Attacco contro l’infrastruttura nucleare, in solidarietà con Alfredo Cospito (regione Grand Est, Francia, 11 dicembre 2022)
Nel maggio scorso, il prigioniero anarchico Alfredo Cospito è stato trasferito nel regime d’isolamento 41 bis. Il metodo di tortura della deprivazione sensoriale ha per obiettivo di spezzare il suo spirito ribelle e ridurlo al silenzio. Allo scopo di ottenere la fine della condizione d’isolamento, il 20 ottobre il nostro compagno ha cominciato uno sciopero della fame ad oltranza. Il 1° dicembre – al quarantaduesimo giorno del suo sciopero della fame – un riesame del regime di detenzione ha deciso di continuare la procedura di tortura [per essere più precisi, l’esito dell’udienza del 1° dicembre presso il tribunale di sorveglianza di Roma è stato reso noto il 19 dello stesso mese; NdT]. Se lo Stato fascista italiano persiste nella sua pratica d’isolamento, Alfredo potrebbe non vedere la fine di questo anno. Ma la sua morte non sarà un suicidio: sarà un omicidio sotto tortura, da parte di una giustizia politica vendicativa.
Impediamo questo assassinio.
La forma più appassionata di solidarietà rivoluzionaria consiste nel continuare le lotte per le quali i/le nostri/e compas sono dietro le sbarre. È in quest’ottica che, domenica 11 dicembre, con un’azione notturna di sabotaggio, ci siamo recati sotto un pilone della linea elettrica ad alta tensione Fessenheim – Parigi [Fessenheim è una centrale nucleare che si trova vicino a Colmar, nella regione Grand Est; NdT] e ne abbiamo svitato dei bulloni. Il pilone è ancora in piedi, ma la sua stabilità è evidentemente compromessa. Che la nostra collera rivoluzionaria agisca in accordo con la natura e che una tempesta invernale faccia il resto!
Alfredo ha sempre saputo collegare la questione della rivoluzione sociale a quella dell’ecologia e, con le sue parole ed i suoi atti, ha saputo mettere in relazione il saccheggio ecocida del nostro pianeta con la lotta contro i poteri dominanti, lo sfruttamento e l’oppressione. Nella sua dichiarazione a proposito della gambizzazione del dirigente italiano dell’industria nucleare Roberto Adinolfi (di Ansaldo Nucleare) e poi in numerose dichiarazioni al processo Scripta Manent, ha sostenuto la necessità di ancorare una prospettiva rivoluzionaria all’interno del movimento anti-nucleare. In un prezioso contributo al dibattito, nel 2018, si è anche espresso sulla lotta contro il progetto CIGÉO, l’interramento di scorie nucleari nel villaggio francese di Bure, nel dipartimento della Meuse. Facendo riferimento all’idea della diversità delle tattiche che vi viene praticata, suggerisce di intensificare le forme di lotta che ciascuno/a ha scelto. Si tratta di uno dei contributi che sono poi stati utilizzati per giustificare l’aggravamento delle sue condizioni di detenzione.
Per questo, noi vogliamo riprendere quest’idea e portarla avanti, seguendo il filo conduttore dell’organizzazione informale e dell’attacco permanente contro tutte le infrastrutture dominanti che, secondo noi, ci hanno già messo/e in gabbia, con l’ergastolo. E questo senza dissociarsi dalle strategie che portano pregiudizio all’integrità fisica delle persone prese di mira, come nel caso di Roberto Adinolfi; ciò non con documento strategico fatto di parole vuote di senso e di frasi rivoluzionarie pompose, ma attraverso l’applicazione pratica dell’azione diretta.
La linea elettrica che abbiamo attaccato non è stata scelta a caso. Si tratta precisamente del tracciato a 400 000 volts che in futuro dovrebbe alimentare in energia elettrica l’inutile e controverso progetto industriale CIGÉO. In parallelo, vicino al sito della discarica sotterranea CIGÉO, su una superficie grande come 20 campi da calcio, RTE, l’azienda che gestisce la rete elettrica francese, prevede di costruire una postazione di trasformazione capace di saziare la fame in elettricità del mostro nucleare. La Dichiarazione d’Utilità Pubblica rilasciata quest’estate crea tutte le condizioni giuridiche che permettono l’esproprio dei terreni necessari.
La forma d’azione che abbiamo scelto comporta dei rischi considerevoli. Ecco perché pubblicheremo a breve un altro comunicato con qualche indicazione tecnica che dovrebbe permetterne una realizzazione la più sicura possibile.
Un abbraccio affettuoso al di là dei mari, delle frontiere e dei muri.
Per tutti/e i/le prigionieri/e in lotta!
La solidarietà è l’attacco!
Rabbia,
Trasmissione e
Rivolte
Servizio di Disconnessione di Piloni d’ogni Genere