ANTIFASCISMO SIGNIFICA PALESTINA LIBERA – Un comunicato da Berlino

Riceviamo e pubblichiamo questa importante (e salutare) presa di posizione. «In questi tempi in cui un genocidio si consuma quotidianamente sui nostri schermi, il silenzio è complicità. E come tale sarà ricordato».

 

ANTIFASCISMO SIGNIFICA PALESTINA LIBERA – Un comunicato da parte di anarchic* e antifascist* a Berlino (Novembre 2024)

Qui la traduzione in diverse lingue:

https://anarchists4palestine.noblogs.org/post/2025/01/18/antifa-means-free-palestine-worldwide/

https://kontrapolis.info/14474/

Come anarchic*, antifascist* e individualità che fanno parte di circoli autonomi a Berlino, siamo pienamente solidali con tutti i movimenti di liberazione, dalla Palestina al Congo, dal Kurdistan al Chiapas, dalla Papua Occidentale all’Isola delle Tartarughe, da Abya Yala al Sudan, dal Sahara Occidentale al Myanmar, da Haiti a Kanaky, ovunque nel mondo. Sosteniamo fermamente la vera solidarietà internazionalista, intercomunitaria, antirazzista e transfemminista queer.

L’incessante oppressione dell* palestinesi (in Palestina e nella diaspora), e quest’ultima fase della Nakba e del genocidio in corso, hanno mostrato i veri volti e i veri valori di molti governi liberali e dei loro apparati statali. Lo Stato tedesco, col suo fanatico sostegno a “Israele” e a tutti i “valori occidentali” che rappresenta, è egualmente e pienamente complice del genocidio in Palestina: occupazione e sfruttamento brutali, apartheid e pulizia etnica dei popoli indigeni. L’antifascismo in chiave anticoloniale deve essere parte integrante delle lotte di liberazione di tutti i popoli. Il vero antifascismo è anticoloniale.

La Germania è senza dubbio un esperto in militarismo, guerre e genocidi: quello degli Herero e dei Nama, del popolo ebraico in Europa, dell* Rom/Sinti, il supporto al genocidio del popolo armeno da parte della Turchia… La lista è infinita.

In Germania, la strumentalizzazione del senso di colpa tedesco nei confronti del popolo ebraico, il mito della presunta comprensione e assunzione di responsabilità tedesca, l’autoproclamata “ragion di Stato” e la “cultura del ricordo” selettiva e estremamente curata sono addotti come giustificazione per il sostegno attivo del genocidio.

I rappresentanti statali eletti in Germania leccano i piedi a Israele, fornendo una copertura diplomatica ai crimini sionisti, mentre la maggior parte dei suoi media ripete e amplifica la propaganda dello Stato israeliano.

Un’ampia parte della società tedesca, dominata da tedesch* bianch*, tace di nuovo di fronte alla pulizia etnica in corso, mentre Israele commette quotidianamente atrocità inimmaginabili, aiutato dalla Germania e dalle sue forniture di armi, dal suo supporto tecnologico, per uccidere ogni forma di vita a Gaza. Molt* in Germania si rifiutano di riconoscere (o semplicemente negano) la brutale violenza del colonialismo di insediamento in Palestina, l’annessione omicida in corso della Cisgiordania, le uccisioni di massa su larga scala e il regime di apartheid in quanto tale. “È complicato”, sostengono. Ma in questi tempi in cui un genocidio si consuma quotidianamente sui nostri schermi, il silenzio è complicità. E come tale sarà ricordato.

Il movimento a sostegno della Palestina in Germania subisce attacchi da ogni parte: dallo Stato, dai neonazisti, dalle istituzioni, dalla società civile tedesca, da “cittadin* preoccupat*”, da liberali e dall* cosiddett* “Anti-Deutsche” (“tedesch* anti-tedesch*”).
Con il pretesto di “combattere l’antisemitismo”, molt* di coloro che chiedono la fine del genocidio e dell’occupazione vengono criminalizzat* (soprattutto le persone provenienti da regioni a maggioranza musulmana e le persone viste in questa maniera, BIPoC, come anche persone ebree antisioniste), inserit* in liste di proscrizione, i loro eventi vengono cancellati e loro stessi continuamente arrestat*, bandit*, insultat*, aggredit* e molestat*.

In Germania, inoltre, ci troviamo di fronte a un problema piuttosto unico e molto tedesco: una parte significativa di tedesch* bianch*, non ebrei e sedicenti “antifascist*” sostiene di buon grado il progetto sionista. Questi ingannevoli e fastidiosi burattini dello Stato, i cosiddetti “Anti-Deutsche”, che teoricamente appartengono alla sinistra radicale, sono consapevolmente ignoranti quando si tratta di sionismo e Israele.

Il loro stratagemma, sempre prevedibile e consolidato, è quello di attaccare o accusare chiunque osi schierarsi a favore della Palestina quale “antisemita”, islamista, sostenitore di Hamas, fascista e/o nazista.
È chiaro che nel movimento “antifascista” in Germania c’è – per usare un eufemismo – confusione. Dobbiamo porci come sfida la messa in discussione di questa posizione, riflettendo in modo più attivo sulla composizione della sinistra autonoma e di movimento di cui facciamo parte.
Spetta a tutt* noi operare un cambiamento.
Dobbiamo combattere tutti i razzismi, in particolare il pericoloso e sempre più tossico razzismo anti-musulmano e l’odio anti-ebraico in questo Paese.

Rifiutiamo la presunta “ragion di Stato” (“Staatsräson”) della Germania e ci rifiutiamo di riconoscere non solo “Israele” come Stato legittimo, ma anche lo Stato tedesco e tutti gli Stati. Come anarchic*, antifascist* e antiautoritar*, crediamo che tutti gli Stati e tutti i confini debbano essere aboliti. Ci opponiamo a qualsiasi tipo di struttura di potere gerarchica e autoritaria. Siamo avvers* alle ideologie o concezioni che legittimano lo Stato, al sistema dei partiti politici che mettono al potere determinate persone o entità, condizionando in senso sempre più autoritario la vita dell* altr*. Pertanto, la nostra lotta mira alla disintegrazione dei regimi fascisti, sionisti, razzisti ed etnocratici di “Israele” e di tutti gli altri Stati del mondo.
Chiediamo la fine immediata dell’apartheid e dell’occupazione della Palestina. L* palestinesi devono poter tornare nella loro terra natia. Ci impegniamo per la liberazione della Palestina e sosteniamo che tutti i suoi abitanti debbano vivere e prosperare in pace, dal fiume al mare. Lottiamo per la libertà di tutt*.

MAI PIÙ significa MAI PIÙ PER TUTT*