Mauricio Morales. Un recuerdo
Un ricordo di Mauricio Morales, a quindici anni dalla notte in cui saltò in aria insieme al suo amore per la libertà e al suo odio per il dominio e per l’ingiustizia.
Un recuerdo
Dice che quando quella notte del 22 maggio del 2009 lo zaino con dentro l’estintore pieno di esplosivo saltò in aria intempestivamente il suo docile corpo si divise in due, dilaniando contemporaneamente desiderio di sovversione e odio viscerale per ogni forma di dominio.
Questo fatto diede avvio al processo, dalla grande risonanza mass mediatica, contro 14 persone accusate di “associazione illecita terrorista” per un centinaio di attacchi esplosivi a banche, chiese e sedi di partito nella capitale cilena (198 dal 2005). Il famigerato e controverso “Caso Bombas”, che già 8 mesi dopo vedeva il giudice rifiutare l’80% delle prove presentate insieme alla formalizzazione delle accuse, la metà dei test e dei periti scartati, finì qualche anno dopo con l’assoluzione degli imputati.
Ricordo un manifesto cileno di quegli anni con impressi i nomi ed il numero impressionante di uomini e donne uccisi dai Carabineros durante le lotte sociali e le proteste di strada dalla fine (meglio ancora “dal passaggio”) della dittatura di Pinochet al governo della socialdemocratica Michelle Bachelet.
La privatizzazione totale dei servizi e dei trasporti pubblici (i micro), la riforma del mercato del lavoro per rendere flessibile e ricattabile la forza-lavoro (aumento della disoccupazione e abbassamento dei salari), l’espropriazione delle terre in Patagonia (poi vendute alla multinazionale Benetton), piombo, repressione e carcere (è attualmente ancora in auge la “Ley Antiterrorista” promulgata nel 1984 da Pinochet per combattere la resistenza) per i “luchadores sociales”, le popolazioni Mapuche, i lavoratori in lotta e i rivoluzionari. Questa la cruda realtà (“There is no alternative!”) designata dal Dio Mercato a “stelle e strisce” e programmata dai suoi migliori economisti, militari, banchieri ed affaristi per lo storico laboratorio del neoliberismo internazionale.
Mauricio Morales, detto el Punki, era un giovane compagno anarchico, l’avevo conosciuto circa un anno prima nel posto occupato che frequentava, a Santiago de Chile, portava addosso una smith & wesson e quella notte era diretto in bicicletta alla “Escuola de Gendarmeria”.
Il suo dolce sguardo e i suoi lunghi capelli neri mi piace ricordarli questi giorni insieme a tanti altri e tante altre per le strade e per le “poblaciones” cilene.
Simone Le Marteau
22.05.24