Salonicco: Rivendicazione per la distruzione di alcune banche e bancomat

Tratto da https://infernourbano.altervista.org/salonicco-grecia-rivendicazione-per-la-distruzione-di-alcune-banche-e-bancomat/

Salonicco, Grecia: Rivendicazione per la distruzione di alcune banche e bancomat

La sera del 22 ottobre, ad Atene, alcuni agenti di polizia della DIAS (unità motociclistica) hanno inseguito un’auto che non si era fermata ad un posto di blocco. Nel veicolo c’erano tre ragazzi rom. L’inseguimento è iniziato nella zona di Aigáleo (città della periferia occidentale di Atene) ed è finito nelle strade di Pérama (città vicino al Pireo), dove l’auto è stata crivellata da 38 colpi di proiettile. Uno dei passeggeri, Nikos Sampanis è morto sul colpo, un secondo passeggero è rimasto gravemente ferito ed è tuttora ricoverato in condizioni critiche in ospedale, mentre il guidatore è riuscito a fuggire, inseguito da una raffica di proiettili.

L’immediata reazione dello Stato, dei media e degli sbirri è stata da manuale, subito pronti a scagionare i poliziotti, nel vano tentativo di mettere a tacere qualsiasi tipo di reazione da parte dell’opinione pubblica. Di fronte a questo incidente, lo stato ha avuto inizialmente un atteggiamento molto “cauto”, arrestando i poliziotti coinvolti nella sparatoria, ma senza grande successo, in quanto la solidarietà mostrata loro da parte di molti politici non è passata inosservata. I media si sono scatenati lanciando una raffica di accuse razziste contro le vittime, in quanto rom, per sottolineare quanto siano pericolosi, e per giustificare le azioni della polizia. Tuttavia, gli occupanti dell’auto erano disarmati e non avevano alcun precedente penale. La loro unica “arma” era il loro colore, e la loro posizione ai margini della società. Per quanto riguarda la polizia, per giustificare le sue azioni, ha usato la tattica della menzogna e del vittimismo, sostenendo che, nel tentativo di toglierli di mezzo, il veicolo li avrebbe speronati con il chiaro scopo di ucciderli e che questo è provato dal fatto che 7 di loro sono rimasti feriti nell’incidente. Naturalmente, i filmati audio e video hanno smentito categoricamente tali affermazioni.

Nei giorni seguenti  abbiamo assistito a numerosi tentativi, da parte dei media, di screditare i tre giovani, accusandoli di essere dei ladri esperti, tentativi andati a vuoto, in quanto basati su delle menzogne. La verità, l’unica verità era ed è una sola. I poliziotti e lo Stato hanno ucciso un ragazzo. Sono stati il razzismo, il bigottismo e il potere, non la paura per la loro vita, ad armare le mani dei poliziotti che hanno sparato quella notte. E da quando poi non fermarsi ad un posto di blocco è punibile con la morte? Ma per quanto possa essere dura la verità, non ci coglie impreparati. Non è la prima volta che lo Stato e il capitale si lasciano dietro una scia di cadaveri. Che succeda per le pallottole dei poliziotti o per l’arbitrarietà dei padroni, per lo sfruttamento e l’oppressione, come nell’ultimo caso, quello dell’operaio 45enne Dimitris Daggli, smembrato da un carroponte sul molo della Cosco, nel porto del Pireo. Tutte queste persone non torneranno mai più dalle loro famiglie, hanno pagato con la loro vita per un pezzo di pane, per un misero stipendio. Hanno pagato il prezzo di essere nati poveri in un mondo che appartiene ai ricchi. Questa non sarà l’ultima volta che lo Stato e il capitale uccideranno, a meno che non cessino di esistere. A meno che le persone ai margini della società, i poveri, gli sfruttati e gli oppressi, non abbattano le barriere di classe. A meno che non rovesciamo questo sistema che semina morte e dolore.

Così, anche noi abbiamo voluto mettere una piccola pietra nel mosaico della resistenza e della solidarietà di classe, realizzando attacchi coordinati, con martelli, contro banche e bancomat, la notte di martedì 26 ottobre: 2 in via Lagada, nella parte occidentale di Salonicco, e uno in via Karamanlis, nei quartieri orientali.

MAI ABITUARSI ALLA MORTE

ORGANIZZARSI E LOTTARE PER L’UGUAGLIANZA E LA LIBERTÀ

Brigata Nikos Sampanis

Fonte: darknights.noblogs.org

Traduzione: infernourbano