Terni: Presidio al carcere sabato 28 Novembre
Il 28 novembre, questo prossimo sabato, ha inizio il processo per “strage” al compagno anarchico Juan Sorroche, rinchiuso nel Carcere di Terni dal 22 Maggio 2019, dopo 3 anni di latitanza. Juan è accusato di essere l’autore di un’azione contro la sede della Lega di Villorba, in provincia di Treviso: nella notte del 12\08\2018, 2 ordigni esplosivi deflagrano danneggiando porte e suppellettili della sede leghista.
Solo dopo diversi giorni, ovvero dopo l’arrivo di varie lettere di rivendicazione a giornali e siti internet, la Polizia fa un sopralluogo e trova metri di nastro da cantiere con decine di fogli con la dicitura BOMBA…verosimilmente un modo per non fare vittime innocenti…notevole il ritardo delle Forze dell’Ordine, evidentemente più serrate nello spiare le comunicazioni che nel controllo del territorio…buona notizia almeno per chi ancora pensa alle ore notturne come spazio del possibile…
L’accusa di stragismo è infamante in particolare se viene da uno Stato che ha usato le stragi come mezzo politico per ottenere maggiori controllo e repressione. Ancora oggi, da una parte commemora la strage di piazza Fontana ( e di tutte le altre stragi fasciste e le uccisioni eclatanti dei suoi stessi servitori, omicidi e stragi di cui è mandante ) e dall’altra parte, quella dentro le mura delle prigioni, uccide decine di detenuti sparandogli, massacrandoli, lasciandoli morire di malattia, di isolamento, di abbandono. Come a Marzo di quest’anno durante le rivolte scoppiate insieme all’epidemia di COVID19. Una strage mal celata che sta venendo a galla.
Le stragi sono anche fuori delle mura, è chiaro. E tutte parlano di una cosa che sappiamo da sempre: la Polizia uccide. E lo fa così impunemente perché viviamo in uno Stato di Polizia supportato da tutte le forze politiche, non solo dalla Lega di Salvini, che all’epoca dell’azione di Villorba era al Governo.
Il 28 Novembre alle h.9:00, saremo al Carcere di Terni, sulla Strada dei Laghetti per esprimere solidarietà a Juan, e per tentare di comunicare ai detenuti che non tutta la società non ha più orecchie per ascoltarli. Per capire cosa succede lì dentro senza farsela raccontare dai media e cosa può smuovere questo fango di immobile servitù e schiavitù.