Note urgenti contro la campagna militar-vaccinale AGGIORNATO

Una premessa doverosa

Un compagno biologo, dopo un’attenta ricerca sull’argomento, ci ha segnalato diverse inesattezze e un errore più rilevante contenuti nelle nostre Note. Li riportiamo qui, con la giusta dose di autocritica per aver riprodotto una sorta di “catena della fiducia” tra compagne e compagni attorno ad alcune fonti, senza aver ulteriormente approfondito.

Innanzitutto, la biotecnologia usata per i vaccini mRNA non c’entra con l’editing genetico (o genomico). Di conseguenza il parallelo con l’ingegneria genetica applicata alla procreazione non regge.

I vaccini prodotti con virus attenuati e quelli realizzati con proteine distintive del virus purificate non sono equivalenti: i primi sono molto più vecchi, i secondi si sviluppano negli anni Ottanta.

Bisogna anche distinguere i vaccini mRNA da quelli basati su vettori virali (è il caso del vaccino Astra-Zeneca): solo per i secondi si può usare – per lo meno nel linguaggio della biologia – l’espressione vaccini-chimera. Il rischio che si ricombinino con virus presenti in natura e producano degli ibridi con trasmissibilità e virulenza indesiderate, provocando mutazioni di virus e aumentando la loro patogenicità, è decisamente più alto con i vaccini basati sui virus attenuati (è quello che è successo, ad esempio, con il vaccino anti-Polio).

Quando i media parlano del 90% di efficacia dei vaccini mRNA – percentuale che ufficialmente è già scesa al 75%… – non si può dedurne che gli effetti sul restante 10% siano sconosciuti, ma soltanto che quel 10% resta escluso dalla copertura vaccinale.

Anche il dato relativo agli effetti negativi piuttosto gravi delle vaccinazioni ad alto dosaggio in via sperimentale potrebbe essere letto in maniera diversa: gli effetti negativi sono ricercati apposta per stabilire una soglia di nocività.

Detto questo – e ringraziando ancora il compagno per le preziose critiche –, per noi il discorso complessivo contro questa «sperimentazione biopolitica su scala di massa» rimane valido, soprattutto se ci spostiamo dal piano specifico delle tecniche a quello più ampio delle logiche di fondo.

Nel testo scrivevamo, tra le altre cose, che questa sperimentazione verrà usata come cavallo di Troia per giustificare anche in altri campi progetti e prodotti biotecnologici (e per allargare, più in generale, il dominio delle tecno-scienze). Ecco un esempio.

Il 27 gennaio scorso, sul quotidiano francese “Le Monde”, scriveva un collettivo di scienziati: «Il virus che causa il Covid-19 è apparso nel dicembre del 2019, provocando una pandemia mondiale. Un anno dopo, viene lanciata una campagna di vaccinazione. Questa rapidità di reazione, unica negli annali della medicina, è stata permessa dall’ingegneria genetica. Grazie ai suoi metodi, si è analizzato il genoma virale, identificato la proteina-obiettivo per la vaccinazione e costruito dei geni che permettono la sintesi di RNA messaggeri, i quali mobiliteranno l’espressione genica delle cellule dove verranno iniettati, scatenando la risposta immunitaria». Poche righe dopo, dagli esseri umani si passa alle piante: «Parallelamente, un’epidemia virale si diffonde nei campi di canna da zucchero. Diversi virus, trasmessi da pidocchi, la cui proliferazione è favorita dal riscaldamento climatico, provocano una diminuzione del 20% del rendimento. La soluzione tecnica più rapida è stata quella di ri-autorizzare l’uso degli insetticidi neonicotinoidi» (fortemente contestati per gli effetti deleteri che hanno sulle api).

Ora, la tecnica usata per produrre gli insetticidi non è la stessa usata per produrre i vaccini (così come la tecnica dell’mRNA non è quella dell’editing genetico). La logica, però, sì.

Se le condizioni di vita sono sempre più insalubri e patogene, si cambiano le condizioni di vita (a partire dal nostro rapporto con la natura)? No, si alza la soglia di tolleranza. E avanti tutta.

 

 

 

 

 

Note urgenti contro la campagna militar-vaccinale

L’attuale campagna “militar-vaccinale”, pur non arrivando come un fulmine a ciel sereno, è un evento senza precedenti. Il silenzio al riguardo di parte “antagonista” (e anche, con rare eccezioni, anarchica) ci sembra un inquietante segno dei tempi.

Di sicuro stiamo pagando la scarsa attenzione – quando non addirittura l’appoggio – con cui in ambiti “di movimento” era stata affrontata l’introduzione delle vaccinazioni obbligatorie da parte del governo italiano per conto della Glaxo. Non solo rispetto alla medicalizzazione forzata che ha fatto all’epoca un importante balzo in avanti (e che ha preparato il contesto per l’attuale crociata medico-politico-mediatica contro chiunque esprima un parere anche solo blandamente dubbioso sui vaccini anti-Covid); ma proprio per l’accettazione del discorso dominante sul rapporto tra corpo, difese immunitarie e virus, che ha favorito le metafore apertamente belliche alla base dell’attuale gestione politico-sanitaria. Queste assenze e queste debolezze hanno contribuito a lasciar spazio alle più svariate tesi cospirazioniste su cui prolifera l’estrema destra. Ma l’attuale campagna di vaccinazioni non andrebbe contrastata solo per non lasciar spazio a (per mera reazione non si va mai lontano), bensì per la gravità delle sue conseguenze, dalle quale sarà molto difficile tornare indietro.

In questa campagna convergono gli enormi interessi dell’industria farmaceutica (pezzo importante della speculazione finanziaria e di tutto il “sistema del debito”, quindi dell’attacco alle condizioni di vita e di lavoro di miliardi di sfruttati) e la potenza propagandistica degli Stati. Assieme al vaccino si stanno inoculando dosi da cavallo di retorica nazionalista (“siamo il primo Paese in Europa per vaccinazioni eseguite”… un “primato” che vorrebbe cancellarne un altro, decisamente meno entusiasmante: “siamo il Paese con il maggior numero di morti per Covid”) e patriottica (“i sacrifici di tutta la comunità non possono essere vanificati dagli egoisti, dagli irresponsabili”, dai… disertori nell’ora del pericolo). La sostituzione del personale sanitario da parte dei militari per eseguire i tamponi – decisa, non a caso, in ambito NATO (1) – è diventata ora monopolio del Ministero della Difesa nella gestione della logistica per le vaccinazioni. Senza contare che il vaccino anti-Covid prodotto in Israele è stato realizzato nello stesso istituto dove si ricercano e sperimentano armi chimico-biologiche (2). Sotto l’imperio della paura, passa qualsiasi cosa: chiusura di siti contrari ai vaccini, radiazione dei medici dissidenti, silenzio imposto ai dubbiosi (non solo minacciando una dolorosa “solitudine morale”, ma potendo licenziare grazie alle clausole inserite da tempo nei contratti di lavoro di una Sanità aziendalizzata). Il messaggio è chiaro: se non lo accettate di buon grado per “spirito di responsabilità”, ve lo faremo accettare per forza. Magari non con un obbligo diretto, ma con la coercizione indiretta: il governatore della Campania ha già predisposto un nuovo tesserino sanitario che permetterà ai soli vaccinati di avere accesso a certi luoghi o servizi. Insomma, il sistema cinese del “credito sociale” si avvicina.

Benché siano, tutte queste, conseguenze materiali nient’affatto trascurabili, l’aspetto decisivo è un altro. Per capirlo bisogna partire da un dato che, nelle quotidiane cronache della paura e della speranza, non viene neanche minimamente accennato. Sia il vaccino Pfizer-BioNTech sia quello Moderna sono stati sviluppati grazie alla tecnica mRNA. Sono, cioè, vaccini basati sul cosiddetto editing genetico. Poche parole per spiegarlo (e invitiamo quei compagni da anni impegnati nella critica alle varie forme dell’ingegneria genetica ad approfondire meglio di quanto siamo in grado di fare noi con queste prime note). L’editing genetico – già il termine indica quanto tecnologie digitali e ingegneria genetica siano sempre più intrecciate – è quella tecnica che permette sia di riscrivere dal nulla il genoma di un organismo (grazie alla biologia sintetica) sia di “correggere” e modificare un genoma già esistente (l’editing in senso più stretto è proprio la riscrittura di un genoma). La tecnica più in voga è chiamata Crispr Cas/9, perché generalmente utilizza la proteina Cas9, ma per brevità viene indicata con la sigla CRISPR. Si tratta di minuscole “forbici” che possono tagliare e ricombinare le sequenze di DNA. Da anni questo tipo di ricerche – che in Cina sono già state condotte anche su embrioni umani impiantabili, aprendo scenari esplicitamente eugenetici – cercano di aggirare le sempre più rare contestazioni con l’argomento che, a differenza dei “vecchi” OGM, non si inserisce DNA esterno negli organismi, ma si riscrive quello esistente.

I vaccini normali contengono virus indeboliti o proteine distintive del virus che vengono purificate. Un vaccino mRNA (o RNA messaggero), invece, non inietta direttamente proteina virale, ma introduce materiale genetico sintetico che è in grado di codificare da solo la proteina virale, “traducendo” le “informazioni genetiche” nelle cellule dell’organismo. Come diversi immunologi e virologi non completamente allineati stanno dicendo, le reazioni del nostro sistema immunitario sono del tutto sconosciute, al punto che definiscono quelli di cui è partita la somministrazione in questi giorni “vaccini-chimere”. Per dirne una, i vaccini basati su vettori virali possono ricombinarsi con virus presenti in natura e produrre degli ibridi con trasmissibilità e virulenza indesiderate, provocando mutazioni di virus e aumentando la loro patogenicità. Per dirne un’altra, possono provocare malattie autoimmuni. Solo in un mondo digitale in cui tutto è Informazione si può pensare che riscrivendo un pezzo di DNA non se ne possa modificare il “discorso” complessivo (cioè il suo delicato equilibrio). D’altronde, quando il sistema immunitario viene paragonato a un corpo di polizia da compattare di fronte al Nemico, si capisce bene a cosa si stia riducendo la visione del soggetto vivente.

Se teniamo presente che finora nessun farmaco basato sulla tecnologia mRNA è mai stato approvato, anche dopo anni di sperimentazioni cliniche, dai cosiddetti organi di controllo; che gli attuali vaccini mRNA sono stati autorizzati pur avendo alle spalle solo tre mesi di sperimentazione (cosa mai successa nella storia, certo abbondante di aberrazioni, dell’industria farmaceutica); che tre dei 15 soggetti umani sottoposti alla sperimentazione ad alte dosi del vaccino Moderna hanno avuto sintomi gravi e significativi dal punto di vista medico (attenzione quando in televisione annunciano che il vaccino è sicuro al 90 per cento. Che significa? Che ha una copertura del 90 per cento? oppure che i suoi effetti sono noti al 90 per cento? Nel secondo caso, teniamo presente l’ordine di grandezza: il 10 per cento di 3 o 4 miliardi di vaccinati sono trecento o quattrocento milioni di persone); che gli effetti di un test spesso si vedono a distanza di molti mesi; che Pfeizer-BioNTech, e Moderna, e gli altri che si aggiungeranno al colossale banchetto godono dell’immunità legale e quindi non possono essere citati in giudizio nel caso in cui il nuovo vaccino abbia effetti collaterali dannosi o provochi addirittura la morte; ebbene possiamo concludere, senza tema di passare per “complottisti”, che questa è la più vasta sperimentazione medica di massa della storia. Nonché un formidabile cavallo di Troia per l’ingegneria genetica, la cui applicazione non conosce ostacoli (se non quelli, esterni ad essa, della contestazione attiva). Dopo che ci ha “salvato la vita” di fronte al Covid, come rifiutare l’editing genetico, ad esempio, nella procreazione? Come è stato ben riassunto: «Non esistono limiti per coloro che non hanno princìpi».

Si potrebbe anche aggiungere qualcosa sulla tedesca BioNTech (il nome stesso non suggerisce niente?), a cui si deve la creazione del vaccino mRNA contro il Coronavirus. Nata nel 2008, l’azienda è stata quotata in borsa nel settembre 2019, poco dopo aver stretto un accordo di collaborazione sull’editing genetico in campo farmaceutico con la Fondazione Melinda e Bill Gates. Il gigante Pfizer – come ormai avviene di norma con i cosiddetti Big Pharma – ha comprato e fatto fruttare il lavoro svolto da altri. Si tratta di un’informazione utile se non viene isolata dal contesto. La maggiore attività di ricerca in ambito farmaceutico viene svolta da istituzioni pubbliche. Quando le ricerche – il cui indirizzo è esso stesso condizionato dai finanziamenti – dànno risultati promettenti, le multinazionali, forti della loro potenza finanziaria, brevettano e quotano in borsa i farmaci del futuro prima ancora che questi vengano sperimentati.

I vaccini mRNA anti-Covid, verso i quali l’attesa creata nelle popolazioni era inferiore solo all’ingordigia finanziaria di accaparrarsene i brevetti, hanno accelerato in maniera impressionante questo processo biomedico e speculativo già in atto da tempo. Sono oggi un’arma formidabile nelle mani degli Stati per non modificare in nulla un sistema sanitario pubblico al collasso (dei 196 miliardi previsti del Recovey plan, ad esempio, alla Sanità ne andranno circa 10, cioè meno di un terzo dei fondi tagliati negli ultimi dieci anni). Per liquidare ogni discussione sulle cause strutturali di questa epidemia (e delle altre che seguiranno). Per nascondere, dietro il trionfalismo del Rimedio, le responsabilità economiche, politiche e sociali. E per ritardare il più possibile il rischio di pagare il conto per le conseguenze che la gestione dell’epidemia ha avuto e avrà sulla vita di miliardi di persone.

Quello della mera efficacia è un criterio del tutto fuorviante per valutare uno strumento, una soluzione, una tecnica. Per poter stabilire se qualcosa è “efficace”, questo qualcosa si deve già essere realizzato. La teoria, gli ideali, i princìpi orientativi, l’etica, la capacità immaginativa – vale a dire proprio le facoltà umane che lo sviluppo tecnologico cerca con ogni mezzo di soppiantare – servono per chiedersi se certe azioni siano giuste, utili, desiderabili ecc. prima che esse vengano compiute. Se la vaccinazione di massa anti-Covid producesse conseguenze sanitarie disastrose, accertarlo dopo sarebbe troppo tardi. Lo stesso per la creazione di virus ancora più pericolosi e letali. Se invece fosse un “successo”, essa ci farebbe sprofondare ancora di più nell’ingegneria genetica, cioè nel mondo degli uomini-macchina e della Natura-Lego.

Siamo arrivati ad un punto in cui ciò che a noi sembra da irresponsabili è proprio accettare speranzosi oppure seguire la logica “lasciamo passar la nottata” e poi riprendiamo il conflitto. Questa nottata non passa da sola. La pace sociale è ogni giorno di più uno scrigno di sciagure.

Tre postille

Nel coro di promozione della campagna militar-vaccinale non poteva mancare il Papa. Rifiutare di vaccinarsi sarebbe, per il Pontefice, una forma di “negazionismo suicida”. “Negazionismo” – questo ignobile accostamento alla negazione dello sterminio degli ebrei e dell’esistenza storica delle camere a gas – non vale più solo per l’epidemia da Covid, ma anche per le “soluzioni” statal-capitalistiche adottate. Per non essere “negazionisti”, insomma, bisogna accettare il pacchetto completo delle verità rivelate dall’alto. Che in questo caso confinano – è proprio il caso di dirlo – con i miracoli. Essi sono almeno di tre tipi.

1) Per la prima volta nella loro storia congiunta, i profitti del grande capitale e la potenza degli Stati sarebbero volontariamente al servizio dell’umanità. Quelle stesse multinazionali farmaceutiche al centro fino all’altro giorno di scandali più o meno duraturi per aver aumentato di duemila volte il prezzo di mercato di alcuni “farmaci salva-vita”, o per aver nascosto per quindici anni che l’assunzione di un anti-epilettico provocava gravi malformazioni nei feti, improvvisamente diventano insospettabili benefattrici. Che poi le verità trasmesse a reti unificate corrispondano in tutto e per tutto a quello che è forse il più grande business della storia, è solo una pura coincidenza. Un miracolo, non c’è che dire.

2) Stati e capitalisti rimangono quelli di sempre. Ma in questo caso, la congiuntura storica creata dall’epidemia da Covid-19, ha fatto coincidere potenza e profitti stratosferici, da un lato, e la volontà di sopravvivere al virus da parte di miliardi di esseri umani schiacciati o lasciati da parte fino a ieri, dall’altro. Sono l’Umanità, la Responsabilità, la Solidarietà che hanno piegato quei profitti e quella potenza ai propri fini. E anche questo, si converrà, è un miracolo.

3) Non bisogna vaccinarsi per proteggere se stessi – ripetono politici, scienziati e il portavoce di Dio sulla Terra. Questo sarebbe banale “egoismo”. No, bisogna farlo per gli altri, per senso etico, per responsabilità, per spirito comunitario. Così, centinaia di migliaia di persone che non hanno mai mosso un dito per il prossimo – morisse pure di fame, annegato nel Mediterraneo o sotto le bombe occidentali – improvvisamente sono disposte a fare qualcosa per gli Altri, anche assumendosi consapevolmente la propria dose di rischio. Se non è un miracolo, certo è una conversione che gli assomiglia.

1) https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2020/10/assumere-piu-personale-sanitario-no.html

2) https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2020/11/arriva-il-vaccino-anti-covid-lo-produce.html