“Difendere il bosco è difendere il quartiere”. Aggiornamenti e riflessioni da una lotta in corso a Gallarate

Riceviamo e diffondiamo:

Difendere il bosco è difendere il quartiere.
Aggiornamenti e riflessioni sulla lotta in corso a Gallarate

Questa settimana a Gallarate, nel bosco di Via Curtatone, sono ufficialmente iniziati i lavori per un progetto destinato a trasformare radicalmente l’area. Si tratta del progetto di rigenerazione urbana Grow29, che prevede la chiusura dei quattro plessi scolastici attualmente presenti nei quartieri di Caiello e Cascinetta (scuole dell’infanzia e primarie) e la creazione di un unico polo scolastico situato tra l’autostrada e la ferrovia, con la conseguente devastazione del bosco urbano di Via Curtatone.

Dopo un mese di monitoraggi da parte del Comitato salviamo gli alberi di Gallarate, i lavori sono iniziati Lunedì 5 Agosto. Al mattino, mentre diverse persone si trovavano già all’interno del bosco, sono arrivati gli operai della ditta Tagliaferri Forestale, che hanno delimitato l’area con dei nastri, circondando praticamente chi era presente. Durante la mattinata, la Polizia Locale ha continuato a delimitare l’area con ulteriori nastri e ha minacciato denunce a chiunque li oltrepassasse per ostacolare i lavori. Tuttavia, gli abbattimenti non sono iniziati poiché alcune persone sono riuscite ad avvicinarsi agli operai proprio quando stavano accendendo le motoseghe.

Il giorno successivo, Martedì 6, le motoseghe si sono messe in funzione e diversi alberi sono stati abbattuti. Questo è stato possibile grazie all’intervento massiccio della Polizia, che è riuscita a tenere a distanza i presenti per tutta la giornata. I lavori si sono interrotti solo brevemente quando tre persone si sono introdotte nel bosco, invitando gli operai a fermarsi. Dopo circa 40 minuti, la Polizia Locale accompagnata dalla Digos è riuscita a rimuoverli di peso, e i tagli sono ripresi acor prima che l’ultima persone venisse portata fuori. Poco dopo, è stata installata una rete lungo il perimetro che si affaccia sulla strada.

Mercoledì 7 ha portato una sorpresa. Alle 6:30, all’arrivo del capo della ditta Tagliaferri, qualcuno, arrampicato sugli alberi, ha iniziato a gridare per far notare la propria presenza: “Siamo dentro al cantiere! Siamo qui su! Oggi non potete lavorare!”.
Intorno alle 7:30, con l’arrivo di alcune pattuglie della Polizia Locale e della Polizia di Stato, gli operai hanno tentato di proseguire i lavori nonostante la presenza delle persone sugli alberi. Questo ha provocato una reazione immediata e legittima da parte del presidio esterno, che ha invaso il cantiere costringendo gli operai a ritirarsi. Dopo circa mezz’ora, la Polizia ha lasciato il luogo, mentre gli operai riparavano le reti abbattute. A quel punto è apparso il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, che dall’interno della sua auto ha mostrato il dito medio verso il presidio, per poi dileguarsi rapidamente dopo questa sua esibizione.
Pochi minuti dopo, le forze dell’ordine sono tornate in gran numero. Sul posto sono arrivati anche il capo del settore lavori pubblici del Comune di Gallarate e il Vicequestore di Varese, che hanno parlato con il capo della ditta Tagliaferri. I loro volti non esprimevano certamente serenità; poco dopo si è saputo della sospensione dei lavori e della convocazione del comitato per l’ordine e la sicurezza, che si sarebbe riunito il giorno successivo in Prefettura.

Giovedì e Venerdì, infatti, né gli operai né la Polizia si sono presentati al bosco, permettendo al presidio di organizzarsi meglio e rendere la situazione più confortevole. All’ingresso del bosco, appena fuori dalle reti, è stato allestito un gazebo con sedie, un tavolo, cibo, acqua, materiale informativo e un banchetto per la raccolta firme. Anche il numero di cartelloni e striscioni è aumentato; uno di questi, calato da un cedro centenario, recita: “Siamo la natura che si difende”.
Queste due giornate sono state particolarmente positive, non solo per la sospensione dei lavori ma anche per l’atmosfera che si respira al presidio. Molte persone, provenienti sia dal quartiere che da altre zone, stanno passando di lì: c’è chi porta cibo, chi da bere, chi aggiunge un cartellone, e chi si ferma per salutare e condividere parole di sostegno con le persone arrampicate sugli alberi.

Nonostante ciò che scrivono alcuni scribacchini dei giornali locali, è chiaro a tutti e tutte che la mobilitazione in corso va al di là della difesa degli alberi.
Scrivono che gli ambientalisti non si interessano delle vere problematiche di questi quartieri, una litania che sentiamo ripetere ad ogni occasione. Se però questi “critici” fossero realmente presenti nelle zone periferiche, scoprirebbero che per molti questa battaglia riguarda molto più della tutela del verde. Forse non comprendono neppure quanto le questioni ambientali siano strettamente intrecciate con quelle sociali, e questa situazione ne è un esempio lampante. È evidente come il bosco non venga considerato qualcosa di prezioso per chi ci vive, quasi come se tutti fossero amministratori comunali ansiosi di sfruttare le aree verdi in nome di un falso “progresso”. Fortunatamente, c’è ancora chi apprezza una passeggiata nella natura, un’esperienza rara e preziosa, poiché pochi quartieri possono vantare un vero e proprio bosco urbano con una varietà di flora e fauna.
Negli stessi documenti comunali, questa zona viene definita un “cuscinetto” perché protegge le abitazioni dall’inquinamento e dal rumore continuo dell’autostrada e della ferrovia. Ci teniamo a sottolineare che, ai margini del bosco, sempre sui terreni comunali destinati al progetto, negli ultimi 20 anni sono sorti degli orti che offrono sostentamento a diverse persone.
Inoltre, il “Campus”, come lo definisce il Sindaco, comporterà la chiusura di quattro plessi scolastici, concentrando tutti i bambini in un unico luogo. Ciò comporterà anche difficoltà negli spostamenti per i genitori, tra i quali alcuni senza patente.
Sembra che alcune delle strutture dismesse saranno destinate ad ospitare progetti di startup, accompagnati dai soliti discorsi retorici su “Fab Lab” e “Co-working”. E poi dicono che siamo noi quelli slegati dalla realtà del quartiere.

Ribadiamo anche noi che i tentativi di creare una divisione tra buoni e cattivi, tirando in mezzo centri sociali e persino i No TAV, sono vani e piuttosto ridicoli. Come ha detto qualcuno: “Ma magari ci fossero anche loro!”. Sui giornali si leggono anche riferimenti a “falchi e colombe”, nel tentativo di denigrare l’eterogeneità e le differenze all’interno del presidio. Ebbene, noi vi diciamo che siete degli “avvoltoi” – con tutto il rispetto per questo nobile rapace necrofago.
Il Sindaco, non avendo più argomenti per attaccare i cittadini che si stanno mobilitando, chiede provocatoriamente dove fossero le proteste quando progetti simili sono stati realizzati nei comuni limitrofi. Con questo, cerca di accusare la mobilitazione di essere strumentale e “contro di lui”. Un po’ meno di egocentrismo, caro primo cittadino!
Noi esultiamo con gioia perché, finalmente, le persone sono riuscite a opporsi concretamente all’ennesimo progetto di devastazione del nostro territorio, che, come sempre, non ha minimamente considerato il parere e le volontà della popolazione.
Qualcosa di nuovo sta nascendo: qualcuno inizia a sollevarsi e a gridare: “Hei, qui ci vivo io!”. C’è chi sta abbandonando rassegnazione e disillusione.

Che nascano comitati di quartiere ovunque!
Attiviamoci per decidere sul luogo in cui viviamo!
Che nasca un movimento sempre più numeroso di assemblee, gruppi e comitati che sappiano fare rete e contrastare le decisioni prese sulle nostre teste da qualche amministratore senza scrupoli.

Invitiamo a rimanere in allerta e di passare a supportare.
La difesa di questi alberi è anche la difesa del quartiere.

Gruppo Tanuki, Agosto ’24
Da sotto e sopra gli alberi del bosco di Via Curtatone a Gallarate

 

Alcune foto

Il Sindaco di Gallarate che fa il dito  medio:


Lo striscione calato dal cedro: