Un invito dei Giovani Palestinesi in Italia agli iscritti alla CGIL
Pubblichiamo questo vibrante invito rivolto dai Giovani Palestinesi in Italia agli iscritti alla CGIL (“Confederazione Generale Israeliana del Lavoro”) in vista dello sciopero generale del 23 febbraio e della manifestazione nazionale del 24 febbraio; nonché un appello per la giornata del 23 scritto da GPI e altre realtà palestinesi.
INVITO AI LAVORATORI DELLA CGIL
Confederazione Generale Israeliana del Lavoro
Verso lo sciopero per la Palestina e Manifestazione nazionale del 23-24 febbraio
Sappiamo bene che tanti lavoratori e pensionati iscritti alla Confederazione Generale Italiana del Lavoro siano profondamente, sinceramente legati al Popolo Palestinese e provino orrore, dolore e rabbia per il genocidio che stiamo subendo a Gaza e in Cisgiordania.
Altrettanto bene siamo consapevoli che moltissimi iscritti alla Cgil guardano con insofferenza, rabbia e vergogna alle politiche della dirigenza del proprio sindacato da decenni e in modo ancor più esacerbato dal tempo della segreteria di Maurizio Landini.
Il vostro sindacato ha svenduto la vostra e nostra classe, le vostre lotte e le vostre vite a sfruttatori di ogni risma. Si è chinato supinamente a qualsiasi decisione padronale tanto da rendere possibili e concrete oggi espressioni come “cancellazione assoluta dei diritti sociali e sul lavoro” e “cancellazione della classe lavoratrice e operaia”. Vi hanno spacciato la distruzione di un patrimonio storico di lotte, la svendita ai predatori capitalisti delle vostre esistenze come sacrifici fatti per il “bene del Paese” (il bene di chi ha tutto e il male di chi ha poco o niente) e per “il futuro” in realtà inesistente – per voi, chiaro; il futuro, per chi vi comanda, nel sindacato e sul lavoro, è di sicuro ricco di profitti.
Vi hanno sottoposto all’umiliazione dell’abbraccio con i banchieri come Draghi e addirittura all’inchino servile di fronte alla Meloni e ai neofascisti al vostro congresso.
Avete assistito tre mesi fa alla pronta condanna di Landini dell’attacco del 7 ottobre, alla solidarietà immediata all’occupazione e all’apartheid sionisti. Avete ascoltato il vostro segretario auspicare «il mantenimento dell’autonomia del popolo palestinese». Sì, avete letto bene: ha detto «mantenimento dell’autonomia». 75 anni di occupazione israeliana, apartheid, annientamento di qualsiasi diritto e genocidio quotidiano per Landini sono l’autonomia “da mantenere” del nostro popolo.
Avete visto partecipare la Cgil all’ignobile manifestazione lo scorso 6 dicembre in sostegno di Israele (mentre a Gaza erano già stati massacrati decine di migliaia di civili palestinesi) a Roma, accanto ai neofascisti della Meloni, ai partiti personali, lobbistici e confindustriali di Renzi e Calenda e ad associazioni sioniste. In quella manifestazione il nostro popolo è stato con varie perifrasi e senza perifrasi definito come “un pericolo terroristico”.
La dirigenza del sindacato a cui appartenete ha scelto la guerra e il genocidio compiuto dai sionisti e dalle nazioni occidentali. Ha scelto chi rifornisce di armi i sionisti. Non la pace, come dichiarano farisaicamente.
Siccome siamo certi che non è questa la linea e la visione della Palestina di molti di voi e nemmeno la linea e la visione della sinistra del vostro sindacato, vi richiamiamo all’importanza di questo momento storico.
Continuerete ad accettare l’inaccettabile, a sentirvi addosso non solo il sangue dei vostri compagni assassinati ogni giorno dal lavoro (accolto con ipocrite e false parole retoriche dai vostri capi), ma anche il sangue dei palestinesi sterminati ogni giorno dall’occidente? O sceglierete di stare dalla parte di chi si rivolta e riscrive la Storia?
Ci è capitato di dialogare con alcuni di voi che in buona fede sperano di cambiare la rotta del proprio sindacato e oggi vi ripetiamo: il 23 e il 24 febbraio sono un’occasione irrepetibile.
Non potete più nascondervi dietro il fatto di essere minoranza, dietro il centralismo democratico, dietro la condizioni di impotenza che lamentate giustamente rispetto allo strapotere lobbistico dei vertici della Cgil.
La Storia e un genocidio commesso impunemente e incoraggiato non accettano simili scuse. La responsabilità sarà anche vostra. Senza appello.
È il momento delle scelte cruciali. Da che parte volete stare? Volete essere complici della morte di oltre trentamila palestinesi, della guerra dei padroni, della guerra che a breve lo stato e il governo italiano porteranno direttamente contro lo Yemen, oltre che in Palestina? Volete servire i colletti bianchi corrotti che vi conducono la mattina a guardarvi allo specchio sentendovi e sapendo di essere schiavi imbelli?
O volete scioperare e marciare accanto ai vostri veri fratelli di lotta contro chi sfrutta ogni ora della vostra e nostra vita?
Rovesciate insieme a noi questo tempo imbrattato di sangue degli ultimi. Rovesciate, scioperando, i comuni nemici di classe. Rovesciate con questo passo decisivo di disobbedienza i vertici del vostro sindacato. Ovvero i vostri nemici più pericolosi.
Nel tribunale della Storia non ci sarà né appello né assoluzione per chi non ha il coraggio di agire concretamente e fermare un genocidio.
23 FEBBRAIO SCIOPERO GENERALE PER LA PALESTINA
24 FEBBRAIO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A MILANO
Giovani Palestinesi in Italia
Di seguito l’appello per uno sciopero generale il 23 febbraio.
23 FEBBRAIO – SCIOPERO GENERALE PER LA PALESTINA
Come realtà palestinesi in Italia lanciamo un appello a tutti i singoli lavoratori e lavoratrici, a tutti i sindacati a scioperare venerdì 23 febbraio per fermare il genocidio.
Non basta più la semplice solidarietà: il governo italiano si è schierato apertamente con Israele, contro le centinaia di migliaia di persone scese in piazza in questi mesi. Solo le azioni concrete possono costringere la Meloni e i suoi ministri a ritirarsi da una guerra in cui sono parte attiva con la propaganda, con la vendita di armi, con gli accordi commerciali e accademici.
Blocchiamo l’Italia contro la posizione del Governo, della NATO, degli Stati Europei e occidentali che supportano il genocidio che Israele sta compiendo dal 7 ottobre e l’occupazione coloniale che dura da oltre 75 anni in Palestina.
Il prezzo della guerra in Medioriente, come della guerra in Ucraina e delle “altre missioni di pace” in giro per il mondo, lo pagheranno i lavoratori e i disoccupati, come sempre gli ultimi. La guerra è una catastrofe che ci ritroveremo nell’aumento della bolletta, nel carrello della spesa, nei rincari degli affitti e dei trasporti.
Chiediamo alle lavoratrici e lavoratori arabi, musulmani e stranieri di non voltarsi dall’altra parte: dovete essere in prima fila per le nostre sorelle e i nostri fratelli uccisi e imprigionati in Palestina, per chi si sta sacrificando nella lotta contro il colonialismo, per la libertà e la giustizia. Chi meglio di noi conosce questa lotta e la sente sulla propria pelle ogni giorno? Il razzismo è lo strumento che in Occidente ci sfrutta e nei nostri Paesi ci tortura. Dall’Italia non ci dobbiamo mobilitare solo in soccorso del nostro popolo massacrato, che resiste e resisterà comunque: facciamolo per noi, mobilitiamoci perché i Governi che ci ammazzano sono gli stessi che vi succhiano il sangue e vi rendono la vita impossibile e miserabile; sono gli stessi che tolgono i diritti e riducono alla fame chi lavora, che chiudono ospedali e scuole, visto che ancora non li possono bombardare come i loro amici israeliani.
Anche i disoccupati devono scendere con noi in piazza perché lo Stato italiano, che spende milioni per le armi e per finanziare guerre a fondo perduto, è lo stesso che ha tolto il reddito di cittadinanza e gli altri dispositivi di sostegno sociale, perché la disoccupazione è il frutto di una crisi che ha nella guerra una delle sue cause principali.
Dal 7 ottobre i palestinesi, e il fronte della resistenza che dal Libano passa per l’Iraq e arriva allo Yemen, stanno dando una lezione al mondo: gli ultimi possono riscrivere la storia, possono rialzare la testa e i potenti possono sanguinare.
Perciò invitiamo ogni sindacato e ogni lavoratore e lavoratrice con coscienza a bloccare le fabbriche, i porti, i magazzini e tutto quello che si può, finché non si fermerà il genocidio di un popolo che reclama la giustizia e la libertà.
23 FEBBRAIO SCIOPERO GENERALE PER LA PALESTINA
24 FEBBRAIO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A MILANO
CONTRO LA GUERRA COLONIALE E IMPERIALISTA
BLOCCHIAMO TUTTO
BLOCCHIAMO LA MACCHINA BELLICA
CON LA PALESTINA FINO ALLA VITTORIA!
Giovani Palestinesi d’Italia – GPI
Unione Democratica Arabo Palestinese – UDAP
Movimento Studenti Palestinesi