Quando pensiamo alla Palestina, non scordiamoci di ENI
Dal profilo Instagram dei Giovani Palestinesi in Italia:
Negli anni Duemila la scoperta di ingenti giacimenti di gas naturale nel Mediterraneo orientale ha consentito all’entità sionista di ridurre la dipendenza energetica dall’estero e di diventare nel 2020 un esportatore. Il giacimento più importante, Leviathan, si trova a meno di 200 chilometri dalle coste della Palestina e Israele spera che se ne trovino altri per aumentare le riserve e incrementare l’esportazione verso l’Europa, che dall’inizio della guerra russo-ucraina è alla ricerca di nuove fonti energetiche.In quest’ottica, lo scorso 29 ottobre il ministero dell’Energia israeliano Israel Katz ha dichiarato di aver concesso 12 licenze a sei società per l’esplorazione di gas naturale al largo della costa mediterranea per creare maggiore concorrenza e diversificare i fornitori.Le licenze avranno una durata iniziale di tre anni, con la possibilità di estenderle fino a sette anni. Tra le società a cui sono state assegnate le licenze si trova l’italiana Eni che guiderà le esplorazioni a ovest del giacimento Leviathan.Un portavoce di Eni ha dichiarato che la gara d’appalto è stata lanciata a dicembre e che il gruppo italiano ha presentato la sua offerta a luglio. Già a marzo 2023 durante la visita di Netanyahu a Roma, il primo ministro israeliano aveva confermato la volontà di “accelerare le esportazioni di gas verso l’Europa attraverso l’Italia”.Lo Stato italiano, che è il principale azionista di ENI, si riconferma quindi ennesimamente complice del colonialismo israeliano. BOICOTTIAMO ENI! BLOCCHIAMO IL GENOCIDIO!