Se lo dicono i servizi segreti…

Se lo dicono i servizi segreti…

La Relazione dei servizi segreti per la sicurezza 2020 – che trovate in allegato – contiene alcune indicazioni interessanti. Per carità, niente di che: è sempre la stanca e burocratica relazione – la minaccia jihadista, la criminalità organizzata, il pericolo anarco-insurrezionalista, l’area dell’antagonismo, i circuiti marxisti-leninisti … – redatta allo scopo di giustificare l’attività svolta e di allargare la sfera dei finanziamenti. Chiedere soldi: a questo servono innanzitutto quelle carte imbrattate.

Ma all’Intelligence certo non è sfuggito che nel 2020 si sono creati e che ancor più si creeranno in futuro scenari geo-politici e sociali inediti.

Alcune constatazione degli 007 non sfigurerebbero in qualche sito anticapitalista, laddove registrano «le difficoltà della mediazione multilaterale, l’antagonismo tra attori globali e la corsa alla primazia sul versante tecnologico, la regionalizzazione delle filiere produttive ed il riposizionamento di attori e operatori nelle catene globali del valore [questo è marxismo, signori!], la crescente aggressività della competizione economica e il consolidamento di strategie d’ingerenza articolate e multiformi». Le “sfide” sono tante: «dai cambiamenti climatici agli squilibri demografici, dalla transizione energetica all’esigenza, ineludibile, di perseguire nuovi modelli di sviluppo sostenibile, dai piani di ripresa mondiale ed europea alle frontiere possibili dell’Intelligenza Artificiale, dalle implicazioni della Brexit al posizionamento della UE sulla scena globale».

Nella Relazione si trovano anche constatazioni lucide rispetto a movimenti di piazza: «Le proteste bielorusse non possono inquadrarsi nel solco delle cc.dd. “rivoluzioni colorate”, di segno filo-occidentale, prodottesi negli ultimi anni nello spazio post-sovietico, caratterizzandosi per una dimensione spiccatamente interna, focalizzata sui temi dell’autoritarismo e delle difficoltà economiche».

Ma soprattutto si riconosce che è in corso una Grande Transizione, insieme travolgente e potenzialmente fragile: «Dopo l’accelerazione del processo di trasformazione digitale imposto dalla pandemia Covid-19 che ha portato ad un sensibile aumento degli attacchi cibernetici, il programma di finanziamento “Next Generation EU” getta i presupposti per un’ulteriore fase di allargamento e velocizzazione di tale processo creando quindi contestualmente la necessità di aumentare la resilienza del Paese e dell’Europa rispetto agli attacchi». Cruciale è quindi «il settore delle telecomunicazioni, anche in ragione delle profonde trasformazioni tecnologiche e organizzative connesse all’introduzione della tecnologia 5G e al loro impatto sul sistema infrastrutturale nazionale».

Dopo aver scoperto l’acqua calda: e cioè che le “misure anti-Covid” hanno fatto diminuire le manifestazioni di piazza; e che gli scontri di fine ottobre hanno coinvolto migliaia di giovani “non connotati ideologicamente”, gli 007 rilevano che «l’anarco-insurrezionalismo resta la componente eversiva endogena più vitale». Dove sta soprattutto il pericolo? Ecco detto: «Il tema di fondo è rimasto la lotta alla “repressione” che – nella articolata interpretazione tipica dell’anarco-insurrezionalismo – non ha mancato di connettere l’emergenza pandemica all’era di un moderno “capitalismo della sorveglianza”, coniugandosi con la campagna contro le tecnologie. Al riguardo, seppure in linea di continuità con il 2019, ha trovato nuova linfa, anche a livello internazionale, la mobilitazione contro la rete 5G, annoverando tra l’altro, in coerenza con la prassi insurrezionalista, documenti recanti circostanziate indicazioni anche per quel che attiene ai potenziali obiettivi, come la mappatura delle antenne 5G sul territorio nazionale. Tralicci e ripetitori, reti in fibra ottica, sistemi di videosorveglianza e aziende specializzate in tecnologie digitali sono diventati, quindi, target privilegiati della campagna contro il “capitalismo digitale” e le “nocività”. Alla propaganda hanno corrisposto sortite operative (…), consistenti perlopiù in atti vandalici e/o incendiari e sabotaggi, ai danni soprattutto d’infrastrutture delle telecomunicazioni (come l’incendio, il 29 aprile a Roma, dei cavi di un’antenna di una compagnia telefonica nazionale e il sabotaggio, tra il 14 e il 15 maggio a Rovereto-TN, di centraline della fibra ottica che ha provocato il temporaneo blocco della rete)».

Nel documento non mancano le perle (le stesse che poi i giornali – soprattutto “Repubblica” – ripetono a gran cassa…). La “propaganda d’area” del “movimento antagonista” «ha, tra l’altro, strumentalmente connesso la diffusione del virus con il progresso tecnologico e i cambiamenti climatici». E a cosa avrebbe dovuto connetterla? All’influsso di Marte? Alla musica rock? A un castigo divino? O forse gli 007 ci suggeriscono che il Covid-19 è stato fabbricato in laboratorio (ipotesi comunque “connessa” allo sviluppo tecnologico…)?

A proposito di mantra linguistici che preformano il senso comune, che dire poi quando i servizi segreti denunciano la «crescita esponenziale nella divulgazione online di proclami antisistema, propositi violenti e teorie cospirative»?

Chi le cospirazioni le organizza nella realtà (bombe sui treni e nelle piazze, depistaggi, eliminazione di documenti scomodi, campagne di stampa pilotate, rapimenti extragiudiziali…), le denuncia poi nelle altrui teorie.

RELAZIONE-ANNUALE-2020