Ancora perquisizioni in Friuli
Riceviamo e diffondiamo:
Nel pomeriggio del 27 dicembre le digos di Udine e Gorizia si sono presentate a casa di un compagno in provincia di Gorizia per un’indagine per imbrattamento in riferimento a delle scritte in solidarietà ad Alfredo e contro il 41bis apparse alcune settimane fa sui muri delle sede di Udine dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (UEPE) del ministero di giustizia.
Durante la perquisizione di casa e auto, è stato sequestrato vario materiale informatico ed una bomboletta spray.
Negli ultimi circa 12 mesi questa è la terza perquisizione domiciliare nei riguardi di compagni/e di Udine e dintorni, per indagini riguardanti accuse del tipo di “diffamazione aggravata”, “imbrattamento e danneggiamento” ed infine ancora “imbrattamento”.
Verrebbe da ridere per non piangere, se non fosse che sembra si stia inaugurando una certa prassi investigativo-repressiva da parte di sbirri e carabinieri udinesi che a partire da indagini su determinati fatti, le cui entità ed efficacia costituirebbe un discorso a parte, porta dritta a reazioni repressive evidentemente spropositate, il cui obiettivo è sicuramente intimidatorio ma soprattutto quello di ricercare l’annichilimento di individui e realtà in lotta sul territorio. Sicuramente hanno fatto male i loro conti.
Senza voler trascurare un’analisi del contesto locale specifico – nel cui merito non si entrerà in questa sede – quanto avviene qui da un lato potrebbe senza sorpresa costituire la versione in salsa locale, con le dovute differenze e proporzioni, di dinamiche e prassi repressive in atto da tempo e ultimamente rafforzatasi a scala nazionale, mentre dall’altro, ci suona un po’ come un campanello d’allarme, qualora invece quanto sperimentato e portato avanti in un determinato contesto locale, in questo caso quello udinese, dovesse venire esteso anche al di fuori.
Detto questo, fuori da ogni vittimismo ed indipendentemente da chi ne sia responsabile, l’augurio è che queste ed altre iniziative continuino a moltiplicarsi nello spazio e nel tempo, come effettivamente sta avvenendo anche nei nostri territori.
Nella piccola città di Udine evidentemente la lotta anticarceraria ed in solidarietà ai detenuti, quanto la mobilitazione portata avanti in varie forme in solidarietà ad Alfredo, deve aver già dato non poco fastidio.
Il nostro pensiero va ad Alfredo in sciopero della fame più di 70 giorni, ad Ivan unitosi nuovamente allo sciopero di Alfredo, ad Anna, Juan e tutti i compagni/e imprigionati/e in ogni dove.
Per questo, non ci resta che associarci a quanto già ribadito sui muri della città,
CHIUDERE IL 41 BIS, ALFREDO COSPITO LIBERO, LIBERI TUTTI, LIBERE TUTTE
Alcune individualità anarchiche udinesi