Udine, 31 dicembre: presidio sotto il carcere

Riceviamo e diffondiamo:

VENERDI’ 31 DICEMBRE 2021 dalle ORE 16.30
sotto le mura del CARCERE di UDINE
PRESIDIO SOLIDALE con i DETENUTI

Da molti anni cerchiamo di fare da cassa di risonanza alle voci dei
prigionieri del carcere udinese che ci parlano di una grave situazione
di incuria igienica e di malasanità che, per chi si trova ristretto,
equivale ad una forma di tortura e di distruzione della propria dignità
e integrità psico-fisica. Per noi è importante sostenere i detenuti che
si ribellano a questa situazione di malasanità perché la lotta per la
tutela del proprio corpo, è il presupposto per ogni forma di possibile
lotta di liberazione.
I detenuti di via Spalato ci hanno parlato di un carcere infame, di
condizioni di sovraffollamento insostenibili, di mancanza di qualsiasi
forma di dialogo empatico con il personale sanitario, di diagnosi  fatte
consultando google, di eccessi di prescrizioni di psicofarmaci:
ricordiamo che dal 2002 ad oggi, nel carcere udinese, sono morte 9
persone, l’ultimo in ordine di tempo, Ziad Kritz, morto il 15 marzo 2020
per presunta overdose di psicofarmaci e metadone.

La stessa causa di morte, subito sostenuta dallo Stato anche per i 14
detenuti massacrati dalle manganellate e dagli spari di polizia
penitenziaria e carabinieri intervenuti per sedare le imponenti rivolte
che tra l’8 e il 9 di quel marzo esplodevano in tante galere nel momento
in cui il virus cominciava a dilagare in maniera incontrollata in spazi
sempre più blindati e sovraffollati, a fronte di misure di contenimento
quasi nulle.

Virus che ha da subito fornito ad ogni governo il pretesto per cercare
di applicare all’intera società la gestione carceraria, in un crescendo
di misure oppressive e repressive che non accenna ad arrestarsi. La
gestione stabilmente emergenziale all’interno dei penitenziari è sempre
più sinistramente simile a quella imposta al di fuori, dove la vita
libera è sempre più vita ristretta, per tutti e non solo per chi si
ribella e rivendica autodeterminazione.

Attualmente (le ultime notizie ufficiali risalgono al 10 dicembre), il
carcere di via Spalato si trova nuovamente in quarantena, con una
ventina di detenuti positivi al covid 19, costretti a stare in
segregazione assoluta al piano terra, mentre tutti gli altri sono
costretti a stare al primo e al secondo piano, chiusi nelle loro celle
sovraffollate tutto il giorno. Inoltre risultano sospesi i colloqui con
familiari e persone care e tutte le attività formative e gli incontri
con esterni.

Questi sono anche i giorni dell’udienza preliminare del processo in cui
sono imputati 108 tra agenti della polizia penitenziaria di Santa Maria
Capua Vetere e funzionari del Dap per le torture a scopo di rappresaglia
cui hanno sottoposto i prigionieri il 7 aprile 2020. Staremo a vedere
come andrà a finire, in tutti i casi risulta difficile pensare che lo
stesso Stato che non esita a compiere massacri quando si sente
minacciato, poi si auto-processi e tanto meno si auto-condanni.

Ricordiamo anche i prigionieri dei CPR-lager per migranti che sono morti
pochi giorni fa. A Roma, un uomo morto  dopo giorni di contenzione
all’interno di un ospedale dove era stato portato dal CPR di Ponte
Galeria e a Gradisca d’Isonzo, dove un uomo si è tolto la vita
all’interno del locale lager dopo che era stato messo in isolamento a
causa del covid 19. Alla fine dell’isolamento il suo destino era di
essere rimpatriato forzatamente.

Solidarietà con i/le prigionieri/e e con tutti/e i rivoltosi/e nelle
carceri e nei CPR
LIBERI TUTTI! LIBERE TUTTE!

Assemblea permanente contro il carcere e la repressione

liberetutti@autistiche.org