Foligno, 4 e 5 gennaio 2025: A CHE PUNTO STIAMO DELLA NOTTE Due giorni di laboratorio teorico su guerra, crisi e rivoluzione

Riceviamo e diffondiamo

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A CHE PUNTO STIAMO DELLA NOTTE
Due giorni di laboratorio teorico su guerra, crisi e rivoluzione

SABATO 4 GENNAIO
Ore 17 – Deutschland unter alles: chiacchierata su crisi economico-politica del sistema Germania
A seguire CENA e TOMBOLATA BENEFIT per operazione Sibilla

DOMENICA 5 GENNAIO
Ore 17 – Per una critica al vetriolo: la cosiddetta fase nichilista
Dalle 21 concerto con BI-FOLK
Cena umbra

CIRCOLO ANARCHICO “LA FAGLIA”- VIA MONTE BIANCO 23 – FOLIGNO
E- MAIL: CIRCOLOANARCHICOLAFAGLIA@INVENTATI.ORG
TELEGRAM:T. ME / CIRCOLOANARCHICOLAFAGLIA

Deutschland unter alles – sabato 4 gennaio ore 17

Le conseguenze della guerra in Ucraina, e non solo, stanno devastando la Germania. La locomotiva d’Europa non riesce a carburare, rallentata dalla mancanza di materie prime e dall’inflazione. Costretta a rompere i rapporti con il suo principale fornitore energetico (la Russia), l’economia tedesca ha cominciato sin da subito a scricchiolare; ciononostante i governanti hanno continuato ottusamente a perseverare su una china di negazione della realtà fino al punto di rottura: chiusura di decine di fabbriche, centinaia di migliaia di licenziamenti e la crisi che dall’economia travolge la politica.
Infine la rottura tra socialdemocratici e liberali sul tema del possibile sfondamento dei vincoli di bilancio, quindi la crisi di governo e le elezioni anticipate che si terranno a febbraio. Un suicidio complessivo della classe dirigente tedesca, con una borghesia nazionale prostrata davanti agli interessi di chi, con ogni probabilità, ha sabotato un’infrastruttura strategica come il gasdotto Nord Stream; una socialdemocrazia che si presta a governare la più grande offensiva anti-operaia degli ultimi decenni; un pot-pourri di sinistra radicale, verdi, vari movimenti antagonisti e femministi, ridottisi a ventriloqui delle ragioni della guerra. E infine il regalo più grande all’estrema destra neonazista, a cui è stato lasciato il monopolio dell’opposizione alla guerra e che ora rischia di passare all’incasso. Un suicidio per molti versi incredibile, finanche «antinazionale». Una gestione talmente in contrasto con gli interessi tedeschi da rendere evidenti quali e quante catene di sottomissione, non conosciute al grande pubblico, esistano fra Stati. Se le cose stanno così, la guerra tra NATO e Russia può essere letta, allora, anche da un altro punto di osservazione: come una guerra economica degli Stati Uniti all’Europa. Se a tutto ciò aggiungiamo il fallimento della pretesa ristrutturazione green dell’industria tedesca, dovuto in larga parte alla superiorità di un mercato cinese decisamente fuori portata soprattutto se pensiamo a veicoli elettrici, chip, terre rare e superconduttori, ecco che abbiano la rovina in tutto il suo splendore. Ne parliamo con due compagni anarchici che vivono a Berlino.

Per una critica al vetriolo: la cosiddetta fase nichilista – domenica 5 gennaio ore 17

In vista dell’imminente udienza preliminare, che si terrà il 15 gennaio, del processo derivato dall’inchiesta Sibilla, cogliamo l’occasione per tornare a rileggere criticamente alcuni dei testi messi sotto accusa. In particolare vorremmo soffermarci sulla categoria di «fase nichilista» ipotizzata in alcuni articoli del giornale “Vetriolo”. Fase nichilista che veniva definita come l’espressione della rabbia di classe nell’epoca della rimozione di ogni forma di consapevolezza di classe.
Una lotta di classe dunque, bandita dalla buona società e dai suoi falsi nemici, che ritornerebbe sotto forma sintomatica, nevrotica, come un rimosso che tormenta le contraddizioni della pace sociale, attraverso forme irrazionali di ribellione. Il nemico principale individuato dagli oppressi in questa fase veniva riconosciuto nelle tecnoscienze e nei suoi ritrovati.
Nel contesto di un’ampia critica radicale all’evoluzione del tessuto sociale, del capitalismo, dello sfruttamento e del conflitto che ne deriva, “Vetriolo” ha propugnato quello che è stato definito “anarchismo rivoluzionario”, un anarchismo che non disprezzasse una qualche forma di pensiero strategico. Passare dunque dall’azione per l’azione, all’azione nella strategia, per illuminare i nostri passi nella notte e riempirla di grandi sogni in grado di permettere il fermento della fase nichilista nella guerra sociale.