Contro la missione militare nel Mar Rosso
Riceviamo e diffondiamo:
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CONTRO LA MISSIONE MILITARE NEL MAR ROSSO
FIN QUANDO CI SARÀ UNO STATO NON CI SARÀ MAI PACE
Il capitalismo e la competizione fra Stati stanno trascinando il mondo in una nuova carneficina. Annunciata sin dai tempi della mobilitazione per affrontare la pandemia, quel famigerato «siamo in guerra» da molto tempo è ormai realtà.
L’Italia è parte di questa guerra. Da due anni i governi italiani sostengono militarmente ed economicamente la guerra in Ucraina fra NATO e Federazione Russa: lo hanno fatto in molti modi, partecipando alle sanzioni, inviando denaro, inviando armi, addestrando i militari ucraini in territorio italiano. Inoltre, dallo scorso 7 ottobre, l’Italia sostiene diplomaticamente e direttamente il genocidio in corso a Gaza.
La missione militare navale nel Mar Rosso rappresenta una decisiva escalation nel coinvolgimento pieno e diretto dello Stato italiano nei conflitti in corso. USA e Gran Bretagna hanno attaccato lo Yemen con ripetuti bombardamenti e centinaia di morti. È la rappresaglia per il sostegno yemenita alla resistenza palestinese. Italia, Francia, Germania inviano navi da guerra (la missione ha il patrocinio dell’Unione Europea, articolo 44 del Trattato dell’Unione) per segnare la propria presenza deterrente. La riscoperta del linguaggio coloniale è ormai sfacciata: la missione Aspides avrebbe lo scopo di difendere il «commercio», vale a dire i militari italiani saranno impegnati a fare da costosissime «guardie giurate» ai mercanti e agli armatori. Israele massacra, gli anglo-americani bombardano, gli europei e gli italiani fanno la scorta agli affari della finanza internazionale. Il gioco delle alleanze si dispiega in tutta la sua ferocia nella catena di montaggio del genocidio in Palestina.
Ma in ballo c’è molto di più di una vigliacca partecipazione al massacro dei palestinesi. Da quando è stato realizzato il cosiddetto «raddoppio» del Canale di Suez, è cominciata ad andare di moda negli ambienti finanziari, diplomatici e militari, la categoria geopolitica di «Mediterraneo allargato»: si intende con essa la regione mondiale costituita dal Mediterraneo e dai mari che con esso confinano direttamente (il Mar Rosso e il Mar Nero), quale unico flusso logistico e finanziario. Dalla Crimea allo Yemen, passando per la Palestina, senza dimenticare la crisi migratoria del nord Africa e quella della rotta balcanica, vediamo che è l’intera area a essere in fiamme. Siamo già in una Grande Guerra. Se si pensa che la sola base cinese all’estero si trova a Gibuti e che il Sudan è uno di quei paesi africani passati recentemente sotto l’influenza russa, ci rendiamo conto di quale pazzesco attrito di forze attraversa l’area.
Con la missione navale l’Unione Europea, rimproverata da più parti di impotenza e immobilismo, prova a giocare le sue carte. L’obiettivo è anche quello di non lasciare a USA e Gran Bretagna il monopolio della gestione della partita in Medio Orientale. L’Italia avrà un ruolo di primissimo piano e sarà alla guida della missione Aspides, indicando il nome dell’Ammiraglio al Comando, come ha annunciato trionfalmente il ministro Crosetto, a capo del dicastero italiano della difesa e al contempo esponente storico della lobby delle armi.
Sì, perché la guerra non significa solo morte e distruzione, non significa solo inflazione e peggioramento delle condizioni di vita in quello che un tempo era l’Occidente opulento: la guerra è anche un grosso affare. E così nel 2023 il titolo di Leonardo in Borsa ha guadagnato un ulteriore +82%, che si aggiunge ai profitti stratosferici del 2022. Per noi sangue e povertà, per loro una montagna di miliardi.
Nel segno della guerra e nel segno di queste patenti contraddizioni si combatte anche il conflitto interno. La repressione, per usare un’espressione di Alfredo Cospito, ci vuol mettere la «mordacchia medievale». Imperativo degli anarchici è non farci ridurre al silenzio, ma soprattutto continuare ad agire per mettere concretamente i bastoni tra le ruote alla macchina della guerra.
PER LA SCONFITTA DELLA NATO! PER LA SCONFITTA DI ISRAELE!
I PADRONI CI FANNO LA GUERRA, FACCIAMO LA GUERRA AI PADRONI!
SABOTIAMO IL FRONTE INTERNO!
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