Nuova uscita di “Pensiero critico”

Riceviamo e diffondiamo. Segnaliamo che un interessante articolo di questo numero è già stato diffuso anche sul web, compreso il nostro sito: https://ilrovescio.info/2024/08/02/israele-come-mondo-il-tecno-colonialismo-4-0/

E’ uscito il terzo numero di “pensiero critico”

E’ disponibile il terzo numero dell’aperiodico di critica sociale “pensiero
critico” per richiedere copie contattateci alla mail:
terreinmoto.info@gmail.com
Se volete fate girare nei vostri canali.

In questo numero:

*-ISRAELE COME MONDO: ILTECNO-COLONIALISMO 4.0*

Non c’è niente di meglio del modello democratico israeliano che possa
rappresentare ciò che è il fine ultimo del progetto denominato *smart world*.
E’ un dato di fatto che gli sviluppi tecnologici testati in Palestina (ma
in generale nelle guerre) vengono venduti all’occidente per essere
utilizzati all’interno dei contesti urbani, diventando parte fondamentale
della trasformazione in corso.
Ciò che comporterà lo possiamo vedere chiaramente in Palestina: analisi dei
territori, raccolta dati sugli individui, elaborazione e predizione
algoritmica, calcolo dei danni collaterali, confinamento e infine attacco
militare.

In un contesto come quello italiano non è ancora il momento per chi detiene
il potere di utilizzare metodologie radicali come quelle impiegate da
Israele. Pertanto, la gestione degli individui in modo sempre più capillare
passerà per step intermedi che interverranno direttamente sui corpi,

La società del futuro non è quell’immagine da cartolina spacciata dai suoi
promotori, ma è più una *Gaza allargata*: da una parte del muro smart city
iper-tecnologiche e dall’altra, l’umanità eccedente, inutile, o forse utile
semplicemente per sperimentare sulla loro pelle ogni sorta di tecnologia,
per poi essere letteralmente eliminata in caso dia troppi problemi, magari
mediante gli stessi sistemi di sterminio automatizzati che in questo
momento sta utilizzando, addestrando e perfezionando lo stato israeliano a
Gaza.

*-LE COLTIVAZIONI OGM (TEA) SCENDONO IN CAMPO*

La storia dell’ingegneria genetica è lunga circa mezzo secolo, quella che
riguarda il trasferimento artificiale di geni all’interno di una pianta è
stata messa a punto all’inizio degli anni ottanta.La propaganda sta
convincendo la maggior parte della popolazione che le nuove tecnologie in
campo agricolo, a differenza di quelle più datate, siano maggiormente
sicure, o semplicemente il clima di fiducia generalizzata nei confronti
degli sviluppi tecno-scientifici allontana qualsiasi preoccupazione in
merito ad esse. In ogni fase storica multinazionali e lobby di ogni sorta
hanno saputo usare le terminologie e le strategie più consone per
promuovere e far accettare i loro veleni, e ad oggi, il mantra della
*sostenibilità* risulta essere quello più funzionale. Quello che purtroppo
in pochissimi ricordano è che è il medesimo ritornello utilizzato dalle
stesse lobby per immettere gli OGM agli albori della loro realizzazione. In
questo contesto storico, compartimentare gli argomenti senza andare ad
analizzare come i vari passaggi siano strettamente interdipendenti, in
quello che è lo stravolgimento sociopolitico, ecologico e di senso in
atto, porrebbe
dei limiti alla costruzione di percorsi di lotta che siano all’altezza
della situazione. Affrontare la questione delle colture OGM non può
prescindere da un discorso che le inquadri all’interno di ciò che viene
definita la* quarta rivoluzione industriale.*

*-L’INSOSTENIBILE RITORNO DEL NUCLEARE*

Il disastro ecologico in corso a livello globale ha un impatto crescente e
devastante sugli ecosistemi e su tutti gli esseri viventi. I governi
mondiali e le lobby industriali e militari cavalcano mediaticamente la
catastrofe con false soluzioni, continuando a sfruttare il pianeta. In
Italia in particolare, la spinta alla rinascita nucleare tenterà di
cancellare la storia delle opposizioni popolari che dagli anni’70 sono
state portate avanti con lotte sul campo. Nonostante tali percorsi di lotta
le pressioni dell’industria nucleare sul mondo politico non si
sono mai fermate. Allo stato attuale, ritenendo che sia un contesto maturo
per un consenso generalizzato di questa nocività, la propaganda esce dalle
convention di settore e si traveste da informazione generalista, costellata
da omissioni e manipolazioni dei dati, che compare a più riprese nei
programmi scolastici, sui quotidiani, sui social e nei canali online
puntando soprattutto ai giovani. Nel frattempo le università non smettono
di sfornare laureati in ingegneria nucleare, mentre le aziende si tengono
al passo con investimenti nelle centrali estere e coi reattori sperimentali
usati su suolo italico. Non si può dimenticare che ogni tecnologia, oltre
ad essere il prodotto della società che la produce, diventa trasformatrice
della società stessa: vale anche per l’energia nucleare. Le nuove centrali,
fuori da ogni retorica green, non soppianteranno i combustibili fossili, ma
serviranno per sopportare e supportare i crescenti consumi delle
infrastrutture dietro la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale.

* -METTERSI IN DISCUSSIONE PER METTERE IN DISCUSSIONE*
L’importanza dello studio al fine di comprendere e affrontare un sistema
complesso come quello nel quale siamo immersi è innegabile. Quello che a
volte viene meno è un percorso di tipo introspettivo in grado di elaborare
riflessioni profonde su come certi assunti determinano di fatto come agiamo
o non agiamo, e persino come ci rapportiamo tra esseri umani e col resto
del vivente. Nel momento in cui si vanno a mettere in discussione certi
processi e si accusano Stato, lobby, gruppi finanziari e personaggi di ogni
sorta, additandoli come artefici dell’abominio nel quale viviamo (o meglio
sopravviviamo), è altrettanto importante andare a scavare dentro sé stessi
per fare un percorso individuale di liberazione che sia in grado di
costruire percorsi di opposizione che abbiano come motore il reale
cambiamento radicale del modello di società antropocentrica e oligarchica
nella quale viviamo. La diffusione di certi modi di pensare non è mai stata
casuale, si dà il caso infatti, che chi aveva idee che potessero mettere in
discussione o destabilizzare chi stava in una posizione di comando è stato
perseguitato in ogni modo possibile, al contempo si è stato fatto in modo
che certi pensieri diventassero endemici all’interno della società. Il
confronto su certe convinzioni è necessario in un percorso di lotta
condiviso per chiarire con sé stessi e con gli altri cosa non si vuole in
questo mondo e al contempo cosa si vorrebbe. Per questo che a differenza di
chi si accontenta di tracciare una linea dove da una parte ci sono i
sostenitori di questo sistema tecno-scientifico e dall’altra i suoi
oppositori, a mio avviso andare a sviscerare concetti introiettati e idee
di mondo lo trovo fondamentale affinché i rapporti umani si
consolidino, inoltre
i percorsi che riescono a perdurare nel tempo sono quelli dove la
condivisione è più profonda, che non significa l’avere un pensiero unico, ma
un progetto comune condiviso nel profondo.