Trentino: operazione repressiva e nuove misure contro anarchici

 

Ieri, 25 febbraio 2022, la polizia giudiziaria ha notificato 3 misure cautelari ad altrettanti compagni – dalle carte si apprende che i destinatari sarebbero in totale 4. Si tratta di una custodia cautelare in carcere, un arresto domiciliare e due obblighi di dimora presso comuni fuori dal Trentino (uno nel trevigiano e l’altro a Trieste).

I fatti contestati sono diversi tra loro e anche distanti nel tempo. Il solo filo di congiunzione sembra essere la lotta anticarceraria. Dopo le rivolte avvenute nelle carceri italiane in risposta alla gestione dell’epidemia, le attenzioni nei confronti di quanti si mobilitano fuori dalle mura su questo fronte evidentemente esplosivo si sono fatte più stringenti (un esempio locale è anche il procedimento aperto a Trento per istigazione a delinquere per dei presidi o saluti sotto il carcere di Spini di Gardolo nel 2021). Nell’ordinanza notificata ieri i PM (Raimondi, Ognibene, Profiti, gli stessi dell’Operazione Renata) parlano della volontà di “imporre la propria ideologia anticarceraria”.

I fatti contestati sono tre.

Secondo l’accusa Juan avrebbe collocato un ordigno presso il Tribunale di Sorveglianza di Trento nel 2014 (art. 280 bis cp). Juan è attualmente detenuto nel carcere di Terni e sta affrontando un processo per attentato terroristico e strage, per gli ordigni collocati alla sede della Lega di Treviso nel 2018.

Un compagno e una compagna sono accusati di aver favorito tra il 2017 e il 2018 la latitanza di Juan (“procurata inosservanza della pena”, art. 390 cp), fornendogli documenti d’identità falsi e una casa in affitto.

Un altro compagno è accusato di tentata estorsione con l’aggravante di finalità di terrorismo, perché avrebbe insieme ad altri provato a convincere il responsabile di Radio Ottanta a leggere in diretta un comunicato in solidarietà ai detenuti durante le rivolte e le stragi nelle carceri del marzo 2020.

Non è contestata nessuna associazione sovversiva.

Questo in breve dicono le carte. Quello che diciamo noi è che lo spirito della libertà non verrà mai sedato da alcuna manovra poliziesca. Che continueremo a batterci contro il carcere. Che rivogliamo i nostri compagni al nostro fianco. Che non faremo mancare loro la nostra vicinanza.

Solidarietà con Juan, Massimo, Agnese e Stecco.