Santiago, Cile: incendio di un autobus e scontro armato con le forze speciale dei carabinieri, per la memoria iconoclasta di Kevin Garrido, in solidarietà con Alfredo Cospito e con le compagne e i compagni del caso Susaron (4 novembre 2022)
Riceviamo, traduciamo e diffondiamo:
Santiago, Cile: incendio di un autobus e scontro armato con le forze speciale dei carabinieri, per la memoria iconoclasta di Kevin Garrido, in solidarietà con Alfredo Cospito e con le compagne e i compagni del caso Susaron
“Noi parliamo di una nuova guerra, di una nuova guerra di partigiani. Senza fronti né uniformi, senza eserciti né battaglie decisive. Una guerra i cui focolai si sviluppano lontano dai flussi mercantili, benché collegati con essi. Noi parliamo di una guerra latente. Che possiede il tempo. Di una guerra di posizione. Che si fa là dove siamo. In nome di nessuno. In nome della nostra stessa esistenza, che non ha nome” (Tiqqun, Come fare?).
Sull’azione.
Durante un tranquillo e bohémien venerdì pomeriggio nell’Ex Pedagógico, mentre la massa di cittadini/studenti vive il suo letargico e alienato divertimento giovanile, ha avuto luogo una violenta azione diretta. Questa azione si inquadra nel cosiddetto “Novembre nero”, in cui avviene informalmente la chiamata a commemorare la vita e la morte del compagno Kevin Garrido attraverso un attacco violento, diffuso e multiforme. L’azione inizia con la nostra uscita dalla facciata dell’università per procedere all’interruzione del traffico veicolare nella zona. Abbiamo allestito una barricata di pneumatici e detriti che abbiamo acceso quando abbiamo intercettato un autobus del trasporto pubblico. La nostra intenzione era quella di mettere l’autobus di traverso per interrompere tutto il traffico, ma l’autista ha bloccato l’autobus, così abbiamo proceduto a dar fuoco al mezzo nel luogo dell’intercettazione con liquidi acceleranti. Senza voler danneggiare la massa dei cittadini, siamo stati costantemente rimproverati e ripudiati per questa azione. Noi ce ne siamo fregati e abbiamo risposto verbalmente ai loro insulti disperati e siamo stati attenti a qualsiasi assalto che potesse scaturire da un qualsiasi individuo-cittadino-poliziotto con smanie di eroismo civile, abbiamo cagato di striscio quelle persone che, vedendo dei compagni/e armati/e, osano insultarli, credendosi – stupidamente – intoccabili, mettendo volontariamente a rischio la loro integrità fisica di fronte a noi. Dopo questo momento movimentato, siamo entrati nel campus per attendere il dispiegamento poliziesco e riceverlo con tutte le nostre forze: un fragoroso sparo e una pioggia di molotov hanno colpito i corpi del picchetto di scagnozzi che ingenuamente si sono riparati all’angolo di via Juan Gómez Millas mentre i blindati attraversavano la strada. Evidentemente non si aspettavano che i nostri mezzi d’attacco mettessero a repentaglio le loro misere vite, il che ha lasciato a terra un paio di poliziotti (apparentemente feriti dagli spari) e ha provocato una risposta quasi immediata: hanno sparato con le loro armi d’ordinanza contro di noi e hanno gassato l’intera area del cancello d’ingresso. Dopo questo contrattacco, abbiamo usato e scaricato tutto il nostro materiale e siamo scomparsi dal luogo.
Motivazioni.
Questa azione – come abbiamo già detto – si inserisce nella campagna internazionale per un Novembre Nero in memoria del selvaggio iconoclasta Kevin Garrido, a 4 anni dal suo assassinio nel carcere di Santiago 1. È anche un colpo agli ingranaggi del capitale che sottopongono tutte le forme di vita a un letargo di normalità/passività tipico di un periodo di controinsurrezione catalizzato dai meccanismi democratici di un governo socialdemocratico che ha instaurato un clima di post-transizione.
Aborriamo questa realtà e non abbiamo alcuna speranza di riformarla, né per fini democratici né per fini “rivoluzionari”, quindi la attacchiamo. Inoltre, la speranza (anche la “speranza della rivoluzione”) è solo questo: speranza. Non aspettiamo. Attacchiamo… “Quando la speranza muore, inizia l’azione” (Derrick Jensen, Beyond Hope). Lasciamo che coloro che credono ancora nel riscatto sociale e umano aspettino mentre le loro basi sociali vengono camuffate secondo i dettami del governo del giorno. Non crediamo più. Non crediamo nemmeno nella Rivoluzione Sociale che i profeti dell’anarchia usano per abbellire le loro lingue balbettanti e proiettare una falsa immagine della deprimente realtà di questo mondo. Lo neghiamo. “L’idea di ‘progresso’ è centrale nel moderno paradigma occidentale, in cui predomina l’assunto che il mondo intero si stia muovendo verso un futuro sempre migliore. L’idea dell’inevitabilità o della possibilità di un futuro libertario globale nasce da questa convinzione” (Anonimo, Desierto). Lasciamo le favole teoriche agli svaghi masturbatori degli accademici. Non facciamo parte di alcuna tradizione rivoluzionaria che detta e impone il nostro lavoro pratico. La nostra azione è Piacere per la distruzione. Viviamo la nostra anarchia oggi e non in un domani “rivoluzionario”.
Forse un autobus bruciato, qualche molotov e un paio di proiettili non metteranno fine al dominio. Tuttavia, preferiamo contribuire in modo decisivo alla sua distruzione senza compromessi sulle conseguenze. La nostra libertà sta nell’attacco, perché è solo quando ci liberiamo delle catene della Morale e della servitù del capitale e decidiamo di agire che conquistiamo quella libertà di cui parlano tanto i vecchi e impolverati libri di filosofia.
La solidarietà non può essere solo una parola scritta. Deve essere inevitabilmente un attacco incessante.
Il nostro attacco fraternizza e abbraccia la convinzione antiautoritaria di tutti/e i/le prigionieri/e in tutto il mondo. Il dominio vuole estendere le sue tenaglie in modi sempre più sofisticati e minuziosi, ma il nostro desiderio di distruzione è più forte. Per questo motivo, salutiamo il compagno di prassi anarchica Alfredo Cospito, che dal 20 ottobre 2022 è in sciopero della fame contro il regime di isolamento e tortura del 41 bis. Riconosciamo e abbracciamo Alfredo come uno dei nostri. La sua irriducibilità e la convinzione anarchica che ha portato fino alle ultime conseguenze hanno provocato il suo isolamento come risposta vendicativa da parte dello Stato italiano, che pensa ingenuamente che con questi meccanismi potrà placare e opprimere i desideri sediziosi di un compagno che ha portato il grido insurrezionale della guerra sociale/antisociale anche dentro le mura del potere. Questo attacco è un abbraccio di incoraggiamento per Alfredo e per tutti/e coloro che fraternizzano con la sua guerra ponendo il proprio corpo e la propria mente come arma di lotta contro l’isolamento e la tortura in carcere (Juan Sorroche, Ivan Alocco, Anna Beniamino e tutti/e i/le detenuti/e e le individualità che sono solidali con Alfredo attraverso l’azione). Speriamo che queste parole viaggino alle loro latitudini e rompano i muri di cemento che tengono rinchiusi i loro corpi.
Salutiamo anche tutti gli individui e i gruppi d’azione che negli ultimi tempi hanno attaccato vari obiettivi dello Stato/Capitale e tutte le forme di dominio: Nuevas Subversiones Anárquicas – Célula Alex Núñez, Federación Anarquista Informal (attentato a Oxiquim S.A.), Fracción Autonómica Cristián Valdebenito – Nueva Subversión (attentato a Sercor S.A. del Gruppo Angelini), Célula Insurreccional por el Maipo – Nueva Subversión (attentato incendiario contro Empresas Baeza per la sua responsabilità nella devastazione del fiume Maipo), Grupo Antispecista Emilia Bau – Nueva Subversión (attentato incendiario contro una mezzaluna a Renca), Grupo de Acción 6 de julio – Nueva Subversión (attentato esplosivo contro Empresa Besalco S. A.), Grupo de Respuesta Animal (attentato incendiario contro il Club de Huasos y Rodeo Gil Letelier), Célula Insurreccional 2 de noviembre (attentato esplosivo contro il Círculo de Funcionarios de Gendarmería en Retiro), Negra Venganza. Núcleos de Melipulli José Huenante (attentato esplosivo contro la stazione dei Carabineros de Fuerzas Especiales), Células Revolucionarias Mauricio Morales (attentato esplosivo contro la società Fullclean Security). Inviamo inoltre il nostro affettuoso saluto a tutte quelle individualità che con determinazione e fermezza continuano a occupare come trincea d’attacco gli istituti scolastici all’interno del territorio cileno, sia nelle scuole superiori che nelle università: Internado Nacional Barros Arana, Instituto Nacional, Manuel Barros Borgoño, Liceo Confederación Suiza, Liceo de Aplicación, Universidad de Santiago de Chile, UMCE (Ex Pedagógico), Universidad de Chile (Campus Juan Gómez Millas), Universidad de Concepción, Universidad Academia de Humanismo Cristiano, tra tante trincee d’attacco che hanno destabilizzato il normale funzionamento mercantile della putrida società cilena. Questo è un resoconto sintetico e complice delle azioni anti-dominio che hanno rotto le barriere mediatiche della comunicazione durante l’anno 2022 all’interno del territorio dominato dallo Stato cileno. È anche un promemoria per coloro che credono che il terrore nero e la propaganda dei fatti siano cessati: questo è solo l’inizio.
Salutiamo e abbracciamo anche i/le nostri/e compagni/e di prigionia accusati dell’attacco all’azienda di morte animale Susaron. La notizia dell’incarcerazione dei/delle compagni/e è stata una secchiata d’acqua fredda per noi, dato che la nostra azione si è svolta lo stesso giorno del loro arresto. Tuttavia, abbiamo sferrato il nostro attacco con la forza della rabbia che questa notizia ci ha portato. Questo è un saluto di incoraggiamento e pieno di fumo nero per voi compagni/e. La guerra antispecista contro l’antropocentrismo civilizzato avanza verso la distruzione di tutte le gabbie che tengono prigionieri i nostri fratelli e sorelle animali umani e non umani.
Infine, salutiamo tutti/e i/le compagni/e antiautoritari/e prigionieri/e nelle luride carceri di tutti i territori vincolati dal dominio: Mónica Caballero, Francisco Solar, Juan Flores, Mawühnko, Tomás, Gabriel Pombo Da Silva, Thanos Xatziagkelou, Juan Aliste, Toby Shone, Felipe Ríos, Marcelo Villarroel, Claudio Lavazza, Giannis Michailidis, Nicola Gai, Pola Roupa, Erick King, Dayvid Ceccarelli, Nikos Maziotis, Davide Delogu, i compagni legati ai Negra Venganza (recentemente incarcerati per il tonfo dei miserabili del dicembre 2021… abbracci complici della libertà! ) e soprattutto al compagno Joaquín García Chancks, compagno d’azione di Kevin, abbracciamo la vostra indomita esistenza in questo novembre nero. Lasciamo alcune parole del compagno Joaquín in memoria di Kevin, parole che hanno motivato il nostro indomito comportamento di fronte agli inutili graffi delle masse di cittadini-poliziotti:
“Ricordo un’azione di molti anni fa; un mare di cittadini si scaglia contro di noi su una barricata, siamo pochi…. Alternative? Ritirarsi e abbandonare l’azione o affrontarli con le molotov e costringerli a fuggire, abbiamo deciso di adottare la prima opzione, contrastati da, indovinate chi? Esatto, Kevin, che intendeva difendere quello spazio con le unghie e con i denti, ricordo la sua indignazione e la nostra – mia – successiva vergogna; forse la logica ci diceva che avevamo agito bene, uno scontro in quelle condizioni sarebbe stato nettamente sfavorevole, ma un’idea ruminò nelle nostre menti per tutto quel giorno, un sapore amaro non ci lasciò tranquilli, eravamo liberi e integri, ma avevamo perso quella battaglia. .. Che cosa significa? Che noi, che volevamo attaccare e rompere la normalità, eravamo stati assorbiti dal nostro nemico.
(…)
In quell’occasione abbiamo nascosto le nostre paure sotto la maschera della Ragione, la realtà ci ha impedito di sognare, ci ha portato all’inazione; forse aver tentato di affrontarli non era così rischioso come pensavamo, forse dividendo quell’orribile bestia che è la massa, avremmo ottenuto la vittoria, piccola e parziale, ma decisiva per la nostra fiducia ed estremamente importante come processo individuale, anche se, fin dall’inizio, avevamo ragione, la passività di chi non affronta chi si frappone tra lui e la sua azione o addirittura mette a rischio la sua libertà è molto lontana dal rispondere al pensiero razionale o logico, come è possibile ragionare con il guardiano di un qualsiasi padrone?
In ogni impulso eroico di questi cittadini altruisti c’è l’idea inconscia che non subiranno alcuna conseguenza – è così facile essere un supereroe –, che l’azione cesserà alla loro irruzione, che non essendo un bersaglio primario non saranno a rischio… Scuotiamo questa idea dalle loro menti! Una diversa morale e valorizzazione tocca solo tangenzialmente questo punto; non c’è dignità nel porgere l’altra guancia” (Dicembre 2018, un mese dopo la morte di Kevin).
Espandere, moltiplicare e diffondere l’attacco insurrezionale per la liberazione totale; umana, animale e terrestre. Armare e scommettere sull’avanzamento qualitativo delle nostre forze. Rafforzare i gesti di solidarietà internazionale per la fine del regime di isolamento 41 bis. Che la nuova guerriglia urbana anarchica colpisca i volti disgustosi del potere e riduca in cenere ogni vestigia di questo mondo autoritario. Per la negazione violenta e incessante dell’esistente e di coloro che sostengono un mondo che cade a pezzi al suono del progresso. Con un’anarchia selvaggia e antisociale stiamo avanzando verso l’abisso dello scontro.
“Non rinunceremo a un minuto della nostra vita nella speranza che la folla si renda improvvisamente conto e si svegli! Se gli oppressi non sono pronti a raccogliere l’ascia, è un problema degli oppressi” (Federazione Anarchica Internazionale/Fronte Rivoluzionario Internazionale).
Lunga vita all’Internazionale Nera. Siamo ovunque.
Kevin Garrido presente! Il tuo sputo flemmatico è il tuono di oggi.
Abbasso le gabbie della società civile.
Salute, anarchia, nichilismo e libertà.
PS: Rivendichiamo questo attacco a distanza di mesi per ricordarlo con l’aroma del tempo che passa e per iniziare un nuovo anno di sovversione ed esplosioni. Rivedere il nostro viaggio più recente fa parte della tessitura dei nostri fili neri di negazione verso questo mondo.
Alcunx incendiarx