NAPOLI, 14 FEBBRAIO: VESUVIO LIBERTARIO – DIBATTITO SULLA REPRESSIONE DELLA STAMPA ANARCHICA E CONCERTO BENEFIT

Riceviamo e diffondiamo:

VESUVIO LIBERTARIO – DIBATTITO SULLA REPRESSIONE DELLA STAMPA ANARCHICA E CONCERTO BENEFIT – 14 FEBBRAIO 2025, NAPOLI

Quest’estate è stata depositata la conclusione delle indagini preliminari contro i compagni del Circolo Anarchico Vesuviano, prima, e della Biblioteca Anarchica Vesuviana, dopo, accusati di una serie di reati legati alla pubblicazione e alla diffusione della rivista “Vesuvio Libertario” e di altri scritti. Anni dopo l’interruzione delle pubblicazioni del giornale, il PM De Marco ha dato avvio a questa ennesima inchiesta che va a colpire la stampa anarchica, tentando di inserire un percorso multiforme all’interno della cornice della FAI/FRI sulla base del sostegno apportato agli indagati nell’inchiesta “Scripta Manent”. La scelta di sostenere pubblicamente l’idea anarchica, la pratica dell’azione diretta e la solidarietà ai prigionieri viene perseguitata come istigazione e apologia di reati di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico.

Dopo il processo “Scripta Manent” che si rifaceva proprio ad una serie di azioni a firma FAI/FRI (Federazione Anarchica Informale-Fronte Rivoluzionario Internazionale), sulle stesse basi sono stati colpiti il quindicinale anarchico internazionalista “Bezmotivny” a Massa, all’interno dell'”Operazione Sibilla” e il giornale anarchico “Vetriolo” a Perugia, all’interno dell'”Operazione Scripta Scelera”. La prima è stata basata sulla “capacità istigatoria e orientativa” dei compagni inquisiti e in particolare di Alfredo Cospito, anch’egli indagato all’interno dell’operazione. Dopodiché con “Scripta Scelera” si è voluto dare ancora un monito repressivo a chi ha sostenuto la mobilitazione contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo sviluppatosi con lo sciopero della fame di Alfredo.

Per queste ragioni siamo convinti che il processo contro gli anarchici vesuviani vada inserito all’interno di una cornice più ampia che riguarda tutto il contesto italiano in cui è evidente il tentativo di mettere al bando l’idea anarchica dotandosi di una particolare strategia. Si può dire che sia in corso una vera e propria repressione selettiva contro gli anarchici, resa possibile dalla fusione della Direzione Nazionale Antiterrorismo con la Direzione Nazionale Antimafia nella DNAA. Non a caso proprio questo nuovo organismo è stato il responsabile del trasferimento di Alfredo in regime di 41 bis a partire dal suo riconoscimento come una sorta di leader dell’anarchismo italiano. Ciò ha permesso non solo di adoperare nei suoi confronti una misura prima inapplicabile in contesti antiautoritari e non gerarchici, ma di colpire in maniera molto più semplice tutto il movimento anarchico sulla base di qualsiasi relazione con la sua figura.

Questo ha facilitato la perseguibilità delle idee anarchiche al di là della loro realizzazione e la possibilità di considerare pericoloso un individuo in quanto portatore di certe idee e quindi di una certa identità. Tutto ciò può essere letto nell’ottica di una riorganizzazione della repressione agli anarchici, ma anche della repressione in generale verso un modello preventivo. In un contesto di guerra e di profitto ogni parola di dissenso deve essere messa a tacere, in particolare quella di chi da sempre è in lotta contro lo stato e il capitale. Tuttavia gli strumenti repressivi che vengono utilizzati contro gli anarchici sono destinati ad espandersi a sempre più categorie di persone. L’ampliamento del regime del 41 bis, l’utilizzo sempre più diffuso del 270, il ricorso massiccio alle misure di prevenzione, il proliferare di decreti come il pacchetto sicurezza, il decreto Caivano o l’ordinanza sulle zone rosse sono tutti segnali dell’estensione della sorveglianza e della carcerazione a tutti i livelli.

Di fronte alla repressione rimane fondamentale non fare passi indietro dal momento che il terreno che abbandoniamo oggi non sarà facile da recuperare domani. Un dato positivo è che l’udienza preliminare dell’operazione Sibilla si è recentemente conclusa con la dichiarazione di non luogo a procedere per tutti gli imputati in merito a tutte le accuse. Questa decisione, oltre a essere un importante precedente nei riguardi degli altri processi relativi alla stampa anarchica, fa vacillare un tassello che è stato fondamentale per giustificare l’internamento di Alfredo in 41 bis.

Ribadiamo l’importanza di persistere nei nostri percorsi e di tenere viva la solidarietà verso chi viene colpito dalla repressione. La prossima udienza del processo contro i compagni vesuviani si terrà l’11 marzo alle ore 12 presso il tribunale di Napoli.