Data di scadenza

È davvero «l’epoca della superstizione e della magagna» quella in cui bisogna difendersi dalle soluzioni non meno che dai problemi; in cui le innovazioni strillate assomigliano a un aggiornato catalogo degli orrori; in cui a propagare il falso sono, come sempre, gli esperti di Stato, ma a credergli sulla parola sono tanti suoi pretesi oppositori e a ristabilire certe verità qualche suo funzionario (ancora ci mancavano all’elenco: un generale in pensione che accusa i giornalisti di mentire sulla guerra in Ucraina e un giudice toscano che definisce «trattamenti iniettivi sperimentali», «talmente invasivi da insinuarsi nel Dna, alterandolo in modo che potrebbe risultare irreversibile con effetti ad oggi non prevedibili per la vita e la salute», i «vaccini» resi obbligatori dal governo che gli paga lo stipendio). Un’epoca in cui dagli stessi laboratori può uscire sia la malattia sia la cura, entrambe dagli effetti assai promettenti per l’industria; un’epoca in cui non si sa se temere di più la siccità o i progetti di «desalinizzazione» di mari e oceani, le carestie o la produzione di carne sintetica, la degradazione dell’ambiente o la sua «gestione ecologica», le banche d’investimento o quelle genetiche, i tecnocrati o i comici al governo. Un’epoca che ci fa quasi rimpiangere il tempo in cui certi «filosofi» erano semplicemente insulsi e non ancora ignobili; e gli autori per noi imprescindibili non venivano elogiati dai loro nemici storici (come quella volta in cui il capo dei longobardi industrialmente modificati citò alcune parole di Simone Weil sul radicamento quale bisogno essenziale dell’anima, mentre raccoglieva in ampolle l’acqua fetida del Po).

Leggiamo sull’«Ansa» (sezione «Biotech») del 7 luglio 2022: «Topi sani sono stati clonati da cellule adulte disidratate e congelate. È la prima volta che viene ottenuto un risultato simile, che potrebbe offrire un contributo importante alla salvaguardia delle specie minacciate di estinzione. Pubblicato sulla rivista “Nature Communications”, il risultato si deve alla ricerca coordinata da uno dei pionieri degli studi sulla clonazione, Teruhiko Wakayama, dell’Università giapponese di Yamanashi. La sfida è adesso riuscire a conservare il materiale genetico nelle condizioni ottimali e l’ideale, per il futuro, dovrebbe essere ottenere questo risultato a temperatura ambiente».

Per rendere meglio il senso della scoperta, il giornalista ci fa spostare da Yamanashi a Teramo. «È la prima volta al mondo che cellule disidratate sono state conservate con successo e generato in seguito a trapianto nucleare (comunemente noto come clonazione) embrioni che hanno generato animali sani”, osserva un altro protagonista delle ricerche sulla clonazione, Lino Loi, dell’Università di Teramo e coordinatore del progetto di ricerca europeo Drynet, dedicato allo sviluppo di biobanche di cellule germinali e somatiche disidratate. “Poter conservare cellule animali essiccate anche a temperatura ambiente è possibile, ma – aggiunge – dimostrarlo su numeri importanti dovrà essere il prossimo passo”». Questa la direzione, garantita «a costo zero» o «quasi»: «il successo ottenuto indica che l’allestimento di banche genetiche da specie minacciate di estinzione tenute allo stato di disidratazione (anidro) e a temperatura ambiente, a costo quasi zero, potrebbe essere una alternativa allo stoccaggio in azoto liquido alla temperatura di meno 196 gradi, attualmente utilizzato. Nel caso di specie minacciate, quindi, poter conservare le loro cellule in biobanche a costo zero significherebbe prendere tempo per poter sviluppare strategie che ne innalzino il potenziale riproduttivo e ne evitino possibilmente l’estinzione».

Prendere tempo. Quello che dovremmo fare anche noi, che abbiamo scommesso tutto sulle possibilità di una rivoluzione antitecnologica e antistatale, affinché tali possibilità non marciscano definitivamente sotto le serre tecno-industriali. Affinché l’accumulo di soluzioni scientifreake non cancelli la capacità stessa di affrontare i problemi sociali. Insieme alle specie animali e al permafrost, infatti, è proprio la società che sta scadendo. Per questo occorre intendere in senso letterale ciò che avevano scritto, un paio di decenni or sono, i sabotatori di un centro di ricerca biotecnologica in Francia: «Ogni tempo perso per la scienza è tempo guadagnato per la coscienza». E viceversa.