Ruggiti: numero 0

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Editoriale

L’esigenza di diffondere racconti e riflessioni sulla situazione creatasi attorno alla pandemia di coronavirus nasce dall’incontro di persone che vivono sulle propria pelle e in svariati modi le ripercussioni sociali dell’instaurazione di uno stato maggiore di condotta (stato di controllo militare e poliziesco), imposto col pretesto dell’emergenza sanitaria.

Crediamo sia importante analizzare il contesto attuale, riportando spunti di riflessione, critiche, proposte e spazi di confronto. Inoltre, piace pensare che la distribuzione diretta del bollettino, durante questo periodo di destabilizzazione della quotidianità, possa avvicinare a delle proposte di lettura a cui abitualmente per vari motivi non si avrebbe accesso.

Le persone attive nel progetto hanno provenienze, esperienze ed estrazioni sociali eterogenee, vale a dire: sessismo, razzismo e classismo sono forme di autorità che influenzano le nostre prospettive individuali, in alcuni casi ci forniscono vantaggi e in altri limitano la nostra libertà. Il contenuto degli articoli riflette questi vari posizionamenti, per cui ogni testo rispecchia la visione personale di chi l’ha scritta. Quello che ci accomuna sono pensieri e pratiche antiautoritarie: condividiamo una tensione verso un mondo senza gerarchie né oppressione, con la convinzione che solo attraverso un ribaltamento radicale dell’organizzazione sociale e del sistema economico in cui viviamo, e di conseguenza del modo in cui trattiamo il pianeta e gli animali, si trovi la via per un’autentica liberazione.

Sul linguaggio:

Con la consapevolezza che il linguaggio declinato all’universale maschile rispecchi la cultura e la società maschilista in cui viviamo e con la volontà di non dividere i generi nel binomio classico maschile/femminile perché crediamo esistano infiniti generi, abbiamo cercato, ognun* a suo modo, di scrivere nel modo più neutro ci sia riuscito (con l’uso di asterischi, ics, troncamento delle parole, ecc). L’intento è, nel limite del possibile, di utilizzare il linguaggio come mezzo per esprimere il nostro dissenso verso il dominio patriarcale.

In tempi di crisi ed emergenze imposte… noi ruggiamo contro ogni forma di autorità.