[IT, DE] La crisi siete voi. Rivendicazione dell’attacco incendiario contro il parco auto di Amazon

Riceviamo e a nostra volta diffondiamo: https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/01/18/la-crisi-siete-voi-rivendicazione-dellattacco-incendiario-contro-il-parco-auto-di-amazon-in-solidarieta-con-alfredo-cospito-ivan-alocco-thanos-chatziangelou-gli-11-prigionieri-turchi-e-gli-occup/

 

In un mondo che persegue in modo sempre più impaziente, lugubre e festante la separazione tra il pensare e l’agire – oppure la loro simultaneità alienata, cioè l’esecuzione immediata di ingiunzioni algoritmiche –, il sabotaggio indica delle prospettive nella misura in cui è illuminato dall’analisi e fornisce esso stesso un contributo teorico. A nostro avviso, il seguente comunicato di rivendicazione è un esempio significativo di come la solidarietà alle compagne e ai compagni prigionieri (nonché a una resistenza ecologista in corso) possa suggerire dei precisi, ragionati angoli di attacco e indicare una direzione in questo presente storico. Digitalizzazione e controllo sociale, bioteconologie e riconoscimento facciale, protezione dei ricchi e sfruttamento dei lavoratori, devastazione del Pianeta e carovita, guerra e razzismo: dove trovarli tutti insieme? Da Amazon, rispondono questi anonimi compagni e compagne.

La crisi siete voi

Rivendicazione dell’attacco incendiario contro il parco auto di Amazon in solidarietà con Alfredo Cospito, Ivan Alocco, Thanos Chatziangelou, gli 11 prigionieri turchi e gli occupanti a Lützerath (Berlino, Germania, 16 gennaio 2023)

Nelle prime ore del 16 gennaio 2023, siamo riusciti ad accedere a un’area ben protetta sulla Germaniastraße nel quartiere di Tempelhof a Berlino e abbiamo utilizzato dispositivi incendiari per mettere fuori circolazione 25 veicoli di Amazon Prime. Un fuoco di solidarietà con gli occupanti a Lützerath e con i prigionieri in sciopero della fame.

La mania consumistica del Black Friday e il lucroso business natalizio sono finiti. La carità messa in scena e la piccola contemplazione lasciano di nuovo il posto alla solita routine della vita quotidiana. I gomiti si allargano ancora una volta per sopravvivere nella lotta competitiva della società contemporanea. Nonostante l’inflazione e l’aumento del costo della vita, la corsa alle merci e il relativo saccheggio del pianeta e delle sue risorse continuano senza sosta nel nuovo anno e riempiono le casse dei vincitori della crisi nel commercio online. Da tempo Amazon si è rivelato un fattore di dipendenza per molti, grazie alla sua posizione di monopolio e al suo modello commerciale esteso. Tuttavia, l’azienda non si limita a immettere sul mercato prodotti a prezzi stracciati.

I tuoi pensieri e i tuoi sentimenti valgono come l’oro

Gli sviluppi tecnologici del gigante dell’informatica indicano un futuro cupo di una società distopica fatta di sorveglianza e controllo. Amazon, in quanto forza trainante dell’affermazione del capitalismo digitale, non sta cambiando solo l’economia in modo permanente, ma anche la vita quotidiana, il comportamento sociale e persino il nostro modo di pensare. Le intelligenze artificiali e gli algoritmi sono in grado di controllare e manipolare i bisogni. I calcoli che se ne possono ricavare stanno già dando forma oggi a ciò che si trasformerà in denaro domani. Con un’ampia gamma di prodotti e infrastrutture tecnologiche (server), l’azienda si sta spingendo in sempre più settori della vita per soddisfare la sua insaziabile fame di dati. Sia attraverso il software di sorveglianza Amazon Ring, che sorveglia le proprietà dei ricchi come un occhio onniveggente e – ora installato anche nei veicoli – sottopone l’ambiente a un controllo permanente. Attraverso l’assistenza vocale Alexa, che si aggira come orecchio dell’intelligenza artificiale nei salotti e nelle camere da letto e assiste anche ai momenti più intimi. Attraverso programmi di riconoscimento facciale e sensori che dovrebbero interpretare i sentimenti e guidare i clienti attraverso i negozi self-pay di Amazon-Go. O con una moltitudine di sviluppi nei campi della salute e della biotecnologia per catturare tutto ciò che è fisico e scomporlo in numeri. Amazon sa che chi ha a disposizione grandi quantità di informazioni e dati e può tradurre il presente in dimensioni matematiche ha anche il potere di influenzare il futuro a proprio vantaggio.

Dal worldwideweb alla sede di Berlino

La responsabilità di mantenere l’ordine sociale della società è molto più diffusa, ma l’azienda, insieme a pochi altri giganti della tecnologia, ha un ruolo unico da svolgere nel riordino del mondo attraverso la smartificazione. La sua influenza sulle nostre vite è già di gran lunga maggiore in più ambiti di quanto crediamo di sapere. Ciò non è circoscritto solo a coloro che hanno già scambiato volentieri i loro amici con Alexa, a coloro che servono un’economia on-demand altamente connessa in rete acquistando i prodotti Prime, o a chi compra sciocchezze sulle piattaforme del rivenditore online a spese dei lavoratori precari. Su Internet, non c’è praticamente più verso di aggirare Amazon. Per far sì che ciò avvenga presto anche nello spazio fisico, Jeff Bezoz sta piantando una torre di dimensioni eccezionali nel centro della città [di Berlino]. Con i suoi 140 metri di altezza, rappresenta un simbolo incontrovertibile della rivendicazione del potere bianco-patriarcale di uno stronzo egocentrico. Inoltre la costruzione di questa struttura comporterà conseguenze drastiche anche per i quartieri limitrofi. L’afflusso di migliaia di informatici di Amazon aggraverà ulteriormente la spirale dei prezzi del mercato immobiliare e consoliderà, accelerandoli, i processi di sfratto [già in atto da tempo]. A farne le spese, come sempre, saranno gli emarginati, che  stanno già subendo la pressione finanziaria maggiore a causa dell’aumento dei costi. Perciò il fatto che la torre sia così scandalosamente alta e che quindi l’incendio del parco auto di Amazon all’altro capo della città sarebbe stato facilmente ammirabile dai piani superiori, è solo una piccola soddisfazione.

Amazon cammina sui cadaveri

Il fatto che la “Amazon EDGE Tower” sia stata costruita con materiali asseritamente sostenibili può suonare bene per il marketing, ma non rende l’intera faccenda migliore. Piuttosto, rivela le conseguenze climatiche della produzione e del funzionamento di migliaia e migliaia di server e quanto il business del commercio online e l’adesione all’idea di consumo di massa siano disastrosi nel contesto della crisi ecologica. Quando un’azienda come Amazon pubblicizza la sostenibilità, non è certo per una comprensione delle conseguenze delle proprie azioni, ma per un calcolo commerciale di grande efficacia. L’etichetta di protezione del clima è diventata un buon modo per fare profitti. Non è stato dimenticato che il complesso tecno-industriale è diventato grande solo grazie a innumerevoli crimini contro le persone e la natura, crimini che hanno generato le crisi attuali. Solo la sua completa distruzione, attraverso la necessaria violenza liberatoria, potrà porre fine a tutto questo.
Infine, ma non per questo meno importante, la “smartizzazione”, il controllo e la sorveglianza colpiscono anche i lavoratori oppressi nei centri di distribuzione di Amazon, ai quali, a differenza dei loro colleghi ben addestrati nel settore informatico, viene richiesto di dare il meglio di sé in condizioni di lavoro pessime e con una retribuzione inadeguata. Nemmeno quando qualcuno muore questa sporca corporazione ha la decenza di dare ai dipendenti un po’ di respiro, di fermarsi un attimo, come è successo di recente a Lipsia. Questo fuoco è anche per voi!

Per l’anarchico Alfredo Cospito, che da 89 giorni è in sciopero della fame in isolamento in Italia e in lotta contro il regime del 41bis.
Per Thanos Chatziangelou, che sta lottando per la sua dignità nelle prigioni in Grecia.
Per Ivan che è in sciopero della fame in Francia e per gli 11 prigionieri turchi in sciopero della fame nelle carceri greche.

In solidarietà con gli occupanti a Lützerath.
Contro il progressivo saccheggio del pianeta – Attaccare il complesso tecno-industriale.
Libertà per tutti i prigionieri!

Alcuni anarchici e anarchiche


Ihr seid die Krise – Fuhrpark von Klimakiller und Krisenprofiteur AMAZON in Brand gesetzt – Solidarität mit Lützerath und den Gefangenen im Hungerstreik

In den frühen Morgenstunden des 16. Januar 2023, haben wir uns Zugang zu einem gut gesicherten Gelände in der Germaniastraße in Berlin-Tempelhof verschafft und 25 Amazon-Prime Fahrzeuge mittels Brandsätzen aus dem Verkehr gezogen. Ein Feuer der Solidarität mit den Besetzer*innen in Lützerath und den Gefangenen im Hungerstreik.

Der Konsumwahn zu Black Friday und das lukrative Weihnachtsgeschäft sind vorüber. Die aufgesetzte Nächstenliebe und das bisschen Besinnlichkeit weicht wieder der gewohnten Routine des Alltags. Die Ellbogen werden erneut ausgefahren, um im Konkurrenzkampf der gegenwärtigen Gesellschaft bestehen zu können. Inflation und den steigenden Lebenshaltungskosten scheinbar trotzend geht der Warenrausch und die damit verbundene Plünderung des Planeten und seiner Ressourcen auch im neuen Jahr unbeirrt weiter und füllt die Kassen der Krisengewinner*innen des Onlinehandels. Amazon hat sich hierbei durch seine Monopolstellung und ein umfangreiches Geschäftsmodell längst als Abhängigkeitsfaktor vieler offenbart. Der Konzern steht aber für weit mehr, als Produkte zu Tiefstpreisen auf den Markt zu spülen.

Deine Gedanken und Gefühle sind Gold wert

Die technologischen Entwicklungen des IT-Riesen weisen in eine düstere Zukunft einer dystopischen Überwachungs- und Kontrollgesellschaft. Amazon, als treibende Kraft bei der Etablierung des digitalen Kapitalismus, verändert nicht nur die Wirtschaft nachhaltig, sondern auch den Alltag, das Sozialverhalten und selbst unsere Denkweisen. Künstliche Intelligenzen und Algorithmen sind in der Lage, Bedürfnisse zu steuern und manipulieren. Berechnungen, die sich daraus ableiten lassen, formen bereits heute was morgen zu Geld gemacht werden soll. Mit einer breiten Palette an Produkten und technologischer Infrastruktur (Server) drängt das Unternehmen in immer weitere Lebensbereiche vor, um seinen unersättlichen Datenhunger zu stillen. Sei es durch die Überwachungssoftware Amazon-Ring, die als all sehendes Auge die Grundstücke der Reichen bewacht und – nun auch in Fahrzeugen verbaut – die Umgebung einer permanenten Kontrolle unterwirft. Durch die Sprachassistenz Alexa, die als Ohren der KI in den Wohn- und Schlafzimmern lauert und selbst den intimsten Momenten beiwohnt. Mittels Gesichtserkennungsprogrammen und Sensoren, die Gefühle deuten sollen und Kund*innen durch die Selbstzahl-Geschäfte von Amazon-Go dirigieren. Oder mit einer Vielzahl an Entwicklungen in den Bereichen Gesundheit und Biotechnologie, um alles Körperliche einzufangen und in Zahlen zu zerlegen. Amazon weiß, wer über große Mengen an Informationen und Daten verfügt und die Gegenwart in mathematische Dimensionen übersetzen kann, hat auch die Macht, zum eigenen Vorteil auf die Zukunft einzuwirken.

Aus dem worldwideweb zum Standort Berlin

Die Verantwortung für die Aufrechterhaltung der sozialen Ordnung der Gesellschaft ist zwar wesentlich diffuser verteilt, doch kommt dem Konzern, neben wenigen anderen Tech-Giganten, bei der Neuordnung der Welt durch die Smartifizierung eine einzigartige Rolle zu. Der Zugriff auf unser Leben ist an vielen Stellen bereits weit größer als wir zu wissen glauben. Dieser beschränkt sich nicht nur auf diejenigen, die ihre Freund*innen schon bereitwillig gegen Alexa eingetauscht haben, mit dem Kauf von Prime-Produkten eine hochgradig vernetzte On-Demand-Ökonomie bedienen, oder sich auf den Plattformen des Onlinehändlers auf Kosten von Arbeiter*innen in prekären Beschäftigungsverhältnissen dumm kaufen. Im Internet führt mittlerweile kaum noch ein Weg an Amazon vorbei. Damit das auch bald im physischen Raum so ist, pflanzt Jeff Bezoz, einen alles überragenden Turm mitten in die Stadt. Mit seinen 140 Metern Höhe ein unmissverständliches Symbol für den weiß-patriarchalen Machtanspruch eines egomanen Arschlochs. Darüber hinaus wird der Bau des Towers einschneidende Folgen für die angrenzenden Kieze haben. Der Zuzug von tausenden IT-Angestellten von Amazon wird weiter an der Preisspirale auf dem Wohnungsmarkt drehen und Verdrängungsprozesse fortsetzen und beschleunigen. Die Leidtragenden sind wie eh und je die Ausgeschlossenen, die den finanziellen Druck aufgrund steigender Kosten ohnehin schon am stärksten zu spüren kriegen. Es ist also nur ein winzig kleiner Trost, dass der Tower so unverschämt hoch ist, dass sich das Abbrennen des Amazon-Fuhrparks am anderen Ende der Stadt aus den oberen Etagen problemlos hätte bestaunen lassen.

Amazon geht über Leichen

Dass der Amazon-EDGE-Tower mit vermeintlich nachhaltigen Materialien gebaut wird, mag vielleicht fürs Marketing gut klingen, macht das Ganze aber kein bisschen besser. Vielmehr täuscht es darüber hinweg, welche klimatischen Folgen die Herstellung und der Betrieb von abertausenden Servern mit sich bringt und wie verhängnisvoll das Geschäft des Onlinehandels und das Festhalten an der Idee des Massenkonsums im Angesicht der ökologischen Krise ist. Wenn ein Konzern wie Amazon mit Nachhaltigkeit wirbt, dann sicher nicht wegen der Einsicht über die Folgen des eigenen Handelns, sondern aus knallhartem Geschäftskalkül. Mit dem Label des Klimaschutzes lässt sich mittlerweile gut Profit machen. Dabei bleibt unerwähnt, dass der techno-industrielle Komplex erst durch unzählige Verbrechen an Mensch und Natur groß wurde, aus denen die heutigen Krisen hervorgehen. Nur seine gänzliche Zerstörung, mittels der notwendigen befreienden Gewalt, wird dem ein Ende bereiten können.
Nicht zuletzt betrifft die Smartifizierung, die Kontrolle und Überwachung auch die gebeutelten Belegschaften der Amazon-Verteilzentren, welchen, anders als ihren gut ausgebildeten Kolleg*innen der Informatik, unter miesen Arbeitsbedingungen gegen schlechte Bezahlung, Höchstleistungen abverlangt werden. Nicht mal, wenn einer tot umfällt, hat dieser Drecks-Konzern den Anstand den Mitarbeitenden eine Verschnaufpause zu gönnen, um einen Moment inne zu halten, wie es kürzlich in Leipzig geschehen ist. Dieses Feuer ist auch für euch!

Für den Anarchist Alfredo Cospito, der sich in Isolationshaft in Italien im Kampf gegen das 41bis-Regime seit 89 Tagen im Hungerstreik befindet.
Für Thanos Chatziangelou, der in den Kerkern Griechenlands für seine Würde kämpft.
Für Ivan, der in Frankreich im Hungerstreik ist und die 11 Gefangenen aus der Türkei, die sich in den griechischen Knästen im Hungerstreik befinden.

In Verbundenheit mit den Besetzer*innen Lützeraths.
Gegen die fortschreitende Plünderung des Planeten – Den techno-industriellen Komplex angreifen.
Freiheit für alle Gefangenen!

Einige Anarchist*innen