Sanità e lotta di classe
Sanità e lotta di classe
L’omicidio dell’amministratore delegato Brian Thompson ha illuminato in maniera addirittura abbacinante la situazione sanitaria negli Stati Uniti, situazione dominata dalle pratiche speculative delle compagnie assicurative – controllate dai giganti della finanza – con conseguenze nefaste per le persone della nostra classe sociale. In una fase storica caratterizzata dalla guerra al vivente in tutte le sue forme da parte degli Stati e del capitale, e da una presa sempre più stretta e rapace delle classi dominanti, l’accesso alle cure da parte degli sfruttati è sempre di più un terreno di scontro di classe del “fronte interno”, fra situazioni di emergenza permanenti e il ruolo sempre più invasivo dei dispositivi tecnologici nel quotidiano anche in questo ambito.
Si va sempre più delineando, sulla base di un approccio riduzionista e funzionale, una “sanità per l’umanità eccedente” caratterizzata (ad esempio per la telemedicina) da un estrattivismo dei dati personali e da un approccio quantitativo che porta a rafforzare anche in questo caso un muro di divisione di classe fra inclusi (cioè la classe dominante che potrà accedere alle cure “vecchia maniera”) e esclusi.
Anche in Europa è sempre più forte la tendenza ad acquisire strutture e organizzazioni sanitarie da parte di fondi di investimento, fondi pensione, fondi speculativi e compagnie generali di assicurazioni.
Oltre alla cosiddetta “privatizzazione”, la finanziarizzazione della Sanità sta muovendo i suoi passi anche in Italia (il “project financing” di nuovi ospedali è l’esempio più conosciuto) e negli altri Stati europei, così come le assicurazioni private anche alle nostre latitudini propongono sempre di più pacchetti integrativi sanitari. Se poi pensiamo che il riferimento esplicito del governo Meloni sono le politiche sociali di Milei, e che il cosiddetto deficit economico viene ridotto con cure da cavallo, si può affermare che il modello statunitense è alle porte. Non in blocco, tutto in una volta, ma con la logica dei fatti compiuti. Due esempi: la creazione del Piano Strategico Nazionale, il quale si occupa – in collaborazione con Microsoft, Google e Oracle – di trasferimento dei dati della “pubblica amministrazione” (Sanità compresa) ai cloud e il passaggio da “Fondazione Med-or” a “Fondazione per l’Italia”. Qui, al ruolo fondamentale di Leonardo, si affiancano tutti i colossi del capitalismo di Stato-mercato italiano (Cassa Depositi e Prestiti, Enel, Eni, Fs, Fincantieri, Poste Italiane, Snam, Terna). Il fatto che Poste, Ferrovie, Rete elettrica diventino parte di una cosa chiamata “Fondazione per l’Italia” – per il comune giubilo di Minniti e Meloni! – non è una questione di parole. Si annunciano programmi di privatizzazione dei servizi (dentro un’economia di guerra che ha bisogno di ingenti fondi statali) da far impallidire quelli dei Letta, dei Monti e dei Draghi.
Una simile tendenza rafforza ulteriormente l’approccio (tecno-)riduzionista ai corpi e conseguentemente delle cure, con maggiori costi per i pazienti, pessimi esiti in termini di salute, insufficiente quantità e qualità degli operatori medici.
Il programma sanitario delle classi dominanti e degli Stati dell’UE (EU4HEALTH- 2021-2027) è stato delineato chiaramente su due architravi principali: sanità di guerra e sanità di classe.
Questo risulta evidente in alcuni degli obiettivi generali che questo documento si dà:
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“preparazione alla crisi” (leggi: dispositivi di guerra interni agli Stati e di controllo della popolazione)
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“prevenzione delle malattie” (leggi: ingenti giri d’affari sulla salute delle popolazioni)
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“digitale” (paradigma cibernetico, distruzione della sanità locale, e nuovo muro di divisione di classe sull’accesso e sulla qualità delle cure).
Anche in Italia la gestione della Sanità (fra scomparsa delle strutture locali, accentramento nei grossi complessi aziendali ospedalieri, negazione e pagamento dei servizi) segue criteri sempre più accentuati di differenziazione di classe (per i proletari telemedicina e malasanità) e di repressione (contro le contraddizioni sociali e le ribellioni spontanee nei Pronto soccorsi) con l’aumento e il rafforzamento dei dispositivi polizieschi negli ospedali messi in campo dalle ultime leggi.
La cura di sé e degli altri si sta mostrando sempre più chiaramente un campo di lotta di classe.
E per noi, “umanità in eccesso”, la soluzione possibile non è con la Sanità dello Stato né tanto meno con quella privata. Senza nulla togliere alla necessità di fermare questo processo di aziendalizzazione e finanziarizzazione della Sanità, abbiamo sempre più bisogno di un nostro immaginario e un nostro sapere di classe; una visione altra per noi reietti di tutto il mondo, che vada dall’orizzonte verso cui ci muoviamo al differente rapporto con i corpi, con la salute e con il vivente tutto, recuperando saperi terapeutici non medicalizzati e autorganizzando nelle lotte quelle strutture per la cura di se stessi e degli altri che da secoli appartengono alle conoscenze e al saper fare della nostra classe. Saperi e modi organizzativi che da sempre sono stati repressi dagli Stati e dai privilegiati, e che hanno sempre marcato le lotte e la qualità della quotidianità di noi sfruttati.
Oggi come ieri, non si inventa dal nulla l’attacco a questo mondo di morte, tanto meno l’autogestione generalizzata della vita individuale e sociale.