo l’Economist l’impatto della tecnologia sull’occupazione avrà gli stessi effetti di un tornado, che colpirà prima le economie industrializzate per poi allargarsi anche verso i Paesi più poveri. E nessun Governo è preparato a questo. In questo senso l’introduzione del reddito di cittadinanza si configura come un dispositivo prettamente anti-insurrezionale, non di certo perché lo Stato ci voglia pagare per non fare niente; al contrario, il reddito di cittadinanza introduce il cittadino ad un rigido circuito di precarietà e sfruttamento, dal quale sarà pressoché impossibilitato a uscire, e sotto la continua minaccia di esserne privato in caso non si ricopra il ruolo di “cittadino modello”.
RIPARTIAMO DAI NOSTRI BISOGNI

LOTTIAMO INSIEME‼️

Il 1° Maggio è la giornata di tutti i lavoratori, una giornata di lotta che sia da slancio per le lotte quotidiane.

Vogliamo esprimere il nostro sostegno ai lavoratori che si stanno anche opponendo alla guerra ostacolando l’invio di armi.

Il 1° maggio saremo in piazza a Busto Arsizio per lanciare un messaggio:

Uscire dalla solitudine, smettere di subire vessazioni e sfruttamento, organizzarsi e lottare!