Radiocane. La rivoluzione è un’avventura, prima di tutto. Paolo Ranieri
A fine dicembre, nell’arco di poche ore, sono morti Roberto Ginosa e Paolo Ranieri (mentre a giugno se n’era andato Piero Coppo). Con loro scompaiono dei pezzi importanti della Critica radicale in Italia, quell’avventura teorica, pratica e umana che da Ludd-Consigli proletari si estende alla rivista “Insurrezione”. Non abbiamo conosciuto personalmente Roberto e Piero, mentre con Paolo ci siamo confrontati tante volte. Nel 2014 lo avevamo invitato a Trento, per un dibattito su Piazza Fontana cominciato in un’aula di Sociologia occupata per l’occasione e conclusosi all’alba nello scantinato del “Tavan”. Non che fossimo sempre d’accordo con lui, anzi. Ma il suo modo di ragionare, la sua verve, le sue formulazioni spiazzanti e le sue battute geniali lo rendevano inconfondibile.
A proposito di battute, ne ricordiamo due che ci sono rimaste stampate nella memoria, tanto ci hanno fatto ridere. La prima è la sua definizione di “opinione pubblica”. Qualcuno seduto sul cesso intento a cagare e a cui improvvisamente un giornalista schiaffa il microfono davanti alla bocca per chiedergli un commento su un qualche importantissimo problema del giorno. Difficile dire qualcosa di sensato mentre stai cagando, chiosava Paolo. Si può trovare un’immagine migliore?
La seconda è genio puro, cioè rapidità di spirito. Milano, un affollato dibattito pochi giorni dopo la liberazione di Venaus dell’8 dicembre 2005. Un noiosissimo e interminabile intervento sulla crisi del modo di produzione capitalista come vera questione (altro che Tav!). Prima di appoggiare il microfono, il comiziante si lascia sfuggire un: «Scusate per la lunghezza». Dal fondo della sale, un Paolo semi-addormentato commenta ad alta voce: «Disse John Holmes».
Ci siamo chiesti, in queste settimane, come ricordare Paolo, che testi scegliere. Ma i suoi testi senza la sua voce ci sembravano incompleti. Mentre l’importante documentario Bombe sangue capitale – in cui compare anche Paolo –, troppo circoscritto a un’unica vicenda, per quanto decisiva per il movimento rivoluzionario d’Italia. Ci arriva ora questo bel contributo di “Radiocane”, che di Paolo restituisce l’ironia, l’acume e, appunto, la favella.
Buon ascolto.