La variante umana – contributo alle giornate di lotta a Roma del 29-30 novembre e 2 dicembre
Riceviamo e diffondiamo questo contributo diffuso in occasione delle giornate di lotta del 29-30 novembre e 2 dicembre a Roma.
Contributo a “La variante umana. Giornate di lotta a Roma”
Trasformare la guerra dei padroni in guerra contro i padroni
In Ucraina scarseggia la carne da cannone. Per rimpolpare le file dell’esercito, nella guerra con la Russia, il governo ricorre alla caccia all’uomo, secondo i consiglieri militari statunitensi l’età minima dei reclutati dovrebbe abbassarsi dai venticinque ai diciotto anni.
Dal paese slavo arrivano continuamente immagini di uomini, rapiti per strada, picchiati e spediti al fronte. Di pari passo, all’interno dell’Unione Europea, ci sono crescenti pressioni per rimpatriare gli esuli, sia da parte delle ambasciate che non rinnovano i passaporti, sia da parte dei paesi membri che, non potendo deportare forzatamente i profughi in un paese in guerra, cercano di rendere loro la vita più difficile per costringerli a rimpatriare.
Per denunciare questa situazione, per sostenere chi in Ucraina si ribella e lotta contro governo e la guerra, il 4 novembre scorso abbiamo promosso un presidio a Milano presso l’ambasciata Ucraina. Presidio che ripeteremo, il 2 dicembre prossimo, alle ore 19, presso l’ambasciata ucraina (sede dei servizi consolari) di Roma, via monte Pramagiore 13.
Questo accade mentre lo scontro tra blocchi di paesi capitalisti per la spartizione del mondo si fa sempre più aspro ed esteso e scivola sul piano inclinato che porta alla terza guerra mondiale ed all’apocalisse nucleare.
Se a qualcuno questa sembra una esagerazione basta ricordare quanto avvenuto nei giorni scorsi quando l’esercito ucraino è stato autorizzato dal governo degli Stati Uniti a colpire il territorio della Russia con i missili ATACSM e STORM SHADOW. armi che per essere utilizzate necessitano sia della presenza di militari degli Stati Uniti e della NATO, sia del supporto del loro sistema di satelliti e di intelligence militare.
Il governo russo ha considerato gli attacchi con questi missili come il superamento dell’ennesima linea rossa e ha dichiarato di ritenere alcuni paesi occidentali belligeranti. La risposta della Russia è consistita nel ratificare le modifiche della sua dottrina nucleare, compiendo un passaggio formale nell’escalation verso la guerra atomica. Inoltre il 21 novembre scorso l’esercito russo ha colpito l’Ucraina con un nuovo missile balistico ipersonico. In questa occasione il missile trasportava testate multiple inerti, ma trattandosi di un vettore progettato per trasportare testate nucleari l’avvertimento inviato dai russi è esplicito.
Contemporaneamente a questi irresponsabili “giochi di guerra”, in Asia occidentale, da quasi un anno, è in corso il primo genocidio automatizzato e trasmesso in diretta della storia. Israele bombarda le popolazioni di Gaza, Libano e Siria con tutto l’arsenale di cui dispone. L’obbiettivo è quello di espandere i confini dello Stato sionista e costruire il “grande Israele”.
Il punto di forza del sistema di colonialismo di insediamento sionista e della casta suprematista che lo governa è il suo esercito IDF. Questa forza è conseguenza del supporto economico e militare, quasi incondizionato, degli Stati Uniti, ma anche dell’alto livello di tecnologia in possesso dell’esercito sionista. La ricerca avanzata in funzione militare di Israele è realizzata in collaborazione con le più importanti università ed industrie internazionali, i militari israeliani hanno un alto livello di formazione tecnica, nella loro formazione e nella loro carriera la vita militare e quella civile sono strettamente connesse. Inoltre Israele può testare sul campo i suoi prodotti nei rami della difesa e del controllo, la cui qualità è certificata con i massacri, divenuti quindi fonte di lauti profitti.
Queste sono istantanee da un mondo in fiamme, un mondo in cui denaro e potere sono sempre piu concentrati nelle mani di un’esigua minoranza di oligarchi che pretendono di decidere i destini dell’umanità. Ma se le guerre ci vengono raccontate come un affare di stati maggiori che muovono soldatini di latta, nella realtà il fattore umano è decisivo: se i soldati si rifiutano di combattere la guerra non si fa, cosi come se gli schiavi si ribellano le colonie bruciano e se i sudditi si sollevano i re cadono. Su questa umanità vorremmo ragionare alla luce di due concetti: quello di masse eccedenti e quello di variante umana.
Uno dei più importanti teorici dell’ideologia trans-umanista, Elon Musk, è stato designato prossimo capo del nuovo dipartimento per l’efficienza statunitense. Secondo il magnate sudafricano a capo di Space X, Neuralink, Open AI, Tesla ed altre importanti industrie ad alta tecnologia, nel futuro prossimo il sistema di produzione capitalista avrà sempre meno bisogno di lavoratori in carne ed ossa, aggiungiamo a questa previsione la constatazione della difficoltà del sistema capitalista di sostenere la forte pressione demografica dell’umanità su un pianeta devastato che offre risorse sempre più scarse. La mancanza di fiducia che riponiamo nelle caste degli eletti ci porta ad interrogarci su quale sia il fururo che il capitalismo riserva a quelle che, per i suoi progetti, sono masse eccedenti.
Da quello che possiamo costatare con uno sguardo ai recenti eventi queste masse eccedenti sono quelle che gli strateghi israeliani, a Gaza, vorrebbero ricollocare in un imprecisato altrove per fare posto alle speculazioni immobiliari dei coloni. Sono quelle che, a causa del saccheggio del continente africano, vengono spinte verso Nord, che annegano nel mare Mediterraneo, che vengono schiavizzate in Libia ed Europa, o deportati in non-luoghi dell’oblio umano. Sono l’enorme numero di poveri che negli Stati Uniti, paese più ricco e potente del mondo, marciscono nelle galere o nei ghetti dell’eroina e del Fentanyl. Sono i sottoproletari a cui hanno dichiarato guerra i governi europei – in Italia con il decreto legge 1660 che è un attacco diretto agli esclusi, ma anche il manifesto dell’ideoligia neo-liberista che trasforma ogni questione sociale in un problema di ordine pubblico. Sono alcuni esempi recenti di quella che è una guerra di classe a senso unico che, da decenni in tutto il mondo, gli sfruttatori stanno facendo agli sfruttati.
In Ucraina, il paese europeo dove la vita umana ha il valore più basso in assoluto, l’affare per i capitalisti è stato trasformare le masse di proletari in carne da cannone al fine di regolare i conti con la Russia “fino all’ultimo ucraino”. Per raggiungere questo scopo hanno utilizzato tanto il richiamo del nazionalismo e le azioni punitive dei gruppi nazisti, quanto i processi di state-bulding gestiti dalla NATO e le allettanti promesse di ammissione all’Unione Europea.
Ma, se il sacrificio degli ucraini è stato un grande affare per gli speculatori della finanza e per i manager dell’industria delle armi, ora questa guerra è giunta alla fase terminale, sia perché le risorse umane stanno terminando sia perché molti hanno capito che si stanno facendo accoppare per gli interessi altrui e si sono stufate di obbedire.
Le forze russe sono in vantaggio, sia dal punto di vista tecnologico, sia per la quantità di mezzi a loro disposizione, sia per quanto riguarda le risorse umane che possono mettere in campo. Inoltre va considerato il fatto che il cambio di governo negli Stato Uniti potrebbe portare ad un disimpegno del loro sostegno sul fronte ucraino mandando in crisi l’esercito di Zelensky che dal loro aiuto è strettamente dipendente.
Siamo quindi entrati in una delle fasi più pericolose di questo conflitto, e anche della storia dell’umanità, visto che l’unico modo per scongiurare la sconfitta delle forze occidentale, per le quali l’esercito ucraino combatte una guerra per procura, è che la Nato entri direttamente in campo e conseguentemente si corra il rischio della guerra nucleare.
Uno dei fattori che sta portando al crollo del fronte ucraino è proprio la mancanza di militari da spedire al fronte. Questo limite è prodotto da tre fattori. Il primo è che il paese slavo negli ultimi decenni ha subìto un forte ridimensionamento demografico conseguente all’emigrazione di una percentuale consistente della sua popolazione; il secondo è la quantità di caduti che l’esercito ha subìto in questa guerra, un numero che non viene diffuso ma potrebbe essere molto consistente; il terzo è la quantità crescente di uomini che sono renitenti alla leva, disertori, fuggitivi.
Il fermento che constatiamo in Ucraina è una manifestazione di quello che definiamo la variante umana e che coincide con una presa di coscienza che si espande progressivamente nella società.
Sono sempre più gli ucraini che si rifiutano di fare da carne da macello, tra la popolazione aumentano l’opposizione alla guerra e l’insofferenza verso il governo, aumentano i sabotaggi e gli attacchi ai reclutatori, aumentano le diserzioni, i renitenti alla leva, i fuggitivi.
Dovremmo considerare la possibilità che questa insofferenza cresca fino al punto di manifestarsi sotto forma di rivolte e insurrezioni. Conseguentemente dovremmo anche ragionare su come solidarizzare e supportare la lotta antimilitarista in quel paese. Uno dei modi per supportare questa situazione è appunto contrastare i tentativi di rimpatriare degli ucraini presenti in UE.
Disertori e rivoltosi possono realmente porre fine ad un conflitto, cosi come può essere importante l’ostilità alla guerra e la mobilitazione che i movimenti solidali possono mettere in campo nelle retrovie del fronte, nei paesi industrializzati dell’UE. Ogni università, ogni porto, ogni binario è parte integrante della macchina bellica e lavora per alimentarla, bloccare tutto significa praticare la solidarietà internazionale tra oppressi per trasformare la guerra dei padroni in guerra contro i padroni.
La variante umana è anche quella che ha fatto irruzione a Gaza con la rivolta del sette ottobre 2023.
Se nei progetti sionisti, attraverso una guerra a bassa intensità, la popolazione palestinese avrebbe dovuto essere eliminata gradualmente e sarebbe dovuta uscire dalla scena in silenzio, con l’azione della resistenza il popolo palestinese ha ripreso in mano il proprio destino, dimostrando come gli oppressi possono sconfiggere gli oppressori, e cambiare il corso della storia.
Che piaccia o meno la lotta armata si è dimostrata l’unica strada praticabile per impedire la cancellazione del popolo palestinese, ogni approccio umanitario risulta fuori luogo per sconfiggere il colonialismo in quanto potrà sì dare qualche sollievo, tanto agli oppressi quanto alla coscienza dei benpensanti di sinistra europei ma di certo non può sconfiggere un esercito occupante.
Il super-tecnologico e armato Israele, braccio armato della potenza statunitense, invece ha subìto pesanti colpi. La sua potenza è stata messa in discussione, nella sua stessa possibilità di esistere, da uomini e donne dotati di pochi mezzi, ma con la volontà di resistere e la creatività di chi sa immaginare un possibile oltre l’oppressione del presente e la rassegnazione a cui il potere vorrebbe ridurli. Gaza è un esempio di resistenza per gli sfruttati di tutto il mondo. Sostenere la resistenza del popolo palestinese per noi in Europa significa attaccare i padroni a casa nostra. Cioè sabotare la collaborazione tra il “nostro” Stato ed i massacratori del popolo palestinese.