Gallarate (MI): presidio contro la settimana della sicurezza

Riceviamo e diffondiamo:

LA SETTIMANA DELLA PARANOIA ALL’ISTITUTO FALCONE DI GALLARATE

Dal 10 al 18 gennaio, presso l’Istituto Falcone di Gallarate, è in programma la cosiddetta Settimana della Sicurezza. A una prima occhiata, potrebbe apparire un’iniziativa finalizzata alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, con interventi su prevenzione degli infortuni, corsi sull’uso del defibrillatore e la sensibilizzazione sulle malattie, e così via. Ma osservando più da vicino il programma riportato nella circolare n. 59 pubblicata sul sito della scuola, emerge che circa la metà degli eventi previsti consiste in interventi delle forze dell’ordine. Nello specifico: venerdì 10 gennaio, i Carabinieri inaugureranno la settimana parlando di stalking e femminicidio, seguiti dalla Polizia Postale con una lezione sui pericoli della rete. Lunedì 13 gennaio, la giornata sarà caratterizzata da tre interventi: la Guardia di Finanza illustrerà il proprio ruolo a tutela del cittadino, gli agenti del Commissariato di Gallarate tratteranno il tema delle babygang, mentre Polizia Scientifica e Stradale discuteranno i pericoli legati alle sostanze stupefacenti. Gli incontri si concluderanno con ulteriori interventi sulla sicurezza stradale: mercoledì 15 sarà la volta della Polizia Stradale, e venerdì 17 del Comando della Polizia Locale.

La prima considerazione da fare è che l’Istituto Falcone non è una scuola qualunque e in passato si è reso tristemente noto a livello nazionale per aver inviato alcuni suoi studenti in alternanza presso la base NATO di Solbiate Olona. Inoltre, in questa scuola si applica un regolamento estremamente rigido nei confronti degli studenti, che ci risulta essere tra i più severi di questa provincia. La “Settimana della sicurezza” non è altro che l’ennesimo tassello della pericolosa deriva verso cui sta andando questo istituto.

Riteniamo che sia inopportuno affidare ai Carabinieri la trattazione di temi complessi come la violenza di genere, soprattutto quando associazioni di donne, che da anni denunciano comportamenti inadeguati e lassisti da parte delle stesse forze dell’ordine, potrebbero offrire una prospettiva molto più coerente. Ancora più grave è la presenza, durante la “Settimana della sicurezza”, degli agenti del Commissariato di Gallarate: ricordiamo, in particolare, quanto avvenuto durante la protesta contro l’abbattimento del bosco di via Curtatone, dove – su ordine del Prefetto, anch’esso invitato come relatore – questi hanno messo seriamente a rischio l’incolumità di giovani manifestanti che resistevano arrampicati sugli alberi. Alla faccia della sicurezza! Per non parlare del sindaco Andrea Cassani, che proprio durante questa mobilitazione si è reso protagonista di un gesto di sfrontata arroganza, mostrando il dito medio ai manifestanti. Azione che gli ha fatto guadagnare le prime pagine dei giornali locali quale simbolo dell’arroganza istituzionale, cosa che rende ancora più paradossale il suo ruolo nell’inaugurazione della “Settimana della sicurezza”. Infine, ci sembra del tutto fuori luogo affrontare il tema della criminalità giovanile senza considerare le sue cause strutturali, quali la crescente miseria, i quartieri ghetto invivibili, la mancanza di lavoro e servizi, il razzismo dilagante. Affrontare queste questioni dal punto di vista repressivo significa negare agli studenti la possibilità di sviluppare un pensiero critico sulle cause profonde del disagio che li circonda. Invece di stimolare una riflessione sulle radici sociali e culturali dei problemi, si propone una visione che mostra esclusivamente la repressione come soluzione. Insomma come a dire… “non delinquere perché vai in galera”!

Del resto, la scuola non è altro che lo specchio della società e delle sue ideologie dominanti e oggi la narrazione mediatica ha al suo centro una paranoia securitaria quasi asfissiante, ma del tutto ingiustificata, dal momento che i dati mostrano una evidente diminuzione dei reati. Una narrazione che ingigantisce sensazionalisticamente i micro-reati, marginalizza gli indesiderati e concede carta bianca alle forze dell’ordine, che agiscono sempre più spesso in un contesto di totale impunità. Emblematico è il caso recente in cui i Carabinieri hanno speronato due ragazzi in motorino, causando la morte di uno di loro, Ramy. Nonostante i tentativi di insabbiare l’accaduto, inclusa la minaccia all’unico testimone, la verità è emersa grazie a un video trasmesso dal TG. Questo episodio rende ancora più inappropriato che i Carabinieri tengano lezioni agli studenti, proprio nel momento in cui emerge il loro goffo e tragico tentativo di nascondere un omicidio.

Ma non sono i singoli episodi il vero fulcro della vicenda, bensì il progetto ideologico ben più ampio che numerosi docenti e studenti hanno definito militarizzazione della scuola e delle coscienze. Iniziative come la “Settimana della sicurezza”, apparentemente innocue, e che pur presentano incontri interessanti, nascondono in realtà un chiaro intento ideologico: attraverso collaborazioni sempre più frequenti tra scuole e forze armate, si vuole normalizzare la presenza di Polizia, Carabinieri e militari negli istituti scolastici. Perché? Viene da chiedersi. Ebbene, noi pensiamo che alla base di questa paranoia securitaria vi sia la crisi irreversibile del modello economico capitalista e il suo impatto devastante che si avvicina sempre di più: guerre, catastrofi ambientali, ed enormi squilibri sociali non sembrano più concetti fantascientifici ma realtà palpabili. Per far fronte a questa crisi, gli Stati stanno investendo sempre più in dispositivi repressivi, non solo a livello poliziesco, ma anche attraverso percorsi educativi che mirano a formare una mentalità di accettazione passiva delle disuguaglianze e della militarizzazione. Il percorso è chiaro: fomentare divisioni e conflitti tra poveracci, legittimare la guerra e preparare le coscienze ad accettare passivamente ogni prepotenza e imposizione. Esprimiamo profondo sdegno verso questa iniziativa diseducativa per gli studenti, e verso una scuola al servizio di un’ideologia militarista e securitaria. Intendiamo batterci per una scuola che torni ad essere luogo di apprendimento, cultura e crescita personale.

Alcuni insegnanti, studenti e studentesse della provincia di Varese

18 GENNAIO 2025
Presidio contro “La settimana della sicurezza”
Dalle ore 10:00 in Via Matteotti a Gallarate, davanti all’istituto Falcone